lunedì, Febbraio 3, 2025
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Strage di Capaci: “Il cane di Falcone” ricorda il magistrato antimafia

A trent’anni di distanza dall’attentato che costò la vita a Giovanni Falcone, alla moglie e a tre uomini della scorta, Dario Levantino racconta la sua storia con candore ed eleganza.

Strage di Capaci. Trent’anni fa, esattamente il 23 maggio del 1992, un attentato di stampo mafioso ci portava via il giudice Giovanni Falcone, sua moglie e collega Francesca Morvillo e tre dei componenti della sua scorta, Antonio Montinaro, Vito SchifaniRocco Dicillo.

Sono passati trent’anni da quella strage e oggi fiumi di parole verranno spesi. Parole per ricordare un professionista che ha permesso di fare grossi passi avanti nella lotta antimafia, che è riuscito a portare a processo oltre 300 mafiosi, che è riuscito a privare la mafia della sua aura di impunità e invincibilità, a dimostrare che può essere trascinata in tribunale e che i suoi capi possono essere condannati.

Strage di Capaci: trent’anni dopo

È morto per niente perché la mafia esiste ancora ? Vale la pena ricordare e raccontare?

Una risposta concreta la fornisce Dario Levantino con il suo ultimo romanzo “Il cane di Falcone”, pubblicato da Fazi Editore, che – attraverso un espediente narrativo del tutto inconsueto – permette al lettore di conoscere non solo il percorso di Falcone, ma di ricostruire una specifica fetta di storia italiana contornata da lotte di mafia, sangue, vittime innocenti e misteri sepolti.

Strage di capaci
Strage di Capaci: “Il cane di Falcone” ricorda il magistrato antimafia

È proprio un cane la voce narrante del romanzo. Si tratta di Uccio, un randagio che trova in Falcone il padre che gli è mancato e del quale impara a scoprire ogni dettaglio caratteriale e legato al suo mestiere.

Il racconto del cane Uccio

Una narrazione di quello che fu il giudice Falcone, innocente, priva di pregiudizi, quasi con il candore di un bambino. Eppure Uccio ha visto la cattiveria fin da piccolo e ne resta attorniato per tutto il resto della sua esistenza. L’efferatezza della cattiveria umana gli porterà via tutto ciò che ama.

Dario Levantino, autore palermitano con alle spalle già romanzi di successo quali “Di niente e di nessuno”, “Cuorebomba” e “La violenza del mio amore” – tutti pubblicati con Fazi Editore – si distingue ancora una volta per il suo sguardo su una realtà che conosce. Lo fa senza perdere mai la genuinità, il candore e l’eleganza che contraddistinguono il suo stile. Nemmeno quando affronta le situazioni più violente e disperate.

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