La bolla è una strega e la sua versione più pericolosa viene fatta con il Pinot Meunier. Il Meunier è una mutazione dell’uva Pinot Nero e la si può trovare anche parecchio più a nord-ovest del piccolo comune di Martignano situato sulle colline di Trento, per la precisione in Champagne, dove nella terra dei Galli viene vinificata da sola oppure assieme al Pinot Nero e allo Chardonnay per dare vita all’uvaggio tradizionale con cui si fanno le arcinote bollicine francesi.
Il Meunier è un’uva di montagna, viene coltivata in quelle zone anche per necessità, perché lì il passaggio tra l’inverno e la primavera non è privo di imprevisti. Al primo raggio di sole c’è chi si spoglia, la vite germoglia, ma le gemme, qualora dovessero incontrare nuovamente il freddo di una gelata, potrebbero danneggiarsi. Ecco allora che il Pinot Meunier è un’uva dotata di gemme di controcchio che, in caso di gelata si sviluppano al posto di quelle danneggiate.
Il Pinot Meunier è entrato in punta di piedi nel panorama viticolo italiano e al momento è possibile apprezzarlo come denominazione nella sola “Trento” doc la cui base ampelografica (la disciplina che descrive, dal punto di vista della morfologia esterna, i differenti vitigni e li classifica) consente di ottenere vini spumanti nella quattro varietà: Chardonnay e/o Pinot bianco e/o Pinot nero e/o Meunier.
Maso Martis: un unicum in Trentino e in Italia
Quasi nessuno vinifica il Meunier, e non è poi chiarissimo il perché. Come doc vinificata in purezza, è possibile dire che una sola realtà lo coltiva ed è l’azienda agricola Maso Martis, e la si può trovare a Martignano sulla collina est di Trento alle pendici del monte Calisio.
L’azienda è nata nei primi anni del 1990 ed è stata subito affidata al coraggio e all’ardire di due ragazzi, Antonio e Roberta Stelzer, oggi marito e moglie, allora poco più che ventenni che hanno avuto la voglia e la forza di sparigliare le carte della tradizione e che oggi proseguono il lavoro asseme alle due figlie.
Quando raccontano della storia della spumantizzazione in Trentino – che all’epoca tradizione locale voleva che fossero fatte solo con uva Chardonnay – si ha la sensazione che abbiano dovuto superare numerose critiche, perché il loro andare contro corrente, vinificando il Pinot Nero e in parte il Meunier, all’inizio è stato visto come un affronto. Oggi meritano l’appellativo di geni, parliamo di perché la loro tenacia li ha resi il punto di riferimento in Trentino per la vinificazione del Meunier.
La vendemmia a Maso Martis
Chi ha il privilegio di passeggiare tra i loro filari e di farsi accompagnare in questo periodo tra le viti, si accorgerà fin da subito che la loro vendemmia segue esattamente il ciclo di maturazione dell’uva: questa non viene raccolta tutta e subito, perché ogni grappolo ha un proprio grado di maturazione.
Così facendo i costi di produzione aumentano, perché la vendemmia non dura un giorno ma dura settimane. Però a Maso Martis il punto di maturazione dell’uva è una cosa seria, molto seria, né prima né dopo, verrà raccolta al giusto momento a costo di stare per giorni e giorni con il naso all’insù cercando di intuire le bizze del tempo.
Sempre in questo periodo, passeggiando tra i loro filari, è anche possibile assaggiare un acino di Pinot Meunier e un acino di Pinot Nero non ancora vendemmiati e coglierne le differenze. Il primo è croccante in bocca e ha un finale leggermente acidulo il secondo invece ha una buccia meno croccante e al palato ha un finale sensibilmente più dolce e meno acido. Tra non molto in quei filari arriverà l’autunno e le vigne si coloreranno dei colori del Pinot Nero, il rosso ramato, e invece di giallo vestite saranno le foglie del Pinot Meunier. L’autunno sopra le colline di Trento è mozzafiato.
L’azienda agricola Maso Martis ha deciso di vinificare il Pinot Meunier in purezza in vista della celebrazione per i trent’anni dalla fondazione della cantina. Nel 2015 è stata raccolta l’uva che in quest’anno 2020 ha dato vita alla Trento doc in Pinot Meunier Monsieur Martis millesimo 2015 in versione rosé, proprio perché questa versione è la più complicata da vinificare.
La prova di degustazione: Pinot Meunier Monsieur Martis millesimato 2015 rosé.
Alla vista la bollicina ha un colore rosa tenue delicato e al naso è immediatamente percepibile una nota di ciliegia a cui segue un fine sentore di incenso. In bocca per struttura e corpo porta con sé tutta la complessità del Meunier senza essere né polverosa né sgraziata come spesso accade quando si ha a che fare con questo tipo di uvaggio. Il bilanciamento tra le durezze permette di avere in bocca una bollicina fresca e sapida, pronta per accompagnare ogni piatto.
Poiché appena nata, questa bolla dovrà in seguito misurarsi con il tempo dell’invecchiamento, ma per ora si può già dire che questa versione di Pinot Meunier balla leggera sulle punte senza alcun timore di invecchiare.
Certo, poi c’è anche il costo, inteso questo come corrispettivo delle tante fatiche, che appare corretto all’impegno profuso. Il prezzo incorpora in maniera adeguata sia il rischio di essere tra i pochissimi a coltivare Meunier, e ciò significa che se qualcosa dovesse andare male in vigna si rischierà di perdere l’annata, sia il lungo tempo necessario per dare vita al millesimo. Insomma, il prezzo della bottiglia rappresenta e incorpora il rischio e le fatiche sostenute dalla Azienda Agricola, senza che si possa dire che il valore non sia corretto (siamo intorno ai 60 euro).