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Fausto Gresini, il genio del motociclismo nato per fare cose grandi

A dieci giorni dalla sua scomparsa, Notizie Geniali rende omaggio e ricorda un personaggio fondamentale per lo sport italiano. Un uomo raro, che ci permettiamo affettuosamente di accostare al Picolit, un vino straordinario che più di ogni altro vive di grandi passioni.

Fausto Gresini, genio del motociclismo, appartiene a quelle persone che sono nate per fare cose grandi, importanti. Dimentichiamo per un secondo i titoli che ha vinto quando correva in 125, uno dei quali conquistato con 10 vittorie su 11 gare, ma solo perché nell’ultima gara ha forato una gomma. Quella gloria oggi probabilmente è buona solo per gli amanti degli annuari.

Un grande sportivo

Fausto Gresini, il genio del motociclismo nato per fare cose grandi
Loris Capirossi e Fausto Gresini

La grandezza dell’uomo si trova in altro. Ad esempio quando ha accompagnato l’allora compagno di squadra, Loris Capirossi, rookie (esordiente) e appena diciassettenne, a vincere il suo primo titolo nel mondiale 125, scortandolo e proteggendolo come si fa per le cose piccole, ma molto preziose.

La grandezza dell’uomo la si trova ancora nei rapporti avuti con gli avversari: sereni, senza animosità, senza rancore, senza stilla d’odio. A volte sono stati compagni di squadra, altre volte colleghi di lavoro, altre volte sono rimasti semplici rivali.

Ecco allora che all’interno di un ambiente così competitivo com’è il motomondiale, dove tutto, ma proprio tutto, viene spinto al limite, la storia sportiva di Gresini ci costringe a ricordarlo. Anche per questo Fausto Gresini è stato il genio del motociclismo: aveva inteso le regole del gioco, senza mai violarle, senza mai barare, odiare o disprezzare l’avversario.

Si vince e si perde per meriti o demeriti, per fortuna o sfortuna, o semplicemente si perde perché l’altro è più forte. Ma questa è la vita.

La Gresini Racing

La seconda parte della sua vita, Gresini l’ha passata a costruire la “Gresini Racing”, una sicuro approdo per giovani campioni. Un modo visionario di costruire un team, fondato nel 1997 con Alex Barros, appoggiandosi dalla Honda. Nel suo team sono passati Marco Melandri, Sete Gibernau, Loris Capirossi, solo per fare alcuni nomi. Ma è stata anche una seconda vita attraversata dal dolore.

Daijirō Katō e Marco Simoncelli, il dolore più grande

Pista di Suzuka, 20 aprile 2003, chicane “Casio Triangle”. Daijirō Katō perde il controllo ed è un attimo. Sbatte contro il muro posto appena prima dell’ingresso della curva. Le immagini lo riconsegnano inerme, in mezzo all’asfalto, con il braccio sinistro appoggiato sopra il casco, quasi a volersi proteggere dalla luce del sole. Ma gli occhi rimarranno chiusi per sempre.

Pista di Sepang, 23 aprile 2011, curva 11, Marco Simoncelli esce di pista spostandosi sulla sinistra, nel prato. Poi, nel tentativo di recuperare, la sua moto riprende attrito e attraversa la pista mentre gli altri piloti stanno sopraggiungendo. Viene investito. Perde il casco, il suo corpo indifeso rimane steso a pancia in giù con solo l’asfalto ad accarezzare le sue guance.

Fausto Gresini, il genio del motociclismo nato per fare cose grandi

Entrambi i piloti guidavano una Honda HRC ufficiale, entrambi correvano (fortissimo) per il team Gresini Racing, entrambi erano in predicato di poter diventare, presto o tardi, campioni del mondo.

Un uomo capace di costruire una vera squadra

Ecco allora che quelle perdite segnano l’uomo. Il dolore arriva, lo attraversa. Nel 2012 la squadra Gresini Racing veste di nero le carene in segno di lutto per la morte di Simoncelli, ma decide di continuare a far correre la squadra.

Oggi quella squadra corre (unica a farlo) in tutte le categorie, compresa la Moto E. Gresini, nell’allevare i suoi ragazzi, ha fatto una cosa ancora più grande: ha garantito a tutto il team la possibilità di continuare a vivere di corse, di moto, di sogni, coniugando ciò che è una passione ad un lavoro retribuito, di quelli cioè che permettono di mettere su famiglia. Anche in questo Fausto Gresini, il genio del motociclismo, appartiene a quelle persone che sono nate per fare cose grandi.

Se fosse un vino sarebbe un Picolit

Persone così rare, se si volesse associarle al mondo del vino, andrebbero a braccetto con l’uva Picolit.

Vederla crescere sulla vite è una vera rarità. Non di rado non cresce nulla, ma quando lo fa, quei grappoli hanno imbandito le tavole di papi e re fin dal 1700. Quella dolcezza in bocca, però, era solo per pochi, perché quel vino costava ventiquattro volte di più degli altri.

Fausto Gresini, il genio del motociclismo nato per fare cose grandi. Come l'Uva Picolit
Uva Picolit

Chi  avesse voglia di scoprire quell’uva dovrà fare un giro in Friuli Venezia Giulia, prevalentemente nei territori compresi tra Udine e Gorizia. Una volta lì potrà certamente sbizzarrirsi in una quanto mai singolare caccia al tesoro: alla ricerca di un solo grappolo sulla vite, ma perfetto.

Picolit, un vino che vive di passioni

Per chiunque ami gli eccessi, le contrapposizioni, il vino Picolit vive di passioni nello scambio in bocca tra il dolce e il salato. Ed ecco allora che potrebbe dare infinite gioie nell’abbinamento con delle  ostriche  e una goccia di tabasco. Oppure dategli in pasto dello Stilton, del Blu del Moncenisio o un Gorgonzola piccante, giusto per meravigliarsi di come la sapidità venga lavata via dai bordi della lingua da una sinuosa dolcezza e alcolicità. Proprio come lui: Gresini appartiene a quelle persone che sono nate per fare cose grandi.

Leggi gli altri articoli della rubrica Diritto Di Vino.

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