Da oltre un secolo soldati e viandanti, artisti e lavoratori si godono i piaceri dalla cucina veneta nella storica osteria.
La fortuna è cieca. Anzi no. Ci ha attratti rocambolescamente dentro l’Osteria Madonnetta a Marostica, una delle più antiche della Serenissima e della penisola. È a due passi dalla celebre Piazza degli Scacchi dove, ogni due anni, si disputa la partita a scacchi con personaggi viventi in costume d’epoca.
Osteria Madonnetta: una storia lunga 120 anni
L’Osteria Madonnetta non è un semplice ristorante o un’osteria stellata, pardon chiocciolata, con certificazione Slow Food. È un vero e proprio monumento sociogastronomico, un tempio conviviale eretto nel 1904 dal bisnonno Bepi e passato di mano in mano fino ai pronipoti Barbara e Sandro Guerra. Sorrisi schietti e piatti tipici. Passione per il servizio e ferrea tradizione. Materie prime del territorio e piatti che rispettano la matrice culinaria veneta. Questi sono i capisaldi della Madonnetta, che durante la grande guerra aveva stregato anche Ernest Hemingway.
Nel secolo scorso l’osteria era meta di viandanti e soldati. Oggi è frequentata da tanti turisti, soprattutto di quelli che parlano la lingua di Goethe e di Shakespeare. Ma ci sono anche studenti, lavoratori, artisti e pensionati. La Madonnetta offre accoglienza a tutti coloro che vogliono immergersi in un’atmosfera senza tempo. Ha quasi centovent’anni ma non mostra nemmeno una ruga.
Il menu che parla veneto
Soppressa, bigoli, polenta, Asiago, trippa e baccalà. Tutti i capisaldi della cucina veneta trovano spazio nei menù proposti ogni giorno a Marostica dall’ineguagliabile Osteria Madonnetta.
Iniziamo con il tipico salume veneto, la soppressa appunto, che viene accompagnata da Asiago fresco e stagionato, prodotto nell’altopiano che dista pochi chilometri da qui. La trippa, anzi le trippe, alla veneta sono un mix di rumine e omaso bovino, che non prevedono l’uso di pomodoro, ma di ortaggi e pancetta a fine cottura. Poi ci sono i bigoli: al ragù, all’anatra, oppure i classici “in salsa”. Meglio detti bigoi coe sardee erano concepiti per onorare il precetto del venerdì e di tutti gli altri giorni di magro e costituiscono oggi uno dei piatti più gustosi della cucina veneta.
Tra i secondi non possono mancare il musetto con cren. Dove il musetto è un insaccato cotto tipico del periodo invernale che contiene parti di testa suina, mentre il cren è il rafano, un ottimo ‘pulisci bocca’ ma, soprattutto, un battericida naturale e uno stimolante dei processi digestivi.
Poi troviamo, come da tradizione, il fegato alla veneziana, ma soprattutto il baccalà alla vicentina, piatto storico un tempo utilizzato soprattutto nei giorni di quaresima, accompagnato da una fetta di polenta abbrustolita.
Dulcis in fundo il maccafame, dolce povero della cucina vicentina, che ricorda la torta di pane o paesana o miàscia diffusa tra Milano e la Brianza. Si prepara con ingredienti “poveri” un tempo diffusi anche nelle cucine più umili quali il pane raffermo, il latte, le uova e gli avanzi di frutta. Qui lo si prepara senza zucchero, ma con il dolce naturale rilasciato da uvette, mele e fichi secchi. La ciliegina sulla torta è proprio… una ciliegia locale che, messa sotto spirito, rallegra e arricchisce ulteriormente questo tradizionale dessert.
Osteria Madonnetta
Via Vajenti 21, Marostica
Telefono 0424 75859
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