Il libro della biologa nutrizionista svela i segreti dei meccanismi metabolici legati alla popolazione dei microrganismi intestinali.
Dopo tanti tentativi (quasi vani) di spiegare come si dimagrisce, ora ci prova anche Silvia Soligon, biologa nutrizionista e comunicatrice scientifica. In che modo si possono buttare giù i chili di troppo? Agendo sul microbiota. Tra cibo ingerito, meccanismi metabolici e popolazione dei microrganismi intestinali (il microbiota, appunto) c’è una stretta correlazione: influenzando gli uni si va a riequilibrare gli altri fattori dell’equazione. Ma ripercorriamo le tappe partendo da lontano.
Ippocrate e il cibo come medicina
Mangiare non è solo introdurre energia. Mangiare è anche piacere, è riflesso sociale, è bisogno conviviale, è scelta etica. È “strumento di unione e divisione, identificazione e contrapposizione, prescrizione e proibizione”, come sostiene l’antropologo Marino Niola. E, last but not least, mangiare è elemento fondamentale per mantenere benessere e salute psicofisica.
“Fa’ che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo”. A dirlo oltre 2300 anni fa è stato Ippocrate, il padre greco della medicina cui viene attribuito il giuramento che ancora oggi rappresenta il codice deontologico della professione medica. Poi sono arrivate tantissime altre massime sul tema, come “Quello che è cibo per un uomo, è veleno per un altro” di Lucrezio, “Siamo quello che mangiamo” di Feuerbach, fino a “Non mangiare nulla che tua nonna non riconoscerebbe come cibo” del giornalista Michael Pollan.
In libreria la relazione tra intestino e sovrappeso
Oggi la nutrizionista Silvia Soligon nella sua opera Il microbiota nel controllo del peso allarga il tema della corretta nutrizione al microbiota intestinale. La guida, edita da Clorofilla Editoria Scientifica e fruibile sia da professionisti sia da tutti coloro che sono interessati al tema del benessere e della nutrizione, spiega in maniera semplice la relazione tra l’insieme di batteri che popolano il nostro intestino e l’accumulo di peso. “Il manuale”, riferisce l’autrice, “non vuole essere un vademecum del tipo ‘la dieta del microbiota’, ma una mappa per orientarsi nell’intricata rete di connessioni che lega i microbi intestinali all’eccesso di peso e alle sue complicanze. Sfruttando gli effetti benefici del microbiota per coadiuvare il dimagrimento”.
Ma come si lega la piaga del sovrappeso con la composizione della flora batterica intestinale? “Il microbiota intestinale è responsabile circa del 5% della variazione dell’indice di massa corporea. Da un lato, il suo contributo dipende dal fatto che i batteri intestinali aumentano le energie ricavate dal cibo; dall’altro, le sostanze prodotte dai microbi che tappezzano l’intestino promuovono lo sviluppo delle cellule del tessuto lipidico e inibiscono la degradazione dei grassi”. In pratica, il microbiota è in grado di aumentare le calorie che un determinato cibo può fornire all’organismo e, allo stesso tempo, stimolare la crescita del tessuto adiposo, frenando il processo che nel sogno collettivo umano si identifica con l’espressione “bruciare i grassi”.
Altre interessanti implicazioni
Le azioni svolte dal microbiota intestinale non si fermano qui. Sembra infatti che esso sia implicato nel controllare i livelli di ormoni e di altre molecole che regolano appetito e sazietà. Come se non bastasse, i microbi che vivono nell’intestino possono influenzare i livelli di infiammazione e gli indicatori del benessere cardiaco e metabolico: in pratica la flora batterica può influenzare parametri ematici fondamentali come le concentrazioni di colesterolo e di trigliceridi e l’attività dell’insulina. E quindi, secondo la Soligon, agire sulla flora intestinale può aiutare a gestire sia l’eccesso di peso, sia le sue conseguenze.
Dimagrire educando l’intestino
Ma si può quindi perdere peso solo modificando l’equilibrio dei miliardi di microbi che vivono nell’intestino? “Pensare di dimagrire agendo solamente sulla propria flora batterica non è realistico”, spiega la biologa. Tuttavia, “accorgimenti mirati all’ottimizzazione della sua composizione possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi di peso prefissati”.
Ѐ quindi l’opportuna integrazione della dieta la chiave potenziale per il benessere dell’organismo e per il dimagrimento. Composti utili sono ad esempio le fibre alimentari solubili fermentabili: in particolare l’inulina che si trova nella cicoria, i fruttani dentro a banane, cipolla e aglio; gli arabinoxilani in frumento, riso e segale integrali; e i betaglucani presenti in avena e orzo non raffinati.
Altri elementi importanti per il riequilibrio del microbiota sono i microrganismi probiotici (ovvero quelli che sono in grado di esercitare funzioni benefiche per l’organismo) e i composti prebiotici (sostanze non digeribili di origine alimentare che favoriscono selettivamente la crescita dei probiotici).
Ma, spiega l’autrice nel libro, non tutte le fibre, né tutti i probiotici o prebiotici si equivalgono nei loro effetti. Il manuale riassume tante informazioni utili per la scelta del ceppo di probiotico, del tipo di fibra o del prebiotico più adatto al caso specifico, basandosi sui dati pubblicati nella letteratura scientifica. «Non bisogna poi dimenticare anche gli altri ritrovati della nutraceutica: i simbiotici e i postbiotici», aggiunge Soligon. Le opzioni quindi non mancano, ma non si equivalgono l’una con l’altra. Essere informati e saper scegliere è fondamentale per poter sperare di ottenere i risultati desiderati.