Quante volte avete pensato di prendervi un anno sabbatico, del tempo da congelare per lasciar decantare quanto vi fa soffrire e le ferite che non avete mai metabolizzato?
Lo stesso pensiero ha colto la mente della protagonista di Il mio anno di riposo e oblio scritto da Ottessa Moshfegh ed edito da Feltrinelli. Nata in una famiglia tanto agiata quanto povera nel campo di sentimenti e slanci di affetto, ben lontana da quell’idea di focolare della classica famiglia americana, la protagonista, della quale non conosciamo il nome e che nel corso del romanzo parla sempre in prima persona come se stesse scrivendo un diario personale, decide di concedersi un anno di sonno alternato da poche ore di veglia nel corso delle quali intrattenersi con cibo spazzatura e film anni 80.
Lo fa prediligendo le pellicole con Whoopi Goldberg e Harrison Ford, le più indicate per dimenticare delusioni d’amore, un amore materno negato e la scomparsa dei genitori.
Il piano prevede l’assunzione di quanti più farmaci sia possibile farsi prescrivere da una delle peggiori psichiatre disponibili. Sullo sfondo di una New York irrequieta e sempre alla ricerca di avanguardie, in movimento verso il futuro, la donna programma un piano efficiente di ibernazione che dovrebbe consentirle di sfuggire al dolore e spogliarsi del superfluo.
Riusciranno le pagine di questo libro a dimostrarci che si può sfuggire alle perdite a al dolore che ne consegue abbandonandosi all’oblio e allontanandosi da tutto? Senza ombra di dubbio la penna di Ottessa Moshfegh, regalerà uno sguardo senza esclusione di colpi sull’umanità con una punta di cinismo e la caustica ironia che rendono questo romanzo piacevole e godibilissimo.
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