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Milani, una famiglia da 100 milioni di caffè all’anno

L’azienda comasca, nata 85 anni fa, serve i più grandi ristoratori e tosta ogni qualità di caffè singolarmente per valorizzarne le caratteristiche e preservarne la qualità.

Le loro miscele pregiate erano le preferite da Gualtiero Marchesi, che le ha sempre scelte per l’espresso servito nei suoi ristoranti. Oggi Caffè Milani rifornisce ristoranti di altissimo livello, l’esclusivo Forte Village Resort in Sardegna e tutti quei locali e hotel che cercano un prodotto di alta qualità, realizzato con la stessa cura artigianale con cui viene fatto da oltre ottant’anni.

La storia dell’azienda, che ha da poco celebrato gli 85 anni di attività, comincia infatti nel 1937 a Como, dove Celestino Milani, padre di Pierluigi, attuale amministratore delegato, e nonno di Elisabetta, responsabile marketing, decide di lasciare la vita da barista per diventare un torrefattore di caffè. “Il torrefattore storico di Como gli aveva comunicato che si sarebbe ritirato, e così lui aveva deciso di aprire una sua attività”, spiega Elisabetta Milani. “Da lì ci siamo ritrovati nel centro storico di Como, dove la bottega artigiana aperta dal nonno ha rappresentato a lungo il punto di riferimento per i bar che si rifornivano da lui e per gli amanti del caffè di alta qualità”. 

Caffè Milani
La famiglia Milani celebra gli 85 anni di storia nel mondo del caffè

Caffè Milani: dalla piccola torrefazione ai mercati internazionali

Fin dall’inizio, infatti, la scelta di questa piccola torrefazione, cresciuta nel corso della sua storia fino ad arrivare, oggi, a servire circa 100 milioni di tazzine di caffè all’anno e da essere apprezzata non solo in Italia, ma anche in Giappone, Cina, Corea, Taiwan e Paesi dell’Est Europa, è stata quella di puntare sulla qualità. “Siamo stati i primi a trattare in Italia i caffè mono origine, anche sulla spinta di un cliente come Peck (la storica gastronomia di lusso in centro a Milano, Ndr), che abbiamo servito fino a quando è rimasto della famiglia Stoppani”, sottolinea la responsabile marketing dell’azienda. “Anche dopo il trasferimento da Como a Lipomo (piccolo comune a Est del capoluogo), dove ci siamo stabiliti alla fine degli anni Sessanta per rispondere all’esigenza di maggiore spazio, non abbiamo mai rinunciato alle nostre origini artigiane: seguiamo ogni fase del processo con la stessa cura con cui lo faceva mio nonno nella sua bottega”. 

I chicchi di caffè verde che arrivano a Lipomo in sacchi di juta provenienti dai Paesi tropicali vengono messi nei silos di stoccaggio e, quando è il momento della torrefazione, lavorati in base alle singoli origini. Sia nel caso in cui sono destinati ai Cru mono origine, sia in quello in cui verranno successivamente utilizzati per dar vita a un blend. “Ogni chicco ha bisogno di una cottura,  di una temperatura e di curve di tostatura particolari, quindi noi per prassi aziendale tostiamo qualità singole”, sottolinea Elisabetta Milani.

Caffè Milani
Alcune delle varietà utilizzate da Caffè Milani

Qualità artigianale e attenzione alla sostenibilità

Il risultato è un prodotto che, nonostante le dimensioni contenute dell’azienda, consente a questa piccola realtà famigliare di competere in un settore nel quale operano gruppi multinazionali e realtà di dimensioni enormi. “Solamente in Italia ci sono più di 800 torrefattori, per cui la concorrenza non manca. Noi abbiamo sempre fatto del localismo e della vicinanza al territorio il nostro cavallo di battaglia, insieme al concetto di qualità, che anche oggi non si può ancora dare per scontato, perché purtroppo in giro è molto più semplice trovare cattivi caffè che buoni caffè”, prosegue la responsabile marketing dell’azienda.

Anche lo sforzo in termini di sostenibilità va in questa direzione, “perché fa bene al consumatore, alla nostra comunità, ma anche a quelle dei Paesi di origine”, sottolinea Elisabetta Milani. “Noi acquistiamo il caffè in 30 Paesi diversi e da sempre lavoriamo con gli stessi fornitori e intermediari, della cui etica abbiamo avuto conferma nel corso degli anni. Concentriamo i nostri sforzi per diffondere la cultura del caffè tanto che nel 2017 abbiamo inaugurato il nostro museo aziendale, dove abbiamo una piantagione climatizzata di piante di caffè e una collezione di macchine antiche (dal 1700 in avanti) per far sì che consumatori, scuole alberghiere e appassionati possano vedere come nasce il caffè, cosa che normalmente avviene dall’altra parte del mondo”. 

Libero Quotidiano, 8 ottobre 2022.

Leggi le storie di tutti i Geni Lombardi.

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