Lo sci di fondo Paralimpico, i suoi campioni, e l’attesa degli atleti italiani per le gare in casa; tutto quello che c’è da sapere su questa disciplina in attesa di Milano-Cortina 2026
Sci di fondo Paralimpico
Lo sci di fondo è il tipo più antico di sci. Nato dalla necessità di spostarsi su terreni innevati, si è sviluppato come sport alla fine del XIX secolo. Aspettando Milano Cortina 2026 ecco tutto quello che c’è da sapere su questa disciplina.
Lo sci nordico è praticato da persone con una disabilità fisica o visiva. La FISIP Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici è la Federazione di riferimento, riconosciuta dal CIP, nel settembre 2010.
Lo sci nordico prevede due discipline al suo interno che sono lo sci di fondo e il biathlon. Come nello sci alpino anche nel nordico esistono due macrocategorie che prevedono la disabilità visiva (Visually Impaired) – a sua volta suddivisa in B1 per i ciechi e B2/B3 per gli ipovedenti – e la disabilità fisica – a sua volta divisa per gli arti superiori o inferiori ma che sono in grado di deambulare (Standing) e atleti che utilizzano una carrozzina (Sitting). A differenza dello sci alpino, per lo sci nordico viene utilizzato lo slittino al posto del monosci.
L’atleta ipovedente utilizza per comunicare con la guida, che lo anticipa, il bluetooth, mentre le guide dei ciechi utilizzano un altoparlante posizionato sulla schiena per dare i comandi all’atleta. Lo sci di fondo ha fatto il suo esordio ai Giochi Paralimpici di Örnsköldsvik (Svezia) nel 1976.
Le competizioni
A seconda del grado di limitazione dell’attività derivante dalla disabilità, un concorrente può anche utilizzare un sit-ski, una sedia dotata di un paio di sci. Gli atleti con disabilità visiva, invece, partecipano all’evento con una guida vedente.
Gli atleti maschi e femmine gareggiano in sprint, 5 km, 10 km e 20 km o partecipano a una staffetta a squadre utilizzando tecniche classiche o libere.
A Milano Cortina 2026 le gare di Para Cross-country skiing si disputeranno a Tesero, in Val di Fiemme.
Le origini
Lo sci di fondo Paralimpico (conosciuto anche come sci di fondo o sci nordico) è apparso per la prima volta ai Giochi paralimpici invernali del 1976 a Örnsköldsvik, in Svezia. La competizione era aperta ad atleti con disabilità fisiche agli arti superiori e inferiori (standing) e agli arti inferiori e al tronco (sitting), così come a persone con disabilità visiva.
Uomini e donne utilizzavano la tecnica classica in tutte le distanze del fondo fino all’introduzione del pattinaggio da parte degli atleti ai Giochi paralimpici invernali di Innsbruck 1984. Da allora, gli eventi sono stati suddivisi in due gare separate: tecnica classica e tecnica libera. La nuova tecnica, tuttavia, non è stata utilizzata ufficialmente in una gara a medaglia fino al 1992 ad Albertville, in Francia.
Lo Sci nordico nostrano
La prima vittoria azzurra nello sci di fondo Paralimpico arriva a Innsbruck 1988 grazie a Paolo Lorenzini che, in quell’edizione paralimpica, trionfa nella distanza lunga (30 km) e chiude al terzo posto nella media distanza (15 km) e nella staffetta 4×10 km.
Nell’edizione successiva, ad Albertville 1992, arrivano anche le prime medaglie conquistate da una donna italiana alle Paralimpiadi: l’impresa porta la firma di Dorothea Agetle che si aggiudica due bronzi nella 5 e 2,5 km. Dorothea si conferma anche a Lillehammer 1994 con altrettanti bronzi nelle stesse gare e con un meraviglioso argento nella 10 km, rivinto anche a Nagano 1998.
A Salt Lake 2002, invece, l’Italia scopre il talento di Roland Ruepp (già argento nella 10 km di Nagano nel 1998). Il fondista sudtirolese vince uno storico doppio oro nella 5 e 10 km. A Vancouver 2010, poi, è il turno di Francesca Porcellato che, dopo aver lasciato il suo segno nell’atletica paralimpica ai Giochi Paralimpici estivi, trionfa anche nello sci di fondo con un indimenticabile oro nella gara 1 km sprint a tecnica classica.
Infine, l’atleta azzurro su cui vengono riposte le speranze del movimento paralimpico di sci di fondo è Giuseppe Romele, medaglia di bronzo nella 10 km sitting di Pechino 2022.
L’esperienza dell’atleta bresciano Giuseppe Romele
Siamo riusciti ad intercettare proprio Giuseppe Romele, a poco più di un anno dalla cerimonia d’inaugurazione dei giochi, che avranno luogo principalmente tra Milano e Cortina anche se lo sci di fondo si terrà in Val di Fiemme.
In primis l’atleta bresciano racconta come ha scoperto lo sci di fondo:
“La passione per lo sci di fondo è nata grazie al mio compagno di squadra Cristian Toninelli, che ha parlato con Angelo Martinoli vicepresidente della Polisportiva Disabili Valcamonica per curiosità. Grazie alla mia abilità con lo slittino e alle mie buone condizioni di preparazione non ho avuto grosse difficoltà ad iniziare, a parte riuscire a trovare la posizione corretta sull’attrezzo!”.
Prima di avvicinarsi a questo sport Giuseppe aveva già dedicato tanti anni al nuoto, con ottimi risultati.
Tutta la delegazione italiana si sta impegnando al massimo per figurare al meglio nella Paralimpiade di casa nello sci di fondo.
Giuseppe Romele ci congeda raccontando le sensazioni che prova nel correre sulle nevi di casa “L’emozione che provo per aver le paralimpiadi in casa è unica nel suo genere, anche perché credo capiti una volta sola nella vita”.
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