Dalle Alpi al Mediterraneo, Juan e Cristina offrono una cucina italiana senza fronzoli. Hanno portato la loro Trattoria Mirta ai vertici della categoria a Milano, e non solo.
Da Mirta a Milano si sta bene, perché anche loro stanno bene. Loro sono il personale di sala e di cucina, più lo chef Juan, che insieme a Cristina, la sua infaticabile e sorridente signora, trotterellano senza sosta tra dentro e fuori, tra il locale interno e la città che sta all’esterno. In un gazebo apparecchiato su un’isola di marciapiede che affaccia in strada.
Lì, dove sorge una chiesa quattrocentesca, la cosiddetta Abbazia di Casoretto dallo stile romanico lombardo, che sembra buttata come una gemma incastonata tra asfalto e cemento. I mattoni rossi fuori e all’interno affreschi della Madonna Bianca, vecchi di sette secoli. A fianco, irrispettosa e affascinante, l’architettura industriale anni ‘30 dell’officina generale dei tram e delle metropolitane.
Dalla Galizia a Milano, passando per Montevideo
Il sorriso lo si vede negli occhi, tracima oltre l’innaturale e forzata mascheratura pandemica di Juan, di Cristina e dei loro allegri collaboratori. Ma è questa inaspettata naturalità a colpire nel profondo dell’anima. Un locale moderno ma semplice, efficiente ma umano. Poco mediatico e affatto mediocre, molto attento a variare le proposte secondo l’estro di Juan. Aperto nel 2007, nel 2013 ha conquistalo la chiocciola, il massimo riconoscimento della guida dei ristoranti di Slow Food. Oggi tiene stretto il simbolo del mangiare lento, alla cui filosifia si ispira anche lo chef, galiziano di sangue, uruguaiano di nascita e milanese di adozione. Juan, che ha imparato dalla madre Mirta i segreti della cucina, voleva aprire insieme alla milanesissima Cristina una trattoria “senza fronzoli, dove si facesse cucina italiana fatta a regola d’arte”. La realtà dei fatti dice insindacabilmente che ci è riuscito.
Giro goloso d’Italia alla ricerca dei sapori piu veri
Inutile cercare un menu tipo, né un’impostazione territoriale definita. Non è certo un limite, perché spaziare da un piatto all’altro, dalla Lombardia al resto della penisola, impreziosendo con proprie sfumature i piatti della tradizione, è decisamente un piacere. Alla trattoria Mirta si va dal flan di porri e carote, alla parmigiana di melanzane e raclette in crosta; dai ravioli al taleggio e radicchio al burro e miele, alle crespelle di grano saraceno con cicoria e stracchino sudtirolese; dagli gnocchi di ricotta con guanciale di Sauris, alla salsiccia ripiena di prugne e olive nere, al galletto disossato alla brace, fino al taroz valtellinese.
Un viaggio virtuale nell’Italia migliore, quella dei sapori, del saper fare, delle tradizioni contadine tramandate fino ai giorni nostri. Una reale selezione delle migliori materie prime dalle Alpi al Mediterraneo, una girandola di sapori che scuotono anche le papille più intorpidite, che soddisfano quelle più esigenti. Sapori, appunto, mai sbavati, giustamente eleganti e ben equilibrati. Non fanno eccezione i dessert di produzione propria, così come la pasta e il pane sempre tiepido. Meringa agli agrumi, torta sabbiosa e – irresistibile – tortino con cuore caldo al cioccolato e crema di amaretto. Semplicità sofisticata.
TRATTORIA MIRTA
Piazza San Materno, 12 Milano
tel. 02.91180496