Il Linificio e Canapificio Nazionale è il più antico stabilimento al mondo operativo nella filatura di questa straordinaria fibra naturale, utilizzata per filati di altissimo pregio, ma anche nei settori tecnici.
Il loro è l’unico stabilimento al mondo che produce filati di lino da 150 anni. Operativo dal 14 gennaio 1873, quando Andrea Ponti avviò la propria filatura a Villa d’Almè, piccolo comune a Nord Ovest di Bergamo lungo il fiume Brembo, il Linificio e Canapificio Nazionale è, infatti, considerato come l’università della filatura di questa fibra naturale. E, allo stesso modo, la filiera del lino che si è sviluppata nel corso dei decenni in Lombardia, proprio a partire da quel primo seme, rappresenta ancora oggi il punto di riferimento internazionale per chi cerca filati di alta qualità.
Eppure, gli aspetti che fanno di questa incredibile realtà imprenditoriale un caso davvero unico nel panorama mondiale sono ancora di più. Perché quella che resta la più antica filatura di lino al mondo, oggi parte di Marzotto Group, si è evoluta nel corso della sua storia fino a diventare anche il più grande centro di ricerca e sviluppo liniera di alta qualità a livello globale.
150 anni di storia per una realtà unica a livello globale
“In effetti nel corso della nostra storia ci siamo trasformati da grande stabilimento produttivo a piccolo stabilimento, per poi diventare polo di ricerca e innovazione”, conferma Pierluigi Fusco Girard, amministratore delegato del Linificio e Canapificio Nazionale. “Qui noi studiamo filati di alta qualità, che ci consentono di distinguerci dai nostri competitor nel Far East, soprattutto India e Cina, ma anche di sviluppare nuovi mercati che vanno al di là di quelli tradizionali, che sono abbigliamento e arredamento”.
Se in passato fu proprio grazie a un’invenzione dell’azienda orobica che il lino, fino ad allora utilizzato solo nei tessuti per la casa, divenne un filato utilizzato nel mondo della maglieria, oggi le novità sono forse ancora più dirompenti.
Ricerca e innovazione: così il lino diventa fibra tecnica
“A Villa d’Almè, dove facciamo produzioni di eccellenza uniche come il filato di lino più fine al mondo, utilizzato dalle aziende che fanno prodotti di altissima qualità e finezza e amato dalla casa reale giapponese”, racconta Pierluigi Fusco Girard, “abbiamo sviluppato anche filati alimentari e tecnici. Si tratta di soluzioni sviluppate con università, aziende e centri di ricerca italiani ed esteri, che puntano a valorizzare le proprietà di questa straordinaria fibra naturale. Il lino, infatti, è la fibra più sostenibile che abbiamo nel mondo tessile, ed essendo compostabile e biodegradabile è particolarmente interessante per tutti quei settori che puntano a ridurre il proprio impatto ambientale”.
Sono nati così gli imballaggi ortofrutticoli in lino, che rappresentano un’alternativa sostenibile alle retine in plastica utilizzate per la frutta, la verdura e i frutti di mare, già in commercio in Francia, Germania e Spagna. Ed è nato così l’abbinamento di lino e canapa con la fibra di carbonio nel settore automotive, per realizzare le carrozzerie che “vestono” le GT cars.
Il lino utilizzato nel settore aeronautico e in quello nautico
“Stiamo entrando sempre più in questo settore fatto di performance, nel quale le proprietà delle nostre fibre consentono di dar vita a elementi più sostenibili e di minor peso a parità di resistenza”, spiega l’amministratore delegato del Linificio. “Si tratta di applicazioni molto innovative, che oggi vengono utilizzate perlopiù su auto da corsa, per gli sci e per le racchette da tennis. L’interesse verso questi materiali, però, è così forte che ci aspettiamo di trovarli nel giro di pochi anni su auto di produzione di serie, nel settore aeronautico e in quello nautico”.
Ma non basta. Tra i progetti a cui l’azienda, che ha sedi produttive anche in Tunisia e Lituania, sta lavorando c’è pure quello di riportare la coltivazione del lino in Italia. “Abbiamo già fatto i primi esperimenti in alcune valli bergamasche che un tempo erano coperte di campi di lino, portando le coltivazioni fino a Bergamo alta”, sottolinea Pierluigi Fusco Girard, “e contiamo di far crescere pian piano questa filiera completamente italiana”.
Fatturato raddoppiato in soli cinque anni
Tante linee diverse che stanno contribuendo a far crescere velocemente il fatturato del Linificio e Canapificio Nazionale, che è tra i principali produttori europei di filato in lino e che tra la sede bergamasca e quelle all’estero conta 950 dipendenti. Dai 35 milioni di euro del 2017 si è infatti balzati ai 65 milioni di euro del 2022. Di questi il 60% è frutto dell’export, con vendite in tutto il mondo e mercati principali in Francia, Belgio e Spagna.