Piste da sci chiuse dopo il dietrofront last minute da parte del ministro della Salute, Roberto Speranza, alla riapertura degli impianti di risalita, inizialmente prevista per il 15 febbraio. Come abbiamo raccontato ieri nel nostro Punto geniale, la prima grana per il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha infatti riguardato lo stop in extremis arrivato sulla scorta dei dati epidemiologici comunicati dall’Istituto Superiore di Sanità.
La preoccupazione per la diffusione della variante inglese e delle altre varianti del virus SARS-CoV-2 “ha portato all’adozione di misure analoghe in Francia e in Germania”, hanno spiegato dal ministero della Salute. Nel verbale del 12 febbraio, il Comitato Tecnico Scientifico ha affermato che “allo stato attuale non appaiono sussistenti le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive vigenti, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale”.
Il provvedimento ha, però, preso in contropiede i tanti italiani che avevano approfittato delle brevi vacanze scolastiche di Carnevale per prenotare qualche giorno sulla neve. Così come i tanti gestori che, in previsione della riapertura, avevano preparato le piste e la neve per consentire di sciare in tutta sicurezza.
Il risultato? Con le piste da sci chiuse, tra i tanti che avevano già raggiunto la montagna con la voglia di sciare, c’è chi si è ingegnato in ogni modo per non rinunciare a quella che con tutta probabilità sarà l’ultima sciata della stagione.