Da domenica 13 dicembre i locali tornano ad accogliere gli ospiti fino alle 18. Con il pernottamento ci può scappare anche il cenone della vigilia
Ci sono mancati. E certamente la carenza era reciproca. Ristoranti e bar, trattorie e pizzerie della Lombardia erano chiusi per decreto dallo scorso 6 novembre. Prima per la zona rossa e poi per quella arancione. Da domenica 13 è invece in vigore la nuova colorazione, giallo! Questo significa apertura di esercizi commerciali con cucina, somministrazione e consumo in loco di alimenti. Purtroppo per avventori e ristoratori, non tutti sono riusciti a riaprire i battenti: la crisi economico-pademica ha colpito duro, molti locali hanno chiuso a tempo indeterminato. Secondo la stima di Fipe ed Epam (Confcommercio Milano), sono quasi 1 su 3 quelli che potrebbero abbassare definitivamente le serrande.
Altriménti: chiuso, ma continua il delivery con uno speciale natalizio
Uno di quelli che al momento non aprirà è Altriménti, il ristorante bistrot di Eugenio Boer, che continua però a focalizzarsi sul delivery. Il locale è stato inaugurato meno di due anni fa, l’obiettivo era quello di “essere un punto di ritrovo all’insegna della convivialità per gli abitanti del quartiere City Life”. Pur mantenendo fede alla sua mission, ha deciso per il momento di continuare ad operare solo a distanza.
Lo chef ligure-olandese ha voluto proporre un Natale gastronomico “diverso e per tutti”, preparando un invitante box delle feste. Al “democratico” prezzo di 30 euro a testa, un kit con un menu completo solo da scaldare (dove necessario): dal baccalà al salmone, dai tortellini alla faraona fino allo zabaione per panettone.
Il Bu:r apre all’insegna delle tipicità made in Italy
L’altro ristorante, il Bu:r, sempre dello stesso chef, invece, riapre per pranzo, compreso quello di Natale, il 25. In via Mercalli vanno in scena i piatti che mischiano eleganza e territori, sostenibilità e cultura. Marcata è l’italianità delle proposte, come omaggio e aiuto ad un Paese messo in ginocchio dalla pandemia.
L’esperienza gastronomica è un viaggio attraverso il Belpaese, da Sud a Nord, in cerca di storie e filosofie gastronomiche da condividere con i commensali: ciapinabò & castagne, filetto di cervo col suo grasso e liquirizia di patate, salmerino e sue uova con kefir di capra, cipolla di Breme con grattachecca di parmigiano, sono solo alcune delle proposte “made in Italy” dello chef anticonformista e giramondo.
Elegante e rustica atmosfera natalizia al Ronchettino
Classico ed elegante, rustico e caldo. Tipico e natalizio. Questi gli ingredienti essenziali del Ronchettino, vecchia stazione di posta, vecchio bar con musica dal vivo e cabaret, vecchia cascina a metà strada tra Milano e Rozzano.
Oggi è un sicuro rifugio di milanesoni ostili a varcare i confini metropolitani, che si azzardano a superare la circonvallazione per sedersi comodi e coccolati in questa oasi meneghina al confine sud della città. Fuori dal mondo, ma dentro nella città (seppur metafisicamente), il Ronchettino riapre i battenti e offre gli intramontabili classici milanes, i tra cui ricordiamo con piacere gli ottimi mondeghili. Piccoli, croccanti, morbidi, ciliegie carnee che si attraggono a vicenda e attraggono, stregano ingolosiscono. Non si smetterebbe mai di mangiarli.
Il 25 va in scena il pranzo natalizio con un menu ampio e articolato. Salmone marinato e sfoglia di zucca, crespelle al cavolo nero e cappelletti, cappone ripieno e capocollo a lunga cottura, panettone con mascarpone e barbajada.
La Sicilia nel piatto anche a Natale da Ottimofiore
Se si vuol varcare il confine regionale, se si vuole “scendere” giù di oltre mille chilometri senza spostarsi da Milano, ecco Ottimofiore. Enclave della Trinacria nel quartiere dagli occhi a mandorla, zona via Sarpi, nel locale di via Bramante si assapora la Sicilia, il mare e i suoi profumi anche a Natale.
E allora via con gli antipasti cotti e crudi di pesce, solo di questi si potrebbe pranzare. Ma la gola può scegliere invece i primi, rigosorosamente di pasta: linguine con aragostelle, maccheroni con tonno e melanzane piuttosto che mezze maniche spada finocchietto e pomodorini.
E la norma? Beh, non può mancare e infatti si inserisce tra i primi di terra, insieme ai fusilli con pesto di pistacchio. Ci si rituffa in mare per i secondi – con l’immancabile pesce spada, con il san Pietro, con la frittura mista – e poi sul finire del pasto si risale sulla terra, per i cannoli e le scorzette di arancia al cioccolato. La gola sale ancora, verso soddisfazioni olimpiche.
Il Nuovo Macello, per chi era in astinenza da vera cotoletta
Per i cultori della cotoletta anche sotto Natale, qui un rifugio sicuro e affidabile. L’eleganza d’altri tempi del Nuovo Macello rapisce per semplicità e calore. Come anche le sue proposte, che sanno stare al passo con i tempi senza abbandonare i capisaldi della tradizione culinaria meneghina.
Qui si pranza con i sapori di oggi e (solo il meglio) delle atmosfere di ieri: mondeghili e baccalà per antipasto, risotto e ravioli di faraona come primo, super cotoletta (cotta al punto rosa, con o senza osso), trippa o piccione di secondo.
E per Natale? Ecco servito un menu con salmerino e patè di fegatini, ravioli antichi in brodo di gutturnio, faraona con castagne e guancia di manzo. Deve rimanere infine spazio per il torroncino ghiacciato, il panettone e la classica crema al mascarpone.
Trattoria Mirta, sofisticata semplicità anche a Natale
Piazza san Materno ha un fascino più che discreto. Una chiesa del quattrocento, piazzata lì in un groviglio di strade, che ne hanno a mala pena rispettato la collocazione. Al centro di questo reticolo sorge, sorniona, la Trattoria Mirta.
Popolare e gourmet, familiare ma piacevolmente sofisticato, il locale nelle mani dello chef Juan da Montevideo non offre mai un menu uguale all’altro. La geografia dei piatti spazia da una regione all’altra, dalla Lombardia al resto della penisola, impreziosendo con proprie sfumature i piatti della tradizione locale.
In questi giorni prenatalizi vanno in scena delle gustose frittelle di cipollotto salvia e scarola e il patè di fegatini con panbrioche e mostarda di frutta; ma anche pasta e fagioli e pasta al ragù bianco di coniglio. Tra i secondi pancia di maiale arrostita con verza stufata, burrata fresca con pappa al pomodoro e si finisce in dolcezza con il tortino caldo al cioccolato.
Il Natale in cascina: con pernottamento c’è possibilità di cenare
Infine, per chi non si accontenta solo dei pranzi e vuol riprovare il brivido di cenare fuori casa, ecco la soluzione a portata di mano, di tasca e di gola. Cascina Caremma, una manciata di chilometri a sud ovest di Milano, ma in realtà distante anni luce da ritmi e cemento meneghino.
Dopo aver sperimentato il delivery e le consegne a casa di salumi, formaggi, farine e piatti pronti, la cascina ha riaperto il ristorante, con le classiche proposte della cucina tradizionale milanese. Per la vigilia, anche a cena, va in scena invece il baccalà mantecato, oltre ad altri classici come i tortellini in brodo, la fassona con polenta e la torta meneghina. Per Natale e santo Stefano è la volta dell’insalata con faraona e melograno, mondeghili e altri antipasti, oltre che del risotto con tartare di storione, dei ravioli di zucca, del confit d’oca e del semifreddo al torrone.
Ne avevamo già parlato qui, ma non possiamo non citare il posto che dedica al Natale e alla sua atmosfera ogni giorno dell’anno, il Garghet, aperto a pranzo dal martedì alla domenica, con menù speciale per Natale.
ALTRIMÉNTI https://www.altrimenti.eu/ – via Monte Bianco 2/A, Milano – 02 8277 8751
BU:R – https://www.restaurantboer.com/ – via Mercalli 22, Milano – 02 6206 5383
RONCHETTINO – https://www.ronchettino.it/ – via Lelio Basso 9, Milano – 342 564 3955
OTTIMOFIORE – via Bramante 26, Milano – 02 3310 1224
TRATTORIA MIRTA – https://www.trattoriamirta.it/ – piazza San Materno 12 Milano – 02 91180496
NUOVO MACELLO – https://www.trattoriadelnuovomacello.it/ – via Cesare Lombroso 20, Milano – 02 5990 2122
CASCINA CAREMMA – www.caremma.com – Cascina Caremma, Besate (MI) – 02 905 0020