L’azienda meneghina Star Progetti è leader a livello internazionale nella progettazione e produzione di riscaldatori a raggi infrarossi, che facilitano la permanenza delle persone all’esterno di bar e ristoranti anche in pieno inverno. I suoi prodotti sono distribuiti in oltre 50 Paesi e utilizzati anche da Disneyland Paris e Hard Rock Cafè.
I riscaldatori Made in Milano diffusi in tutto il mondo. Per avere un’idea di quanto sia stata geniale la sua intuizione, basti pensare che i prodotti firmati da Star Progetti hanno contribuito a modificare radicalmente l’aspetto delle città in Italia e nel mondo, oltre che a diffondere nuovi modi di vivere il tempo libero e la socialità.
Nuova vita alle città
Quando, a metà degli anni Novanta del secolo scorso, Antonio Iolli si è inventato le prime installazioni di riscaldatori per facilitare la permanenza delle persone all’esterno dei locali, riscaldando tavolini e spazi all’aperto con i funghi a gas, la città di Milano era infatti così poco vivace che l’allora sindaco, Marco Formentini, “aveva chiesto ai commercianti di tenere accese le vetrine dei negozi almeno fino a mezzanotte per combattere il senso di desolazione e la microcriminalità”, ricorda Iolli.
Poi, grazie a un’idea che si sarebbe rivelata davvero rivoluzionaria, a partire dal 1994 le cose cominciarono a cambiare. Tanto che oggi nelle più importanti città del globo è normale potersi sedere all’aperto al bar o al ristorante anche in pieno inverno.
Un’intuizione geniale
Eppure, quella di Iolli non è la storia di un’invenzione, bensì la storia di un’avventura imprenditoriale nata grazie a una brillante intuizione di marketing. Se oggi Star Progetti, azienda milanese con sede e stabilimento produttivo a Tribiano, comune a Sud-Est del capoluogo lombardo, è leader a livello internazionale nella progettazione e produzione di riscaldatori a raggi infrarossi è, infatti, grazie all’idea di adottare per i pubblici esercizi una soluzione che aveva incrociato nel corso di uno dei suoi viaggi di affari all’estero.
“In California, dove la passione per il barbeque è così forte che la gente griglia all’aperto anche in pieno inverno, si erano inventati questi sistemi per dare un po’ di confort a chi stava all’esterno”, racconta Antonio Iolli, fondatore dell’azienda nella quale è oggi affiancato dal figlio Francesco. “Io ne avevo visti un paio di esemplari anche a Parigi nel 1988, davanti a una brasserie, e mi ero reso conto che una soluzione di questo tipo poteva essere interessante anche su vasta scala: poi l’idea è rimasta nel cassetto per qualche anno, fino a quando si è presentata l’occasione di avviare l’attività”.
I primi “funghi” in Galleria Vittorie Emanuele
Fu così che tutto cominciò nel 1994, anno in cui Star Progetti installò i primi funghi a gas a Milano, partendo dalla Galleria Vittorio Emanuele, dalla Galleria De Cristoforis e dalla Galleria Meravigli. “Fu una rivoluzione”, ricorda il fondatore di Star Progetti, che oggi esporta nel mondo il 65% della produzione di riscaldatori elettrici a raggi infrarossi.
Pur dovendo affrontare una serie di difficoltà legate soprattutto al fatto che non esisteva una normativa ad hoc che regolasse l’installazione e utilizzo di questo genere di apparecchi, la diffusione del fungo a gas fu rapidissima. “Il Comune di Milano fu costretto ad aprire un ufficio apposito per gestire le nuove installazioni, che peraltro consentirono a Palazzo Marino di alzare le tariffe per gli spazi all’aperto, e la città cominciò ad animarsi anche nel periodo invernale”, ricorda Iolli.
Il boom dei dehor e dei tavolini all’aperto
L’apertura di nuovi locali, l’aumento degli incassi, l’incremento del valore delle licenze e la nuova occupazione legata a questa piccola-grande rivoluzione, il cui passaggio successivo fu la diffusione dei dehor, fecero il resto. L’esempio di Milano fu seguito rapidamente in Italia e nel resto d’Europa. E i riscaldatori Made in Milano cominciarono a diffondersi con la stessa velocità.
Poi, altrettanto rapidamente “ci rendemmo conto che i funghi a gas producevano CO2 e presentavano una serie di limiti pratici, per cui già pochi anni dopo la nascita dell’azienda decidemmo di convertirci completamente a riscaldatori elettrici a raggi infrarossi a onde corte, che oltre a bar e ristoranti hanno cominciato a interessare anche le fabbriche e gli stabilimenti, dove la filosofia del local warming ha consentito di risparmiare fino al 60-70% di energia e di migliorare anche le fasi produttive”.
Il Made in Italy diffuso in tutto il mondo
Oggi i riscaldatori Made in Milano, o più precisamente a Tribiano, dove nel nuovo stabilimento inaugurato dall’azienda nel 2019 lavorano una cinquantina di persone, sono diffusi in ogni angolo del mondo. Dall’Europa al Nord America, dalla Nuova Zelanda all’America Latina, fino all’Asia. Tra le migliaia di clienti e rivenditori a livello internazionale ci sono marchi globali come McDonald’s, Hilton, Hard Rock Cafè, Sheraton, Disneyland Paris, Ikea, Barilla, Dhl, Trenitalia e Porsche, solo per citarne alcuni.
Inutile dire che la concorrenza, soprattutto quella asiatica a basso costo, non manca. Ma “i nostri sono apparecchi professionali interamente Made in Italy, con tutte le certificazioni di sicurezza e qualità e con tanto di copertura assicurativa Rc prodotto”, sottolinea Iolli. “Dettagli che, alla fine, fanno la differenza”.
Libero, 20 febbraio 2021 (ultima modifica 24 febbraio 2021)