Il fondo americano lancia la notizia di una possibile acquisizione del colosso Tlc italiano. Possibilità di crescita o rischio licenziamenti di massa? NG ha sentito l’esperto Rosario Pingaro: “L’obiettivo deve essere digitalizzare il Paese”
Il fondo americano KKR ha lanciato un’offerta di acquisto al colosso delle telecomunicazioni italiano TIM. L’offerta valuta il titolo il 50% in più del prezzo di mercato.
Una buona notizia?
Una buona notizia? Forse, ma la domanda sorge spontanea. Perché questo interesse? C’è chi dice che la conseguenza sarà catastrofica, perché TIM avrebbe bisogno di una profonda ristrutturazione, che tradotto significa migliaia di persone licenziate.
Dall’altra parte però, sarebbe l’occasione per il nostro Paese di avere finalmente un’azienda di TLC in grado di competere a livello internazionale e di fare realmente innovazione. Un problema anche per il governo Draghi, che, anche se per ora si tratta solo di un annuncio, pare si stia occupando della vicenda.
Quali prospettive per la rete unica?
La mossa del maxi-fondo USA, insomma, ha messo in subbuglio molti attori. Notizie Geniali ha chiesto un’opinione a Rosario Pingaro, esperto del settore TLC e AD e fondatore di Convergenze, operatore di tecnologia integrato attivo nei settori Telecomunicazioni, Energia e E-mobility.
In particolare, con lui abbiamo voluto affrontare due tematiche che rimangono sempre un po’ in sospeso e che con un eventuale passaggio di TIM a KKR potrebbero diventare cruciali. Si tratta della rete unica e del ruolo degli altri operatori TLC, fondamentali in numerose aree del Paese.
“L’offerta di KKR potrebbe aprire nuove prospettive per il settore delle Telecomunicazioni in Italia e potrebbe cambiare le carte sullo sviluppo della rete in fibra ottica in Italia e sulla decisione relativa alla rete unica, ossia l’opzione di avere un unico soggetto proprietario dell’infrastruttura per le connessioni fisse, principalmente in fibra ottica” ha spiegato Pingaro.
Un’opportunità e rischi
“Al di là degli accordi che si andranno a creare, quello che è importante sottolineare è che il mercato libero nelle TLC, con regole certe per tutti gli operatori, rappresenta oggi la soluzione migliore per il nostro Paese<“.
“Innanzitutto, per le tempistiche, visto che una decisione sulla rete unica ancora non è stata presa e rischia di allungare di molto la realizzazione dell’infrastruttura, in un periodo in cui invece si ha sete di connettività”.
“La messa in atto di un piano di infrastrutturazione uniforme per tutto il Paese, gestito da un unico soggetto, rischia poi di escludere alcune aree ancora affette da digital divide, che sono invece le prime sulle quali si concentrano gli investimenti di operatori locali come noi e molti altri”.
“Dal mio punto di vista di osservatore privilegiato, ritengo che la competizione per la creazione delle infrastrutture alla quale abbiamo assistito negli ultimi anni sia stata un acceleratore di innovazione tecnologica, che ha spinto gli operatori a proporre standard qualitativi sempre più elevati a prezzi sempre più competitivi”.
La rete unica austrialiana è stata un fallimento
“Inoltre, non possiamo dimenticare l’esempio dell’unico paese che si è finora dotato della rete unica, l’Australia. Un’iniziativa a dir poco fallimentare, che ha comportato una spesa di 30 miliardi superiore al previsto per infrastrutturare solo la metà delle utenze. Peraltro con una velocità di connessione molto più bassa rispetto agli standard”.
“Infine, il paragone al caso di successo della privatizzazione del settore Energia, nel quale noi operiamo in qualità di reseller, non è pertinente, in quanto si tratta di un settore strutturalmente diverso e con peculiarità che non hanno nulla in comune con quelle del mercato TLC”.
L’obiettivo deve essere digitalizzare il Paese
“In conclusione, mi auguro che i vantaggi del libero mercato e le capacità dei piccoli operatori TLC vengano rivalutati, affinché la digitalizzazione del Paese diventi un obiettivo veramente raggiungibile in tempi brevi. In uno scenario in rapido mutamento, noi stiamo continuando ad investire per espandere la nostra rete in fibra ottica proprietaria, per non farci trovare impreparati quando sarà il momento di mettere a disposizione la nostra rete e le nostre competenze”.
Leggi anche i vantaggi della rete unica in Italia