Trucchi e segreti per trattare e curare al meglio questa pianta sempreverde che contribuisce più di ogni altra a creare l’atmosfera magica delle feste.
L’agrifoglio è una tipica pianta natalizia i cui rametti compaiono spesso nelle ghirlande, nei centro tavola, o messi insieme ad altri elementi decorativi che creano quella magica atmosfera tipica di questo periodo festivo.
La pianta dell’agrifoglio, però, è bella durante tutto l’anno. Soprattutto perché è una sempreverde. Un vantaggio pratico è rappresentato appunto da questa sua caratteristica: non perdendo le foglie in autunno, non bisogna rastrellare sotto la sua chioma e la manutenzione risulta molto semplice.
L’agrifoglio è simbolo di fertilità e buon auspicio per l’anno nuovo e anticamente, nei riti pagani, era utilizzato nelle feste dedicate al solstizio d’inverno, la data in cui le giornate, arrivate alla loro durata minima, iniziano lentamente ad allungarsi.
La pianta
L’agrifoglio ha origini europee e se ne contano oltre quattrocento specie, la cui più, comune è Ilex aquifolium.
In condizioni ottimali la pianta può raggiungere anche i 20 metri di altezza, ma di solito si mantiene a portamento cespuglioso e con le potature la si contiene entro i 5 metri. Può vivere bene anche su un balcone o una terrazza, purché disponga di un vaso molto capiente.
Le foglie dell’agrifoglio sono verdi scuro e lucide e dotate di aculei, ma poi non così pungenti. La chioma tende ad assumere una forma globosa o piramidale, mentre la corteccia del fusto è liscia e di colore grigio.
Un dettaglio importante
Ciò che rende l’agrifoglio così natalizio sono le sue piccole e numerose bacche rosse, che tuttavia non tutti gli esemplari generano, ma solo quelli femminili. Si tratta infatti di una specie dioica, di cui si trovano individui che portano solo fiori maschili e altri che ne portano di soli femminili. Perché una pianta femminile produca le bacche rosse è necessaria la fecondazione, data dalla presenza di un esemplare maschile.
Esposizione, trapianto e cure successive
L’agrifoglio tollera male l’esposizione diretta al sole, e predilige posizioni di mezz’ombra. Gradisce terreni fertili, leggermente acidi e non troppo argillosi. Il trapianto va effettuato a fine inverno o inizio primavera, scavando una bella buca in cui mettere del buon concime organico mescolato alla terra di scavo, oppure, nel caso di coltivazione in vaso, usando un terriccio di qualità già arricchito di concime o da aggiungere in dosi generose.
L’agrifoglio richiede sporadiche irrigazioni, da intensificare sicuramente nei periodi siccitosi estivi, soprattutto per le piante in vaso. A primavera è buona norma distribuire ogni anno del nuovo concime organico, e in seguito saltuariamente è consigliato mettere nell’acqua dell’annaffiatoio un misurino di concime liquido per piante verdi.
Cosa fare in caso di parassiti
L’agrifoglio può essere colpito dalle cocciniglie, fastidiosi insetti a tegumento rigido, che si attaccano ai rametti succhiandone la linfa. Per eliminarli basta passare una spazzola metallica sui rami, o in alternativa cotone imbevuto di alcool. Se questi rimedi non dovessero bastare, è consigliato trattare con l’olio bianco.
Altro parassita è l’oziorrinco, che mangia le foglie, e che si può debellare con un prodotto del tutto naturale a base del nematode Steinernema carpocapsae, un microrganismo con il quale è stato inventato un prezioso bioinsetticida del tutto innocuo per l’ambiente.
Potatura dell’agrifoglio
La pianta ha una crescita lenta, pertanto gli interventi di potatura sono da considerarsi solo saltuari, per ridare forma all’arbusto, per contenere le sue dimensioni e per prelevare i rami che servono per le decorazioni natalizie.
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