Per nome del segretario generale, Cesare Battisti, l’associazione Ambasciatori del Gusto, che riunisce molti degli chef stellati italiani, lancia un grido di allarme, chiede fondi sicuri e soprattutto pianificazione: “Vogliamo un esponente dei ristoratori ai tavoli decisionali” .
Il presidente onorario è Carlin Petrini, patron di Slow Food. Il segretario generale è Cesare Battisti, chef del Ratanà di Milano. Ma tra gli Ambasciatori del Gusto siedono nomi del calibro di Massimo Bottura, Carlo Cracco, Moreno Cedroni, Andrea Aprea, Rento Bosco, Andrea Berton, solo per dirne alcuni. Sono ristoratori, pizzaioli, sommelier, pasticceri tra i più quotati e famosi al mondo, che insieme producono il 10% del Pil del nostro Paese.
Con la loro associazione, da quando è iniziata la pandemia, non hanno mai alzato la voce. Si sono adeguati alle regole, hanno dialogato con il Governo Conte e si sono organizzati per garantire la sicurezza di lavoratori e clienti e, allo stesso tempo, riuscire a sopravvivere.
Ma ora qualcosa è cambiato e tramite Battisti, per la prima volta, la voce non solo si è alzata, ma è tuonante: “Non vogliamo fondi per guadagnarci, e nemmeno l’elemosina. Vogliamo una pianificazione per sopravvivere e per tenere in piedi un comparto che vale il 10% del Pil. Vogliamo un esponente dei ristoratori ai tavoli decisionali”.
La voce di Battisti rompe un silenzio quasi irreale delle prime settimane del Governo Draghi: “Con il precedente Governo avevamo dei tavoli aperti, ora è tutto da ricostruire” dichiara lo chef.
Quindi, “devono coinvolgerci nei tavoli decisionali” dice il segretario generale rivolgendosi al nuovo Esecutivo a guida Mario Draghi. L’appello è rivolto in particolare ai ministri Stefano Patunelli, Politiche agricole, e Giancarlo Giorgetti, Sviluppo economico.
“Devono sapere quali sono davvero le necessità del comparto; la nostra filiera integrata muove più del 10% del Pil del Paese”.
“La cucina in Italia è sapere, tradizione, cultura, storia, rispetto del territorio, tecnologia e innovazione. Oltre ad essere il traino per migliaia di aziende. Meritiamo di essere ascoltati e rispettati”.
“Abbiamo già chiesto al ministro Patuanelli un incontro che non è ancora stato convocato. Siamo coscienti di quanto stia accadendo: non chiediamo fondi per guadagnare e nemmeno vogliamo l’elemosina. Chiediamo misure attuative necessarie per lavorare, sostegni immediati per consentire al comparto della ristorazione di sopravvivere”.
Il segretario degli Ambasciatori del Gusto chiede poi al nuovo Governo una programmazione per il rilancio del settore: “È necessario che il Governo pianifichi la ripartenza appena sarà consentito riaprire. Noi rispettiamo la legge e tutte le disposizioni per sconfiggere la pandemia. Se il Governo dispone che la ristorazione debba rimanere chiusa, noi rimarremo chiusi e dissentiamo dalle scelte prese da altri rappresentanti della categoria, che rischiano di compromettere il dialogo del comparto con il Governo”.
Battisti ribadisce infine l’auspicio di un celere riscontro da parte del Governo: “La politica deve prendersi cura di noi. Vogliamo essere ascoltati e rispettati”.