sabato, Febbraio 1, 2025
Google search engine
HomeGeni LombardiLa Rossa artigianale milanese che vola in tutto il mondo

La Rossa artigianale milanese che vola in tutto il mondo

Il Birrificio Milano ha aperto il proprio stabilimento nelle ex officine aeronautiche Caproni: produce 150 mila litri all’anno e vende anche in Giappone

Ci fosse stata di mezzo anche una donna, sarebbe stato lo spunto perfetto per il copione di una commedia romantica all’americana. Invece, la rossa che muove le passioni in questa storia di destini incrociati e sliding doors non è un’avvenente signorina, bensì un’aromatica birra artigianale. E così, i due compagni del liceo che si ritrovano dopo 25 anni e scoprono di avere un amore in comune non pensano ad Emma Stone, ma ad una ale in stile inglese. E a far da sfondo a questa avventura, nella quale comunque non mancano gli aspetti romantici, non sono i grattacieli di Manhattan, ma i capannoni recuperati della ex Officine Aeronautiche Caproni di Taliedo, alla periferia Sud-Est di Milano.

Quella del Birrificio Milano, piccola realtà meneghina con otto dipendenti e una produzione che nel 2019 ha superato i 150 mila litri di birra, è una storia iniziata nel 2012 dall’incontro casuale tra Marco Cancelli e Fabrizio Pavani, ex compagni di classe alle superiori e oggi cinquantenni. “Dopo esserci quasi scontrati in motorino siamo andati a berci un caffè”, racconta Cancelli, “e così abbiamo scoperto che entrambi avevamo in mente la stessa idea: quella di produrre birra”. 

Un progetto al quale i due erano arrivati con percorsi professionali diversi. “Io avevo lavorato nel marketing per aziende di arredamento-design e avevo da poco dato le dimissioni da dirigente, dedicandomi poi a sviluppare la parte commerciale dell’idea”, racconta Cancelli. “Fabrizio, invece, aveva fatto il suo percorso nel settore food & beverage, e aveva cominciato a produrre birra artigianale nel garage di casa”.

Da quel primo caffè all’inizio dell’avventura il passo è breve. “Dopo tre settimane siamo andati dal notaio e abbiamo aperto la società”, prosegue Cancelli. “Abbiamo deciso di chiamarci Birrificio Milano perché amiamo questa città e anche nel 2012, quando ancora non c’era stato l’Expo con il suo carico di entusiasmo, sognavamo di vederla di nuovo come negli anni Sessanta, attrattiva per chi aveva voglia di realizzare qualcosa”. 

Quanto alla scelta della sede, 600 metri quadrati con laboratorio di produzione, imbottigliamento e area degustazione nelle ex Officine Aeronautiche Caproni di Taliedo, “non è certo stata casuale, ma è stata un modo per rendere omaggio a una realtà che ha fatto la storia dell’industria italiana nella produzione di aeromobili”, sottolinea Cancelli. “Inoltre, volevamo una sede di lavoro che fosse esteticamente bella, in primis per noi che ci passiamo gran parte della giornata e, in secondo luogo, per tutti quelli che ci vengono a trovare e passano di qui”.

Una visione molto chiara, che si ritrova anche nelle birre – ad alta e bassa fermentazione – prodotte nel laboratorio milanese. Non filtrate e non pastorizzate, le birre artigianali prodotte dall’azienda meneghina hanno come ingredienti principali l’acqua dell’acquedotto milanese, filtrata prima dell’utilizzo per intercettare eventuali piccole impurità, e cereali provenienti dal Sud Italia e dalla Germania. 

Marco Cancelli e Fabrizio Pavani

I nomi delle diverse produzioni sono un omaggio al glorioso passato aeronautico del luogo di produzione: Vola basso, La Veloce, La picchiata, Barone Rosso e Madame Mig, giusto per citarne qualcuno. “L’idea di partenza è stata quella di riportare l’artigianalità e l’uomo al centro, sfidando l’appiattimento del gusto che ci sta silenziosamente soffocando”, spiega il cofondatore, sottolineando “l’importanza di diffondere il virus della positività, in risposta a tutti quelli che ci consigliavano di avviare la nostra attività fuori dall’Italia, magari in Svizzera o in Austria”.

Anzi. Alla fine quella scelta ostinata di scommettere su Milano si è rivelata quantomai azzeccata. Tanto più adesso che il brand del capoluogo lombardo è riconosciuto non solo in Italia, ma a livello internazionale.

Così, mentre vendite e produzione crescono del 10-15% all’anno, anche l’export comincia a garantire numeri interessanti. Al momento l’8% della produzione finisce all’estero, sui mercati di Giappone, Hong Kong e Corea del Sud. Le richieste per un’ulteriore espansione, però, non mancano, soprattutto quelle di aprire locali con il marchio Birrificio Milano.

“Il nostro è un mercato di nicchia, nel quale c’è tanta concorrenza, ma anche spazio per crescere. Siamo partiti in due, occupandoci della produzione, vendita, distribuzione e di tutto il resto, e oggi siamo in otto: il sogno”, conclude Cancelli, “è di essere riusciti a creare qualcosa che possa sopravvivere e avere una continuità, passando un domani a qualcun altro”.  

Intanto, vista l’impossibilità – causa Covid-19 – di organizzare una festa in grande stile presso la sede produttiva, come fatto in passato, quest’anno a fine ottobre il Birrificio celebrerà il settimo compleanno con un brindisi virtuale che coinvolgerà clienti e appassionati. Chi ordinerà una confezione standard di birre dallo shop online accessibile dal portale ufficiale riceverà infatti in omaggio una bottiglia della nuova birra maturata in barrique per 24 mesi.

Libero, 23 novembre 2019 (ultimo aggiornamento: 14 ottobre 2020)

RELATED ARTICLES
- Advertisment -
Google search engine

Most Popular

Recent Comments