Icam vende le proprie tavolette in ogni angolo del pianeta e rifornisce di burro di cacao, gocce di cioccolato e cacao in polvere i grandi nomi della pasticceria e i più rinomati marchi cioccolatieri.
Le loro tavolette di cioccolato sono sugli scaffali dai negozi di alimentari e dei supermercati di mezzo mondo. Primi produttori di cioccolato biologico al mondo, con le loro linee per i professionisti riforniscono di burro di cacao, polvere, gocce di cioccolato e cioccolati di copertura alcuni dei nomi più noti nel mondo della pasticceria e i più rinomati marchi cioccolatieri in Italia e all’estero.
Eppure, alla maggior parte dei consumatori il nome di questa realtà che vende in circa 70 Paesi, che ogni anno lavora 25 mila tonnellate di fave di cacao provenienti dai migliori produttori del Centro America e dell’Africa, che nel suo stabilimento di Orsenigo (in provincia di Como) è in grado di produrre cioccolato di alta qualità adottando oltre 500 diverse ricette e che ha letteralmente rivoluzionato il proprio settore introducendo un nuovo modo per lavorare le fave di cacao, dirà poco a nulla.
Oltre 75 anni di storia alle spalle
Pur avendo alle spalle oltre 75 anni di storia, Icam è infatti un’azienda che produce cioccolato e prodotti semilavorati che vengono poi commercializzati con altri marchi, a eccezione di una piccola produzione diretta in vendita con il brand Vanini. Tutto ha inizio nel 1942, quando Silvio Agostoni rileva un piccolo laboratorio per la produzione di dolci e caramelle a Morbegno, in Valtellina (Sondrio). Quattro anni dopo, nel 1946, a Lecco, viene registrato il marchio Icam (Industria Cioccolato e Affini Morbegno), che segnerà questa straordinaria avventura.“
Mio papà ebbe l’intuizione di trasformare il cioccolato, che negli anni Trenta era ancora un prodotto d’élite e per le occasioni speciali, in un prodotto di largo consumo”, racconta Angelo Agostoni, presidente di Icam. “Cominciò a produrlo in casa, e poi ne portò un chilo a tutti i negozianti che conosceva, dicendo loro che avrebbero dovuto pagarlo solo se fossero riusciti a venderlo”.
La rivoluzione del mondo del cioccolato
Un’intuizione geniale, che avrebbe segnato il destino dell’azienda insieme a un altro lampo di genio: la collaborazione con un amico per ideare, sperimentare e perfezionare un’innovativa pressa orizzontale per l’estrazione del burro di cacao, che rivoluzionò il processo rendendolo più rapido, efficiente e facile. “Grazie a questa invenzione cominciammo a produrre e vendere burro di cacao e polvere in Cecoslovacchia, negli Stati Uniti e in Svizzera, avviando già negli anni Sessanta il processo di internazionalizzazione”, racconta Angelo, entrato in azienda nel 1968 quando, in seguito alla scomparsa del padre nel 1961, a guidarla era la madre, Carolina Vanini, insieme ai fratelli Giancarlo e Urbano.
Poi, “negli anni Settanta cominciai a girare l’Africa e il Centro America per acquistare il cacao direttamente dai produttori e non più dalla borsa internazionale”. Fu così che Icam diventò partner di cooperative di contadini ai quali garantisce da decenni una corretta retribuzione per il loro lavoro, promuovendo coltivazioni di qualità, biologiche e progetti sociali nei vari Paesi.
La produzione per i marchi della Gdo
Il resto, è storia recente. Dalla produzione per i marchi della grande distribuzione, avviata negli anni Novanta, al trasferimento da Lecco a Orsenigo, in uno stabilimento ultra moderno con sistemi di tracciabilità e sicurezza alimentare degni di Fort Knox. Oggi l’azienda, che resta una realtà famigliare nella quale opera anche la terza generazione, fattura 189 milioni di euro all’anno, dà lavoro a 430 dipendenti ed esporta il 60% della produzione, con mercati principali Stati Uniti, Regno Unito e Francia. “Siamo tra i pochissimi che partono dalla fava di cacao per arrivare alla tavoletta”, sottolinea Agostoni.
Quanto al futuro, “si andrà sempre più verso una differenziazione dei prodotti”, spiega il presidente. “Per questo stiamo ragionando su un centro di ricerca e innovazione e su un laboratorio nel quale poter lavorare piccolissime quantità di cacao, comprese qualità tanto rare da non essere nemmeno sul mercato”.