Microingranaggi è un’impresa famigliare con sede a Buccinasco (Milano) diventata leader nella produzione di pezzi miniaturizzati per settori in cui è richiesta un’altissima precisione: medicale, navale, tessile, aeronautico, militare, domotico e automotive. Il 90% della produzione è destinato all’export
Poco meno di cinquant’anni di storia alle spalle. Un’avventura imprenditoriale iniziata nel 1973 con la produzione di ingranaggi e dischi dentati per i contatori della società elettrica, evoluta nel corso dei decenni lasciando spazio a lavorazioni di precisione per la realizzazione di ingranaggi miniaturizzati con dimensioni che partono dai 2 millimetri di diametro. E una presenza occulta in una serie infinita di settori, per garantire il buon funzionamento e la sicurezza di automobili, aerei ed elicotteri, e le migliori performance di macchine alimentari, elettroutensili, sistemi domotici e tanto altro.
Quella di Microingranaggi Srl, impresa di Buccinasco, comune dell’hinterland milanese a Sud-Ovest del capoluogo lombardo, è la storia di un’impresa famigliare nata dall’iniziativa di Franco Garavaglia e diventata leader a livello nazionale sotto la guida del figlio Stefano, attuale direttore generale e titolare. “Mio padre era responsabile di produzione in un’azienda milanese che si occupava di micromeccanica e realizzava, tra le altre cose, i contatori elettrici”, racconta Stefano Garavaglia. “Quando questa decise di dare in outsourcing il reparto che si occupava della dentatura degli ingranaggi per orologeria e strumentazione, lui si offrì di assumere questa commessa una volta andato in pensione, cosa che sarebbe accaduta di lì a poco”.
Fu così che nel 1973 tutto ebbe inizio, in un piccolo laboratorio di poche decine di metri quadrati in un seminterrato preso in affitto investendo una parte della liquidazione. “L’attività andava bene e, un po’ alla volta, arrivarono commesse anche da altre aziende”, prosegue il direttore generale.
Eppure, il quadro era destinato a cambiare drasticamente in breve tempo. “Con la diffusione della plastica tanti ingranaggi che prima si facevano in metallo cominciarono a essere sostituiti da quelli in plastica, per cui noi fummo costretti a modificare la nostra attività”, spiega Garavaglia. “Dalla trasmissione di movimento abbiamo cominciato a convertirci alla trasmissione di potenza, ad esempio quella necessaria per far muovere dei servomeccanismi. Con questa nuova attività ci siamo progressivamente aperti a comparti molto diversi tra loro”.
Oggi l’azienda, che è associata ad A.P.I. l’Associazione Piccole e Medie Industrie, ha una quarantina di dipendenti e serve circa 160 clienti, attivi nei settori più disparati. “L’avionico è sicuramente quello che incide maggiormente sul nostro fatturato. Noi realizziamo attuatori e servomeccanismi per elicotteri e aeroplani militari e civili”, racconta Garavaglia.
Ma in un mondo nel quale la meccanica, l’elettronica e l’informatica sono sempre più in simbiosi, gli ingranaggi miniaturizzati realizzati dall’azienda meneghina, che da alcuni anni ha anche un reparto specializzato nella predisposizione di piccoli gruppi assemblati, trovano applicazioni su scala quasi universale. Anche se i nomi dei clienti finali sono sempre coperti da rigidi accordi di riservatezza, che talvolta impediscono anche di illustrare nel dettaglio il campo di applicazione della componentistica meccanica ed elettromeccanica di precisione fornita da Microngranaggi, si va dal settore aeronautico a quello dell’automazione, da quello del packaging a quello della domotica, da quello edile a quello degli elettroutensili. E, ancora tutti i comparti con strumentazioni come quello medicale, navale, tessile, aeronautico e militare.
“Oggi c’è la tendenza a rendere meno percettibili, per non dire invisibili, le meccaniche. E questo esaspera il fatto che gli ingranaggi debbano essere costruiti in modo da essere piccoli, silenziosi ed efficienti”, precisa Garavaglia. “Noi realizziamo solo una piccola parte della macchina, ma una parte molto tecnologica, per la quale la nostra capacità di miniaturizzare è tenuta in grande considerazione da chi poi realizza prodotti tecnologici”.
È proprio per questo motivo che i mercati esteri che in larga parte assorbono la produzione (circa il 90% dei prodotti finiscono all’estero) sono quelli con alti tassi di produzioni tecnologiche, come Stati Uniti, Germania, Francia e Svizzera. “Sono clienti che ci chiedono una qualità totale, che noi cerchiamo di raggiungere investendo molto in macchinari avanzati e su personale molto qualificato”, conclude il titolare.
Pubblicato su Libero, 20 aprile 2019 (ultima revisione: 22 gennaio 2021)