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Il Da Vinci brianzolo crea oggetti con il laser

Regolo Studio produce oggetti di ogni genere, dai ricambi d’auto agli arti per disabili, grazie alla stampa 3D

A vederlo dall’esterno sembra un tipico capannone artigiano della Brianza monzese, di quelli che negli ultimi dieci anni si sono svuotati a decine per le difficoltà delle piccole e medie imprese falcidiate dalla crisi o per la scelta di molti imprenditori di delocalizzare la produzione. Invece, dietro a quella facciata anonima e alla piccola etichetta che sul citofono segnala l’esistenza di Regolo Studio Srl, si nasconde un vero e proprio laboratorio della creatività e dell’innovazione al servizio delle imprese. Dove, tra stampanti 3D, macchine per il taglio laser e per la modellazione a deposizione fusa, bracci scanner laser e laboratorio metrologico a temperatura e umidità controllate, si producono prototipi di ogni genere. Dai pezzi di auto d’epoca ormai diventati introvabili, che vengono ricostruiti dopo essere stati rilevati da uno scanner di precisione attraverso un processo di reverse engineering, agli arti per le persone che hanno subito un’amputazione. Dai gioielli ai pezzi delle auto da corsa. Dai pupazzetti di Star Wars ai tacchi per le scarpe da donna. Fino agli espositori per i negozi, ai modelli mini e in scala reale di mobili che entrano poi in produzione di serie e ad articoli ad altissima tecnologia coperti da segreto industriale. Per la start up con base a Macherio, che a mezz’ora d’auto da Milano ha dato vita a un laboratorio degno di Pico De Paperis, gli unici limiti sembrano essere quelli posti dalla fantasia.A dar vita a tutto ciò una coppia di novelli Leonardo da Vinci, Giorgio Villa e Silvia Salami. I due, marito e moglie, hanno infatti messo a frutto l’esperienza maturata nel corso degli anni, prima come dipendenti di un’azienda artigiana e poi in proprio, per lanciare nel 2016 questa nuova start up che basa le proprie attività sulla tecnologia e l’innovazione.“Regolo non è un ufficio, ma un maxi laboratorio di 1.200 metri quadrati nel quale mettiamo servizi e tecnologie al servizio delle imprese”, spiega Giorgio Villa, ceo di questa giovane realtà. “Qui troviamo soluzioni innovative alle esigenze dei clienti, sia quelli che hanno necessità di ricreare il pezzo di ricambio di un’auto d’epoca ormai fuori produzione da decenni, sia a quelli che vogliono cimentarsi con nuove sfide, ad esempio trovando nuove applicazioni per materiali che in passato si usavano per tutt’altro”.Se il punto di partenza sono le macchine per la fresatura robotica, la stampa in 3D e la modellazione parametrica, a fare di questa piccola società un centro dell’innovazione a livello internazionale sono soprattutto le idee e le competenze di Giorgio e Silvia, due persone che non hanno avuto paura di “investire tutto ciò che avevamo, e anche di più” in quegli strumenti e know how che consentono loro di fare ricerca e innovazione. Una scelta che ha consentito a Regolo Studio Srl di acquisire rapidamente clienti di primissimo piano in Italia e all’estero: da Costa Crociere a Living Divani, da Tisettanta a Decathlon, da Fincantieri a Royal Caribbean. Nomi accanto ai quali si trovano anche marchi super esclusivi, il cui nome è però coperto dal massimo riserbo.A seguire questi clienti, “un team composto attualmente da sei persone, di cui quattro sono donne”, sottolinea Villa. “Ci siamo infatti resi conto che per molti lavori nuovi, compresa la programmazione Cnc (di macchine a controllo numerico, Ndr) c’è una particolare predisposizione femminile alla precisione”.Una dinamica tutt’altro che scontata, visto che Regolo Studio Srl, che non a caso è stato scelto da Apa Confartigianato Imprese Milano Monza e Brianza come sede del primo di una serie di incontri formativi volti a diffondere la digitalizzazione delle imprese artigiane, opera in un settore nel quale la componente maschile resta predominante. Un comparto “nel quale noi di fatto facciamo da collettore tra i piccoli artigiani, che mantengono una straordinaria capacità di creare pezzi e oggetti di alta qualità, e le imprese, che spesso faticano a trovare una risposta alle loro esigenze, anche perché”, conclude Villa, “negli ultimi dieci anni sono molti quelli che hanno puntato tutto sul lato commerciale abbandonando la produzione o delocalizzando all’estero per ridurre i costi”. 

Libero, 10 febbraio 2018

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