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I robot bergamaschi già prenotati fino al 2023

L’azienda bergamasca DS4 crea macchinari innovativi per ogni genere di settore: dalle banconote all’auto elettrica. Ha un portafoglio ordini già pieno fino al 2023

Ci sono ambiti nei quali l’unico limite è la fantasia, nei quali ogni idea può rappresentare un progetto valido a prescindere dai costi e dagli strumenti necessarie per realizzarla. E poi c’è il settore industriale, per propria natura abituato a ragionare sui crudi numeri e sulla concretezza della produttività. 

È all’incontro tra questi due mondi, spesso inconciliabili tra loro, che si colloca DS4, realtà bergamasca che adotta tecnologie dual use (che possono avere un utilizzo sia civile sia militare, Ndr) in ambito industriale per realizzare macchinari e strumenti che sembrano impossibili non solo da fare, ma anche solo da immaginare. Un’azienda di una quarantina di persone che, anche in piena pandemia da Covid, può vantare un portafoglio di ordini già assicurati per i prossimi tre anni, fino al 2023. E che tra i propri clienti vanta aziende leader nel settore dell’automotive elettrico, delle fonderie svizzere che lavorano gran parte dell’oro mondiale e marchi leader a livello internazionale in settori che vanno dall’ottica, come Luxottica e Safilo, al lusso, come il gruppo francese LVMH, dall’alimentare, come Barilla e Ferrero, all’elettronica, come ABB, fino alla Zecca indiana e a quella filippina.

“In realtà con molti dei nostri clienti abbiamo rigidi accordi di riservatezza che vietano di fare i loro nomi”, spiega Angelo Petrogalli, presidente e amministratore delegato di DS4, aziende il cui genio emerge chiaramente già dal nome, che sta per Daga Sota ’n Quater (bergamasco per Diamoci dentro in quattro, Ndr). Unico rimasto dei quattro soci con cui l’avventura è cominciata nel 1996, adesso che Attilio Rinaldi, “che per noi resta un punto di riferimento e un’ispirazione” si è ritirato, Petrogalli è una figura che varrebbe un racconto a parte.

A metà strada tra Archimede Pitagorico e Mr Winston Wolf, il personaggio che “risolve problemi” in Pulp Fiction, è stato uno dei più giovani dirigenti d’azienda in Italia. Dotato dell’umiltà e della passione visionaria che solo i veri geni sanno vestire con disinvoltura, è capace di illustrare progetti destinati a rivoluzionare interi settori industriali con una naturalezza che forse solo il Dna orobico può spiegare.

Angelo Petrogalli (al centro) ritira il premio per la soluzione più innovativa sviluppata con tecnologie ABB – Berlino 2019

Oggi è lui l’anima e il cuore di una realtà unica nel suo genere a livello mondiale, caratterizzata dalla capacità di creare soluzioni su misura per ogni singolo caso pur mantenendo un profilo basso e garantendo sicurezza e riservatezza in tutte le situazioni. “Da buoni bergamaschi ci piace lavorare a testa bassa”, spiega. “Noi non facciamo ricerca per il gusto di fare ricerca, ma l’R&D (Ricerca e Sviluppo, Ndr) rappresenta oltre il 26% del fatturato per rispondere alle esigenze dei nostri clienti, che vengono da noi essenzialmente per tre motivi: fare Saving mostruosi, fare Earning mostruosi o fare rotture di tecnologia”.

Parole che, in concreto, si traducono in oltre mille sistemi personalizzati ad alta tecnologia realizzati in 24 anni di attività, la maggior parte dei quali venduti all’estero. Tra le operazioni più recenti c’è la produzione degli stampi calcografici per le banconote, cioè la parte tridimensionale che ha assunto ormai un valore primario nell’anticontraffazione. 

“Oggi una banconota si può copiare molto facilmente, fatta eccezione per la parte tridimensionale”, spiega infatti il presidente di DS4. “Noi per produrre una lastra di quelle che si utilizzano per stampare banconote impieghiamo un mese per un costo di mille dollari, mentre prima ci voleva qualche anno di tempo e ogni lastra costava qualche milione di dollari. Questo consente di essere molto più efficaci in termini di anticontraffazione, perché di fatto ogni mese puoi adottare un nuovo sistema e il contraffattore non ha nemmeno il tempo per studiare come forzarlo”.

Non solo. Grazie all’impiego di laser ultrapotenti, dello stesso tipo di quelli impiegati per gli scudi spaziali, l’azienda ha creato sistemi completamente automatizzati di produzione di rotori e statori per motori elettrici (di fatto il cuore della mobilità elettrica). E grazie all’utilizzo di tecnologie dual use che consentono di scattare e analizzare con l’intelligenza artificiale fino a 200 mila fotogrammi al secondo, modulando così i movimenti impercettibili e quelli più fini di macchine e robot, sta sviluppando sistemi automatici in grado di svolgere quelle funzioni – come la chiusura del tappo di un mascara o il montaggio di una lente per occhiali – che ancora oggi vengono ovunque svolte manualmente perché richiedono una sensibilità estrema e capacità di adattamento che solo l’essere umano può vantare. 

Una nuova rivoluzione che da Pedrengo, comune a una manciata di chilometri da Bergamo, è destinata a diffondersi in ogni angolo del pianeta.

Libero, 21 novembre 2020

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