Nel corso degli ultimi 12 mesi Juventus, Lazio e Roma hanno visto calare il proprio valore azionario, mentre gli indici crescevano a doppia cifra e molti settori registravano ottime performance. L’esperto di CFO SIM: “Nel mondo finanziario gli investimenti in società sportive sono considerati simili a una scommessa”.
Calcio: in Borsa meglio puntare su cashmere e Green Economy. La vittoria della Coppa Italia da parte della Juventus ha fatto crescere, il giorno successivo, il titolo in borsa dopo mesi di calo. In un anno, infatti, la performance è stata negativa di oltre il 18%, trend che è ulteriormente peggiorato dopo il fallimento della Superlega. Non se la passano meglio neppure le altre due squadre italiane quotate a Piazza Affari, Lazio e Roma, con la prima che, in un anno, ha perso il 14,5% del valore in borsa e la seconda che è andata peggio, perdendo il 16%.
Questa tendenza ribassista non è dovuta solamente al Covid-19, che ha influenzato sicuramente il campionato, riducendo gli introiti, senza riduzione dei costi, ma ha radici lontane e più profonde. E balza ancora più all’occhio se confrontata con le buone performance registrate nonostante la pandemia globale dall’indice FTSE MIB, cresciuto del 44% nel corso degli ultimi 12 mesi.
Investire in società sportive? Non sempre un affare
Il valore di un’azione della Juventus Football club, infatti, nel lontano 3 dicembre del 2001, giorno della quotazione, considerando gli aumenti di capitale effettuati nel corso degli anni che ne hanno diluito il valore, era pari a circa 1,30 euro (il valore nominale sarebbe stato di 3,70 euro), mentre oggi vale poco più di 0,7 euro. Insomma, un business non proprio redditizio per gli azionisti, soprattutto se si considera che ci sono settori che negli ultimi mesi hanno reso più della media del mercato e che nel 2021, anche grazie al PNRR, si prevede possano crescere ulteriormente.
Stiamo parlando di aziende che operano nei business farmaceutico, diagnostica, fintech e tecnologia che nel 2020 hanno ben performato. O anche del cashmere di Brunello Cucinelli, che nell’arco degli ultimi 12 mesi ha visto il valore delle proprie azioni crescere del 61%. E per il 2021 è già partita la caccia ai titoli resilienti, quelle società più esposte all’impatto del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che dovrebbe garantire al nostro Paese oltre 200 miliardi di euro.
Calcio? In Borsa meglio puntare su cashmere e Green Economy.
Le società maggiormente coinvolte saranno quelle che operano nei settori della digitalizzazione e innovazione, Health Care, infrastrutture per la mobilità sostenibile e anche della Green Economy. Stiamo parlando di aziende come Enel, A2A, Hera, ma anche di più piccola capitalizzazione come Convergenze, operatore di tecnologia integrata attiva nei settori Telecomunicazioni ed Energia 100% green, che abbiamo avuto modo di ospitare su Notizie Geniali qualche mese fa.
“Decidere di investire in una società sportiva quotata è una scelta che porta con sé un grado elevato di rischio e incertezza e richiede dunque una riflessione ben ponderata”, commenta Massimo Gionso, Consigliere Delegato di CFO SIM e grande esperto di mercati finanziari.
Più una scommessa che un investimento
“Nel mondo finanziario prevale ancora oggi un atteggiamento di scetticismo relativamente agli investimenti in società sportive quotate, legato alla convinzione, non del tutto infondata, che un investimento di questo tipo sia più simile a una scommessa che a una vera performance economica. In effetti, le società sportive non sempre beneficiano di asset tangibili veri e propri e l’andamento di questi titoli può dipendere da fattori esterni mutevoli. Per fare un esempio concreto, il titolo della squadra di calcio quotata può andare bene se il campione in carica farà gol, se la partita verrà vinta e così via, tutti eventi che non si possono prevedere. Lo stiamo vedendo proprio in questo momento, con il titolo della Juventus in leggera crescita dopo la vittoria della Coppa Italia”.
“Allargando il nostro sguardo”, continua Massimo Gionso,“il valore di una società quotata è determinato da un mix di asset intangibili e tangibili. Nel caso di una società quotata è sempre più legato ai ricavi derivati dai diritti televisivi e dagli sponsor, che possono variare da anno ad anno. Inserire nel proprio portafoglio anche titoli di società sportive significa quindi accettare che i guadagni reali possano realizzarsi nel lungo termine, mentre nel breve periodo potrebbero prevalere incertezza e volatilità”.
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