È tutto pronto al Lido per l’apertura della 79esima edizione della kermesse che dovrà affrontare la sfida di riportare il pubblico nelle sale.
Ciak, si gira. Riecco al Lido di Venezia, fino al 10 settembre, la 79esima Mostra del Cinema. Una vera sfida, mai come quest’anno, per riportare il pubblico nelle sale, anche se ormai le piattaforme (con Netflix a fare la parte del leone con quattro film in concorso) sono più o meno felicemente sdoganate nei grandi Festival.
Anche a Venezia si fa di necessità virtù, e il motto sembra diventato: l’importante, nonostante molti cinefili storcano il naso, è che i film vengano visti. Sarà: il direttore artistico Alberto Barbera e il presidente della Biennale, Roberto Cicutto, sembrano rassegnati, come del resto la maggior parte dei grandi critici cinematografici (vedi l’intervista a Paolo Mereghetti su Notiziegeniali.it).
Mostra del Cinema, si parte
Dunque si parte. Ma cosa dobbiamo aspettarci? La prima vera Mostra del dopo-Covid, con le sale del Lido che tornano a riempirsi completamente (nelle ultime due edizioni la capienza era dimezzata), con le mascherine caldamente consigliate, ma non obbligatorie, soprattutto con il tappeto rosso non più nascosto dal muro anti-fan scatenati, promette parata di star e pioggia di titoli in gara per il Leone d’oro.
Ben cinque le opere italiane in gara anche se, ovviamente, il safari per selfie e autografi sarà riservato alle grandi star internazionali. Il primo tappeto rosso è già pirotecnico, con la regina del divismo alla francese Catherine Deneuve, Leone alla carriera, con la presidente di giuria Julianne Moore, con il cast del film d’apertura “White Noise”, regia di Noah Baumbach, interpreti Adam Driver e Greta Gerwig. Nei panni di una direttrice d’orchestra abituata ad avere sempre quello che vuole, Cate Blanchett, in arrivo nel secondo giorno della kermesse, riempie, dall’inizio alla fine, lo schermo di “Tar”, diretto da Todd Field, mentre per Timothée Chalamet, protagonista di “Bones and All” di Luca Guadagnino, si prevedono tifo da stadio e cori ritmati come già accaduto, nella scorsa edizione, per la prima di “Dune”.
L’attesa per Blonde e quella per Federica Pellegrini
Ma un film e un divo sono particolarmente attesi dal popolo adorante del Lido. L’opera forse più glamour è certamente “Blonde”, con la bellissima Ana de Armas protagonista della rilettura del caso Marilyn Monroe. Chi non sarà a Venezia, comunque, non dovrà attendere molto per vedere il film tratto dal libro di Carol Oates: il 28 settembre “Blonde” sarà su Netflix, a riprova che forse le sale sono ormai destinate al ruolo di cenerentole.
Quanto alle star, ogni festival ha i suoi miti e il delirio annunciato è tutto per Harry Styles, ex leader degli One Direction e icona di stile queer, qui attore nel film (fuori concorso) di Olivia Wilde “Don’t worry Darling”. Occhio anche alle dive nostrane, da Elodie, al debutto come attrice, a Federica Pellegrini, fresca di nozze proprio a Venezia.
Leone d’oro: in gara cinque film italiani
E per i cinque film italiani in gara per il Leone d’oro, segnatevi “Il signore delle formiche” di Gianni Amelio, sul tema dell’omosessualità, con Luigi Lo Cascio, Elio Germano e Sara Serraiocco (racconta di Aldo Braibanti, scrittore e poeta omosessuale che, nel 1968, fu condannato a nove anni di galera, con l’accusa di plagio di un giovane allievo).
Gli altri? “Bones and All”: horror romantico di Luca Guadagnino, con appunto Chalamet (il viaggio on the road nella provincia americana di due giovani ai margini, entrambi cannibali). “Monica”, di Andrea Pallaoro: il dramma della trasgressiva bellissima Monica (l’attrice transgender Trace Lysett) che, dalla California, torna a casa dalla madre morente che l’aveva rifiutata. E poi “L’immensità”, di Emanuele Crialese, che vedrà protagonista la grande Penelope Cruz nella Roma del boom edilizio degli anni ’70, dove una coppia non si ama più, ma non riesce a lasciarsi. E infine “Chiara”, di Susanna Nicchiarelli: la storia della Santa d’Assisi è interpretata dall’ex amica geniale Margherita Mazzucco.