Il gruppo orobico Tesmec è passato da piccola officina meccanica nata a Milano nel secondo dopoguerra, a multinazionale leader nella progettazione e produzione di sistemi e soluzioni integrate per la costruzione, manutenzione e diagnostica di infrastrutture legate al trasporto e alla distribuzione di energia, dati e materiali (petrolio e derivati, gas, acqua).
Il trasporto di energia parla bergamasco. E lo fa grazie a una realtà che ha mantenuto tutte le caratteristiche dell’azienda famigliare anche oggi che il gruppo è quotato in Borsa ed è presente pressoché in ogni angolo del pianeta.
Se si dovesse tracciare in poche righe il profilo di Tesmec, gruppo bergamasco con quartier generale a Grassobbio, comune a una manciata di chilometri a Sud del capoluogo orobico, si potrebbe riassumere così. Ma la storia di questa azienda fondata nel 1951 da Annibale Caccia Dominioni e Alfredo Brignoli, che dopo gli anni della ricostruzione del Paese è entrata nel settore dell’energia diventando il punto di riferimento a livello internazionale nello stendimento delle linee elettriche, grazie a una tecnologia ad hoc sviluppata già negli anni Sessanta con il Politecnico di Milano e con Edison, merita sicuramente più spazio.
Lo sviluppo internazionale
Nata come CRF – Officina meccanica di precisione, già negli anni Sessanta quella che oggi è Tesmec si era specializzata nella progettazione e produzione di macchinari e attrezzature per la tesatura (l’installazione di cavi aerei tra piloni e tralicci) delle linee elettriche ad alto voltaggio. L’azienda è poi progressivamente cresciuta, fino a costituire negli anni Ottanta la prima sede produttiva all’estero, in Texas, negli Stati Uniti.
È così che alle macchine per la tesatura si sono aggiunte quelle trencher cingolate ad alta potenza, che servono per le operazioni di scavo in linea per la posa di sistemi di tubi e di reti che consentono di trasportare informazioni (fibra ottica), ma anche materiali come gas, acqua e petrolio (oledotti).
La capacità di innovare
“Siamo sempre stati un’azienda innovativa e attenta alle attività di ricerca e sviluppo”, spiega Ambrogio Caccia Dominioni, presidente e amministratore delegato di Tesmec, “tanto che fin dai primi brevetti abbiamo cominciato a operare su scala internazionale. Questo spiega perché il mercato italiano abbia sempre rappresentato solo una piccola percentuale del nostro fatturato, che storicamente deriva per la stragrande maggioranza dalle attività all’estero”.
Per molti decenni solo il 5% del fatturato aziendale derivava dal mercato nazionale. E anche oggi che la percentuale è in crescita, grazie alla nuova attività nell’energy automation e nel settore ferroviario che al momento sono particolarmente focalizzati sull’Italia, non si va oltre il 20%. Il resto, continua ad arrivare dall’estero, dove il mercato principale è rappresentato dagli Stati Uniti.
Presente in tutto il mondo
Non solo. Tra i mercati più interessanti per la multinazionale orobica, che conta quasi mille dipendenti tra i siti produttivi di Grassobbio (Bergamo), Endine Gaiano (Bergamo), Sirone (Lecco) e Monopoli (Bari) in Italia, Alvarado negli Stati Uniti, Durtal in Francia e le tre unità di ricerca e sviluppo in Italia, ci sono anche quelli di Australia e Nuova Zelanda. Poi c’è “il continente africano, dove ci stiamo impegnando in diversi Paesi nel settore telecomunicazioni e miniere”, altro comparto nel quale l’azienda lombarda vanta un’alta specializzazione, con macchine trencher per lo scavo e lo sfruttamento di cave e miniere.
D’altra parte, con una capacità rara di progettare e produrre sistemi e macchine in grado di lavorare anche in condizioni climatiche e ambientali estreme, come quelle delle zone artiche e delle zone desertiche, Tesmec è un marchio riconosciuto e ricercato in tutto il mondo. E anche se la concorrenza è agguerrita, soprattutto da parte di gruppi tedeschi e cinesi che possono vantare dimensioni molto più grandi di quelle del gruppo orobico, la flessibilità tipica dell’organizzazione italiana e la diversificazione in più ambiti rappresentano spesso una marcia in più rispetto ai competitor.
L’effetto Covid
“Il Covid e la crisi provocata dalla pandemia hanno creato forti cambiamenti ai quali noi ci siamo adeguati forse più in fretta degli altri, grazie alla nostra lunga tradizione e a un indotto lombardo molto valido che ci consente una grande flessibilità senza perdere in termini di qualità”, spiega Caccia Dominioni. “Noi come soci ci siamo preparati a ciò che avverrà nel prossimo futuro con l’operazione di aumento di capitale realizzata recentemente con successo, che ci consentirà di affrontare le prossime sfide con tutti gli investimenti necessari”.
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