IGV Group di Vignate (Milano) è leader nella produzione di ascensori domestici e ha inventato un kit anti-Covid per sterilizzare le superfici e sanificare l’aria a ogni utilizzo dell’ascensore
La sua tecnologia per la sanificazione dell’aria da virus e batteri, Coronavirus compreso, è stato adottata anche dal Quirinale, per garantire la sicurezza e la sterilizzazione a ogni utilizzo dell’ascensore privato del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La sua capacità di coniugare sicurezza e lusso è riconosciuta in tutto il mondo. Ma tra le peculiarità di IGV Group, storica azienda milanese leader nella produzione di ascensori sartoriali Made in Italy, c’è molto di più.
Il gruppo, fondato nel1966 dall’ingegnere Giuseppe Volpe alla periferia Est di Milano come microimpresa per la produzione di pulsantiere e congegni per porte automatiche, è infatti cresciuto nel corso di oltre mezzo secolo di attività, fino a diventare punto di riferimento a livello mondiale nella produzione di ascensori domestici che possono essere installati negli attici, nelle ville e negli esercizi commerciali. E lo ha fatto riuscendo a mantenere una dimensione da realtà famigliare pur operando in un settore dominato da grandi gruppi multinazionali, puntando su una serie di caratteristiche uniche.
“Intanto la nostra produzione è interamente in Italia, anzi più precisamente a Vignate (comune dell’hinterland milanese a Est del capoluogo lombardo, Ndr): una cosa della quale siamo molto orgogliosi”, sottolinea Michele Suria, amministratore delegato di IGV Group, impegnato nel rilancio dell’azienda dopo che sotto il precedente management la situazione economica era peggiorata al punto da dover chiedere l’ammissione alla procedura di concordato preventivo. “Poi cerchiamo, laddove possibile, di avere le forniture di componenti di matrice italiana, sforzandoci di rifornirci in Lombardia anche quando questa non è necessariamente l’opzione migliore dal punto di vista economico”.
Ma a caratterizzare il gruppo, che ha circa 150 dipendenti e che esporta l’85% degli ascensori ed elevatori prodotti in oltre 70 Paesi in tutto il mondo, con mercati principali in Australia, India, Stati Uniti, Germania, Belgio e Francia, è anche il notevole impegno nelle attività di ricerca e sviluppo, dalle quali nascono soluzioni innovative come il dispositivo Care, un kit che può essere applicato con un minimo intervento a qualsiasi tipo d’impianto già installato, anche di altri produttori, e che consente di sanificare l’ascensore in pochi minuti. Per farlo utilizza una luce ultravioletta UV-C, la stessa testata a livello sanitario e impiegata per la sanificazione degli ambienti ospedalieri, che garantisce la sterilizzazione completa delle superfici della cabina, e un dispositivo di ventilazione con filtro assoluto HEPA combinato a una membrana ai carboni attivi, in grado di catturare virus e batteri trasportati dal particolato e sanificare l’aria.
D’altra parte, la capacità di innovare e trovare soluzioni geniali è parte del Dna aziendale. Il gruppo è infatti stato artefice di una vera e propria rivoluzione del mercato, con l’invenzione dell’ascensore da casa . Poi, grazie alla collaborazione con Enti come l’Accademia di Brera e gli Uffizi, è anche stato precursore nell’idea di inserire grandi opere negli ascensori (come il bacio di Hayez o Botticelli). Infine, attraverso partnership con firme importanti del mondo del design, ha intrapreso un ulteriore salto di qualità: la trasformazione degli ascensori in un vero e proprio elemento di interior design, che arriva addirittura a valorizzare l’ambiente nel quale si colloca ben oltre gli aspetti pratici e funzionali.
“Abbiamo ricevuto il prestigioso premio internazionale dedicato all’architettura contemporanea The Plan Award 2020, nella categoria Industrial Design, per l’ascensore On Air”, conferma Suria, aggiungendo che oggi l’azienda produce una media di 2 mila apparecchi all’anno, con un fatturato che per il 2020 dovrebbe aggirarsi intorno ai 15 milioni di euro, in netta ripresa (+10%) rispetto allo scorso anno nonostante gli effetti del Coronavirus e del lockdown, “durante il quale siamo comunque rimasti aperti, dedicandoci anche a sviluppare il dispositivo Care”.
Un buon punto di partenza per recuperare il terreno perso negli ultimi anni, nei quali IGV è comunque rimasta “una delle realtà più importanti dal punto di vista produttivo, con 30 mila metri quadrati di magazzini e produzione, mantenendo fede a un nome che a livello mondiale è sempre stato noto per la capacità di innovare e tracciare nuovi trend”, conclude l’amministratore delegato.