L’intuizione che più di tutte ne ha caratterizzato la storia è stata quella di recuperare il legno usato e di riutilizzarlo, primi in Italia e nel mondo, per la realizzazione di pannelli truciolari ecologici con cui produrre mobili per la casa e per l’ufficio. Ma negli oltre 50 anni di attività che ha già alle spalle il Gruppo Saviola, leader italiano nei pannelli truciolari e tra i principali produttori di mobili in kit, c’è molto di più.
Nata nel 1963 a Viadana, comune della Bassa padana in provincia di Mantova nel quale l’azienda ha ancora oggi il proprio quartier generale, questa realtà fondata dai fratelli Angelo e Mauro Saviola con Dino Del Ton è infatti stata protagonista di una serie di piccole e grandi rivoluzioni. E ha avuto un ruolo centrale nella definizione di nuovi standard nella produzione dei pannelli truciolari, al punto da essere oggi prima al mondo nel riciclo di legno post-consumo.
È infatti grazie all’azienda mantovana se oggi dalle vecchie credenze, armadi e mobili nasce il design green con manufatti di qualità e certificati, ideati da designer e tecnici del pannello e scelti dai migliori arredatori nel mondo. Non solo. L’ultima novità lanciata dal gruppo, che ha chiuso il 2019 con un fatturato di 606 milioni di euro, è rappresentata da Officina Saviola, che attraverso la divisione ricerca e sviluppo dell’azienda ha creato un gel igienizzante derivato da fonti rinnovabili che sposa perfettamente la filosofia ecologica dell’azienda, offrendo una soluzione da base naturale efficace contro batteri e virus.
“Mio padre e mio zio cominciarono l’avventura grazie a un prestito fatto da un’anziana zia, che diede loro modo di trattare con le banche e ottenere un finanziamento”, racconta Alessandro Saviola, presidente del gruppo. “L’idea iniziale fu quella di utilizzare la parte meno nobile della lavorazione dei pioppi, la ramaglia, che in questa zona si trovava in grandi quantità, per produrre pannelli truciolari”.
Nonostante qualche inevitabile difficoltà iniziale, il successo arrivò rapidamente. Tanto più dopo che, all’inizio degli anni Settanta, l’azienda iniziò a produrre pannelli nobilitati rivestiti sui lati, all’epoca con il marchio Sadepan. “Dopo qualche anno mio padre decise che era arrivato il momento di liberarsi dal giogo dei produttori delle resine che venivano utilizzate per produrre i pannelli”, racconta Saviola. “Si era infatti creato un vero e proprio cartello, dal quale fu deciso di svincolarsi iniziando la produzione in proprio delle colle”.
Una sfida ai colossi della chimica nel nome di un’antesignana produzione integrata, che per molte aziende poteva rappresentare il punto di arrivo di una storia di successo. Nel caso di Saviola, invece, si trattò semplicemente di una tappa lungo un percorso che avrebbe incrociato la vera svolta tra gli anni Ottanta e Novanta, con il lancio sul mercato del primo Pannello Ecologico prodotto con materiali che altrimenti sarebbero stati destinati a essere smaltiti come rifiuti.
“Visto che l’italia era povera di materia prima e non c’era grande disponibilità di legno rispetto al fabbisogno, mio padre decise di provare a riciclare alcuni materiali”, spiega l’attuale presidente. “Si cominciò con gli scarti delle segherie, che erano prodotti puliti e nobili, poi con i pallet, e cominciammo a creare un primo piccolo network di raccolta nelle segherie e nelle aziende. Poi con il Decreto Ronchi (emanato nel 1997 per rendere efficaci le direttive europee sui rifiuti urbani, sui rifiuti pericolosi e sugli imballaggi, Ndr), potemmo far esplodere il network e farlo crescere fino a diventare il più grande al mondo. Dai mobili usati agli avvolgicavo delle bobine dei cavi elettrici, dalle cassette della frutta agli imballaggi dei motori elettrici: di fatto i fornitori diventavano le industrie e le isole ecologiche”.
Una svolta epocale realizzata anche grazie a Rilegno, il Consorzio nazionale che si occupa della raccolta, del recupero e del riciclo degli imballaggi di legno, ma che all’inizio incontrò parecchi ostacoli. “Nei primi anni il mercato non era pronto e il cliente considerava i pannelli di legno riciclato un prodotto di Serie B, nonostante noi avessimo messo a punto un sistema produttivo che consentiva di produrre pannelli equiparabili a quelli fatti con legno nuovo”, ammette Saviola. “In quel periodo abbiamo dovuto lottare con questa difficoltà di mercato, e abbiamo reagito creando il Consorzio del pannello ecologico e cominciando a fare marketing per valorizzare questa scelta, anche sull’onda di una coscienza ecologica in grande evoluzione”.
Uno sforzo che darà ai suoi frutti nei decenni seguenti. E grazie al quale nel 1997 l’azienda raggiunge il 100% di produzione di pannelli ecologici, garantendo così il “salvataggio” di 10 mila alberi al giorno e di una foresta estesa come il territorio del Trentino – Alto Adige ogni anno.
Tutto ciò con una “tecnologia che rimane un’eccellenza italiana a livello mondiale, anche se all’estero in tanti hanno cercato di copiarci”, sottolinea Saviola. “Questo anche grazie a un substrato di riciclatori che fa dell’Italia il primo paese al mondo per riciclo del legno, creando una filiera davvero unica”.
Libero, 10 agosto 2019 (ultimo aggiornamento il 5 agosto 2020)