Dopo caseifici, pizzerie e pasticcerie, il Carretta (Enrico) ha aperto a Milano un locale a sua immagine e somiglianza
Le difficoltà sono all’ordine del giorno. Soprattutto in questo periodo di ansie, tumulti e criticità globali. C’è chi cerca una scusa, indietreggia e si ritrae. C’è chi attacca, va avanti o cerca nuove soluzioni. Esplorando sentieri mai battuti. Come il “Carretta”, che ha scelto di percorrere una strada ripida, difficile e impervia. E quindi merita tutta la nostra ammirazione e il nostro racconto.
Il Carretta non è una metafora o un simbolo, ma è una persona in carne ed ossa. Il Carretta è anche un ristorante, anzi IL ristorante. Dopo aver portato la mozzarella di bufala “made in Milan” in una decina di punti vendita meneghini, aver aperto pizzeria e pasticcerie (di cui una senza glutine), Enrico Carretta ha dato alla luce il suo piccolo grande ristorante. Con l’articolo determinativo davanti.
Certo ci vuole coraggio e determinazione per aprire un ristorante il primo di ottobre 2020. Ma il patron è così, un po’ guascone, un po’ imbruttito, un lucano trapiantato sotto il Duomo, un baüscia dall’accento potentino, una voglia di lavorare e di emergere che non si può descrivere. Un vulcano sempre in movimento, fisico, mentale e imprenditoriale.
Il suo nuovo locale è una vera chicca in una tranquilla traversa di corso Lodi.
Una ventina di tavoli, eleganza sobria, cucina a vista, due tavoli centrali rotondi.
Il menù che strizza l’occhio alla sua terra natia, ma senza caratterizzarsi sulla cucina regionale. Prende un po’ da Milano e un po’ dal mediterraneo e, dove può, interpreta i sapori e li eleva.
Non siamo in una cucina stellata, ma in una concretamente e appassionatamente buona. Ci si va e si torna. Un po’ come a casa, ma una casa di gran tono e mai banale.
risotto capesante mezzo pacchero
Noci di capesante scottate al timo e limone con crema di zucca. Si parte col botto: c’è il mare, il croccante, il sapore. Può bastare? Affatto. Ecco allora la ricciola, in modalità carpaccio, con nocciole fresche, olio e limone della Costiera. Boom! Altra bomba di inebriante sapore.
Poi ecco una pasta di cui ci si innamora, la Verrigni, e si scende in maniera decisa a Sud: sono i mezzi paccheri con vongole veraci, friarielli e pane sfritto a caciocavallo lucano. Subito dopo ritorniamo a Milano, ed ecco il risotto. Un carnaroli morbido ed equilibrato, ha tra un chicco e l’altro il sapore degli agrumi, il crescione d’acqua e una tartare di salmone marinato.
Con la portata successiva possiamo scegliere se restare in terra padana (la guancetta di vitello e purè di sedano veronese) oppure rituffarci nel mediterraneo (con il rombo croccante alle erbe, patate, spinacini, datterino essiccato e fumetto al vermentino).
Si lasci scegliere alla gola, che verrà deliziata in entrambi i casi.
Dulcis in fundo, il classico ma intramontabile tortino al cioccolato morbido (guarnito con un passato di mango e menta), un tiramisù in tazza, la candida panna cotta al lampone oppure una tradizionale tarte tatin di mele. Si va sempre sul sicuro.
Carretta sempre in salita. I suoi ospiti in una dolce e panoramica discesa.
Carretta - Il Ristorante Via Tullo Massarani 5 - Milano 02 2318 4498 info@carrettailristorante.it pagina facebook Fascia di prezzo: tre portate 45 €, bevande escluse Ideale per: amanti del pesce e della carne, amanti della cucina mediterranea ma anche un po' padana, amanti e basta; chi vuol far colpo, segnalando un posticino nuovo che nessuno conosce senza poi essere smentito con frasi del tipo "se non lo conosceva nessuno ci sarà stato pur un motivo"