Settimana sotto il segno della paura. Draghi parla ai giornalisti, ma le sue misure deludono le imprese. L’organizzazione lombarda dei vaccini è al collasso. In Europa l’Italia cerca sponda con Germania e Francia per mettere all’angolo la Von der Leyen. Biden tira fuori i muscoli e studia la strategia contro Mosca e Pechino.
Settimana sotto il segno della paura? Forse l’abbiamo scampata, anche se è stata una settimana impegnativa, che si conclude con un’annuncio di speranza: il 14 luglio potrebbe esserci l’immunità di gregge.
Il ritmo degli ultimi 7 giorni è stato però degno di un film di Dario Argento. Prima il ritiro temporaneo del vaccino AstraZeneca e il dramma lombardo dei vaccini distribuiti a cittadini fantasma. Poi la (prima) conferenza stampa di Mario Draghi, che cerca di rassicurare, ma che delude le imprese. Infine, il botta e risposta tra Joe Biden e Vladimir Putin al limite della guerra fredda.
Sul fronte della politica, poco da segnalare: Enrico Letta annuncia la nuova segreteria del Pd; i riformisti tentano di unirsi. Tutti in attesa di conoscere il candidato delle amministrative di Roma.
Vaccini, entro l’estate l’immunità europea, ma chi ci crede?
Thierry Breton, commissario Ue per il mercato interno, ha annuciato che il 14 luglio sarà il giorno in cui l’Ue raggiungerà l’immunità di gregge. Fantascienza o realtà?
In Italia ormai i vaccini non fanno nemmeno più notizia. I cittadini, inermi e impotenti, attendono la convocazione che tarda ad arrivare anche per chi ha superato gli 80 anni.
Inoltre, il ritiro e la riammissione di AstraZeneca da parte di alcuni Paesi Ue ha seminato timori e indecisioni su tutta la popolazione, che ora tentenna verso una linea no-vax.
Una locomotiva Ue per la lotta al virus. Deraglierà?
Mario Draghi vuole tenere il timone e lo vuole fare inserendosi nell’asse di ferro franco-tedesco. Giovedì 25 marzo si riunirà il Consiglio europeo e il Premier vuole arrivare mettendo all’angolo la presidente Ue.
“Telefono spesso a Ursula von der Leyen perché il coordinamento europeo è la prima strada da cercare”, ha affermato il presidente del Consiglio.
“Se il coordinamento europeo funziona, bene. Altrimenti sulla salute bisogna essere pronti a fare da soli. Questo ha detto Merkel e questo è quello che dico qui” ha sottolineato.
E pare che la cancelliera tedesca abbia aperto alla possibilità di acquistare in autonomia il vaccino russo Sputnik, se l’Ema dovesse negare l’autorizzazione.
Germania ancora in lockdown
Nel frattempo i contagi non diminuiscono. La Germania va verso la proroga del lockdown totale (il quarto mese consecutivo) e l’Italia continua a essere rossa. Le forniture dei vaccini continuano a tardare, ma le somministrazioni nei Paesi Ue proseguono rapidamente. In Italia c’è grande confusione, soprattutto per la disomogeneità del pubblico scelto.
Il disastro lombardo: ma non era un’eccellenza?
I ritardi sono soprattutto in Lombardia, dove il caos organizzativo della controllata regionale Aria (la società fortemente voluta dal presidente Attilio Fontana e che ha assorbito le tre principali società della Regione – Infrastrutture lombarde, Lombardia Informatica e Arel) ha mandato in tilt tutto il sistema e creato ancora più sconcerto tra la popolazione.
Dopo l’ultimo fallimento del weekend (58 convocati per 600 dosi a Cremona), Attilio Fontana ha deciso di rimuovere i vertici della controllata regionale.
Dall’inizio della pandemia, la Regione che vantava di avere il miglior sistema sanitario nazionale, se non mondiale, ha mostrato tutte le sue fragilità.
Sotto accusa innanzitutto la mancata assistenza domiciliare, l’assenza di organizzazione sul territorio e il sistema informatico che non funziona. Un mix esplosivo, al quale non si è ancora trovata soluzione.
L’assessore al Welfare, Letizia Moratti qualche settimana fa aveva annunciato di aver risolto il problema grazie alla collaborazione con Poste Italiane.
Matteo Salvini lo ha già rivendicato, vedremo cosa succederà. Si spera che a forza di intoppi non siano le persone a decidere di non vaccinarsi.
Draghi si vaccina, ma delude gli imprenditori
Chi ha annunciato che si vaccinerà al più presto e, se possibile, con AstraZeneca è Mario Draghi.
Il Presidente del Consiglio, dopo tanto silenzio, si è finalmente concesso ai giornalisti durante la conferenza stampa di presentazioni del Decreto Sostegni.
Il Premier ha risposto a tutte le domande, un momento che la stampa attendeva da molto e al quale non si è sottratto.
Draghi ha voluto sottolineare che “è solo il primo di una serie di interventi”. Forse per giustificare quello che tutti speravano fosse un momento di svolta, ma forse così non è. La percentuale effettiva del sostegno varierà dal 5% all’1,6% rispetto al fatturato perso. Cifre che hanno deluso molto imprese e professionisti.
In sostanza, si tratta di un dodicesimo della contrazione del fatturato annuale 2019 rispetto a quello del 2020, perché le percentuali concesse sul fatturato variano dal 60% al 20% e si applicano sulla differenza tra l’ammontare medio mensile del 2020 e quello del 2019.
Un Biden da incubo
Dopo il piano monstre di aiuti da 1,9 miliardi dollari, Joe Biden ha deciso di tirare fuori anche i muscoli e mostrare la sua vera indole.
Il suo aspetto fisico e i suoi modi gentili nascondono, infatti, un piccolo Freddy Krueger: il nuovo incubo delle potenze mondiali, perché l’era Biden potrebbe essere segnata dai peggiori rapporti tra Mosca, Pechino e Washington (leggi l’editoriale del New York Times).
In breve, l’idea di Mosca e Pechino è che le democrazie occidentali, soprattutto gli Stati Uniti, siano deboli, divise e in declino.
Durante l’era Trump, Putin ha fatto più o meno il bello e il cattivo tempo, mentre verso la Cina l’ex presidente Usa ha avuto atteggiamenti altalenanti, soprattutto in epoca Covid.
Biden vuole cancellare questa immagine e lo vuole fare prima di tutto con la dialettica, ristabilendo i rapporti di forza con un linguaggio al limite del brutale (“Putin è un assassino”).
Vedremo se dalle parole riuscirà a passare ai fatti. Si potrebbe cominciare dalla risposta all’attacco informatico contro i sistemi Usa, attribuito alla Russia, che Biden ha promesso di vendicare.
Insomma, tutto il mondo è paese. Come diceva Tomasi di Lampedusa: “Tutto cambia, perché nulla cambi”.
Leggi il punto geniale della scorsa settimana.