Se si dovesse coniare uno slogan, si potrebbe dire Pime Group è sempre tra noi. Ed è proprio così, perché questa azienda è quella che in qualche modo garantisce l’integrità e la valorizzazione di ciò che si vede, che si tocca, che si compra. Il suo compito, infatti, è quello di confezionare, cellofanare, impacchettare, sleeverare moltissimi oggetti che ci circondano quotidianamente.
Chi non ha mai fatto la collezione delle figurine Panini? E chi non conosce il Campari o la Vodka Smirnoff? O, ancora, chi non è impallidito di fronte alla richiesta di una nuova LOL, una di quelle bamboline che fanno impazzire le bambine e, per motivi differenti, i loro genitori?
Di tutto questo, e molto di più, si occupa Pime Group, realtà che opera come confezionatrice e partner di co-packaging e che rappresenta il più grosso applicatore di sleeves (le etichette costituite da una sorta di calza in plastica termoretraibile che riveste bottiglie e vasetti) conto terzi in Italia. L’azienda, che ha sede a Pregnana Milanese, comune a una manciata di chilometri dal capoluogo lombardo e dalla sede di Expo Milano 2015, è l’unica in Italia a offrire il doppio servizio di confezionamento di articoli collezionabili e di applicazione automatica di sleeves orientate/posizionate sui contenitori.
Un’attività che parte da lontano. E che si è evoluta nel corso dei decenni di pari passo con l’evoluzione delle tecnologie, dei materiali e delle strategie di marketing.
“L’azienda è nata negli anni Ottanta”, racconta infatti Fabio Fabiani, amministratore della società, “e fino ai primi anni Duemila si è occupata essenzialmente del confezionamento in blister o astucci bivalve di quelli che chiamano collezionabili e che in quei decenni letteralmente spopolavano. Dalle figurine agli album di raccolta, dalla filatelia alle tante proposte di modellismo che venivano presentate in edicola settimanalmente: la nostra azienda è stata leader in questo tipo di operazioni”.
Questo fino alla seconda metà degli anni Duemila, quando all’attività storica si è affiancata anche quella di sleeveratura, grazie all’acquisizione di una società di Bologna che era stata la prima a introdurre in Italia questo tipo di tecnologia. Un’operazione che ha rappresenta un vero e proprio lampo di genio. Da quel momento, infatti, l’azienda ha potuto non solo rilanciare le proprie attività in una fase storica nella quale la crisi dell’editoria e della carta stampata aveva cominciato a incidere sulle vendite dei collezionabili, ma anche cavalcare la nuova tendenza del marketing a massimizzare l’individualizzazione del prodotto.
Una strategia che nel corso degli anni si è diffusa tanto da diventare un’abitudine consolidata. Tanto che “oggi l’applicazione di sleeve conto terzi si giustifica solamente per i prodotti di fascia molto alta: serie speciali, serie limitate, spirits la cui bottiglia diventa molto più riconoscibile grazie a un rivestimento che garantisce caratteristiche estetiche, tattili e, talvolta, anche olfattive uniche”, sottolinea Fabiani. “Noi serviamo storicamente tutti i grossi gruppi”.
Da Campari a Martini & Rossi, da Bacardi a Diageo (vodka Sminoff e birra Guinness), fino a Coca Cola e Carlsberg. Brand globali, ai quali si aggiungono per l’attività di co-packaging Panini, De Agostini e tutti i più grossi gruppi editoriali.
Marchi che fanno capire perché, pur essendo un’azienda di una decina di dipendenti, la produzione di Pime Group finisca per il 50% sui mercati esteri. “Molti dei nostri clienti sono multinazionali, per cui la metà di quello che facciamo va fuori dall’Italia, praticamente in tutta Europa”, spiega l’amministratore dell’azienda, il cui business è rappresentato per due terzi dal co-packaging di collezionabili e articoli destinati al mondo delle edicole e per un terzo dalla sleeveratura, che riguarda non solo bevande alcoliche, ma anche detersivi, oli, integratori alimentari e prodotti liquidi e in polvere di ogni tipo.
Un’attività, questa, che l’azienda è tra le poche in grado di poter svolgere sia su contenitore vuoto sia su contenitore pieno. Nei 5 mila metri quadrati coperti della sede di Pime Group, azienda associata ad API, l’Associazione delle Piccole e Medie Industrie, c’è quindi spazio anche per un deposito fiscale di alcoli. Un ulteriore valore aggiunto per una realtà davvero unica nel suo genere, i cui prodotti sono tra le nostre mani quotidianamente, spesso senza che nemmeno se ne abbia consapevolezza.