Come ogni anno, l’annuario statistico del Corriere Vinicolo snocciola in cifre quello che è accaduto nel commercio mondiale del vino in termini di vendite, abitudini e consumi. Questi numeri, se osservati con attenzione, offrono tanti spunti di riflessione e ci rivelano anche una serie di verità nascoste.
I numeri della produzione cinese
Ad esempio, per gli amanti dei complotti, cospirazioni e altre cose amene, ecco servita una nuova teoria. La Cina dal 2005 al 2019 è passata dal coltivare 407.992 ettari di terreno a quasi raddoppiare la coltivazione delle superfici vitate con 730.235 ettari.
Nonostante ciò, la produzione di vino è aumentata molto poco, passando da 4.300.000 a 4.510.000 ettolitri. L’unica spiegazione plausibile dell’irrisorio aumento di produzione del vino nonostante l’incremento della superficie vitata è che la Cina, dal 2005 ad oggi, abbia destinato parte della produzione alla distillazione per trasformarlo in alcool, proprio in previsione di eventuali pandemie.
L’anagrafica del vino
Invece, per chi si domanda se arriverà il momento di rilassarsi un po’ e avere finalmente pace, ecco pronta la risposta: 65 anni, da lì in poi è tutto in discesa. Tra bevitori quotidiani e saltuari, il numero totale di consumatori di vino in Italia è, infatti, di circa 29,5 milioni. Se si analizza la loro distribuzione per fascia di età, si scopre però che quella di gran lunga più ampia è quella degli over 65, che nel 2019 sono arrivati a toccare quota 8 milioni. Come a dire “il più è fatto, ora rilassiamoci”.
Vino o birra?
Per chi fosse, invece, interessato a cose più terrene e volesse alcuni suggerimenti su cosa bere a un primo appuntamento, ecco che qualcosa cambia e di molto perché a un primo incontro è forse meglio offrire della birra anziché del vino. I consumi di birra nel mondo arrivano, infatti, a circa 1.900 milioni di ettolitri contro i soli 300 milioni di ettolitri del vino.
Tuttavia, qualora al primo incontro dovesse partecipare un italiano o un’italiana è suggerito offrire loro un bicchiere di vino, poiché i consumi pro-capite in Italia di vino continuano a essere maggiori rispetto a quelli della birra.
Tra gli spiriti, meglio un Cognac
Se invece il primo appuntamento non si fosse presto concluso e rimanesse dell’altro tempo per un dopocena e si volesse continuare fare bella figura, viene caldamente raccomandato di non offrire al commensale della Vodka o del Rum, data la stagnazione dei consumi registrata tra il 2015 e il 2019. Meglio ordinare del Gin, che nello stesso periodo ha visto i consumi aumentare del 3,9%, del Cognac (+ 5%) o del Brandy (+3%) per arrivare a un’elegante conclusione della serata.
L’acquisto di vino: il rosso va per la maggiore
Vero è che anziché arrivare ad un primo appuntamento, può capitare di sentirsi in dovere di regalare una bottiglia di vino. Ecco allora alcune proposte per cavarsela sempre con stile.
Nel mondo si consumano 123 milioni di ettolitri di vino rosso, contro gli 86 milioni di ettolitri destinati ai vini bianchi, a fronte dei 23 milioni di ettolitri destinate bollicine o ai 21milioni di ettolitri bevuti per appagare la sete di vini rosati.
Allora, se proprio deve essere regalata una bottiglia di vino, è sempre meglio puntare su una bottiglia di vino rosso che ha decisamente più probabilità di essere apprezzata.
Quanto scritto è tanto più vero se il destinatario del regalo è cittadino cinese; in proporzione mondiale, con oltre 20 milioni di ettolitri, sono in assoluto i più grandi consumatori di vino rosso.
Chi beve di più nel mondo?
Tuttavia, il medesimo suggerimento non può essere fornito qualora il destinatario del presente fosse cittadino inglese: in Inghilterra il consumo di vini bianchi per il 2019 è stato, infatti, di 6 milioni di ettolitri, contro un consumo di vino rosso che è rimasto al di sotto dei 5 milioni di ettolitri.
Quale vino regalare, poi, non è una scelta semplice. Qualora il destinatario del regalo fosse un cittadino americano, inglese, cinese o tedesco è consigliato regalare un vino di importazione, ma la stessa scelta è sconsigliata qualora il destinatario fosse un cittadino italiano, francese o spagnolo, visti i bassi livelli di importazioni e la prevalenza al consumo di vino domestico.
Se invece il motivo del regalo fosse un’occasione di festa, i Paesi più inclini a festeggiare con delle bollicine (nelle vittorie, ma ancora di più le sconfitte, e ne abbiamo parlato qui) sono la Francia, la Germania e l’Italia. A seguire, quasi ex aequo, gli Stati Uniti e la Russia con un consumo per Paese compreso tra i 2,5 e 3 milioni di ettolitri.
I numeri del consumo in Italia
A tal proposito, ma spostandoci in ambito domestico, le Regioni italiane più dedite allo svago sembrano essere il Lazio, la Sicilia e il Veneto, che hanno il maggior numero di consumatori saltuari di vino a discapito di quelli quotidiani in un rapporto che vede i primi ricompresi in una percentuale tra il 60 e il 65%.
Tuttavia, la regione maggiormente festaiola, probabilmente trascinata dal vecchio adagio della “Milano da bere”, è la Lombardia che stacca tutti, e di molto, in termini complessivi di consumo nazionale di vino, visto che assorbe il 17% della produzione e vede staccato il Lazio al 10%.
Da ultimo, le due principali Dop domestiche che da sole coprono oltre il 30% del mercato delle denominazioni protette sono il Prosecco, con 486.913.909 di bottiglie (22,4% della produzione), e il Delle Venezie Doc con 221.709.103 di bottiglie (10,2% della produzione).
Insomma, per chi volesse vivere di solo vino il Veneto è la casa di tutti.