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Dal vecchio tostapane al forno: in casa abbiamo miniere d’oro

Il Consorzio ERP Italia contribuisce al recupero di materiali e metalli preziosi contenuti negli strumenti che utilizziamo quotidianamente: una risorsa enorme da riutilizzare.

Non solo Africa e Asia. Ci sono miniere di metalli preziosi anche dietro casa. E ad alimentarle siamo noi.

Proprio così: potrà anche sembrare incredibile, eppure il nostro nuovo smartphone può nascere anche grazie alle materie prime seconde recuperate attraverso il sistema di raccolta e recupero da parte dei consorzi che si occupano della gestione dei Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche domestici (i cosiddetti RAEE) e delle Pile e Accumulatori. Una rete di sistemi di raccolta senza scopo di lucro finanziata dagli stessi produttori di apparecchiature elettroniche, tra i quali spicca il Consorzio ERP Italia, con quartier generale a Cassina de’ Pecchi, in provincia di Milano, che opera su tutto il territorio italiano e con presenza a livello internazionale grazie alla partnership con il Gruppo Landbell. 

Leader a livello nazionale nella raccolta di pile e accumulatori portatili, questa realtà ha tra i propri consorziati oltre 1.200 Produttori, tra cui i principali marchi italiani e internazionali nel settore delle batterie, dell’informatica, delle console da videogiochi, ma anche degli elettrodomestici che abbiamo nelle nostre case e dell’infinità di sistemi e apparecchiature che funzionano grazie all’energia elettrica e che scandiscono la nostra quotidianità senza che nemmeno più ce ne accorgiamo.

Dallo smartphone alla macchina del caffè

“La legge prevede che il forno a microonde, il vecchio cellulare, il tostapane e la macchina del caffè che non vogliamo più possano essere ritirati dal distributore o consegnati all’isola ecologica più vicina a casa”, spiega Daniela Carriera, Direttore Sales and Marketing di Erp italia. “Quello che noi facciamo è occuparci della gestione a norma di tutti questi rifiuti, con la raccolta e il conseguente invio a impianti di trattamento adeguati, dove ci sono linee industriali differenziate e dove, attraverso una serie di processi, le materie che compongono questi prodotti vengono separate e recuperate per diventare materie prime seconde che possono essere riutilizzate dai diversi settori di mercato”.

Un sistema virtuoso che evita la dispersione nell’ambiente di materiali e sostanze come ferro, plastica, alluminio, rame, acciaio, poliuretano, vetro, polipropilene, abs, carta e tanto altro. E che, al contempo, restituisce un valore – anche economico – a materie più o meno rare che potrebbero essere destinate a nuova vita nei settori in cui sono state impiegate la prima volta o in ambiti completamente diversi.

Daniela Carriera

Benefici ambientali, economici e geopolitici

“Anche se il beneficio a cui si pensa più facilmente è quello in termini ambientali, i vantaggi sono molti di più”, puntualizza Carriera. “Ci sono molte materie prime che noi, intesi non solo come Italia, ma anche come Europa, non abbiamo e per le quali siamo dipendenti da altri Paesi. Riuscire a recuperarle dai rifiuti elettrici ed elettronici, così come dalle pile e accumulatori, significa generare nuova materia prima seconda che consente, tra le altre cose, di ridurre la nostra dipendenza dagli altri per gli approvvigionamenti”.

La percentuale di materiali che è possibile recuperare dalle pile e accumulatori esausti, dai cellulari, dai frigoriferi, ma anche dai sistemi di illuminazione, dai pannelli fotovoltaici, dalle batterie delle auto elettriche, dalle tv e da tanto altro è molto più alta di quella che i non addetti ai lavori possono immaginare. “Riusciamo a recuperare oltre il 95% dei metalli e delle sostanze contenute in un telefonino o negli altri rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche”.

Dopo l’elettronica tocca al tessile

Il sistema, di cui il consorzio lombardo fondato nel 2006 è uno degli attori principali, ha dimostrato di funzionare. Tanto che il modello di recupero delle materie prime si sta progressivamente allargando ad altri settori.

Se per quanto riguarda l’elettronica la sfida più grande al momento pare essere quella rappresentata da pannelli fotovoltaici e batterie per auto elettriche, “nuovi scenari nell’ambito dell’economia circolare si stanno già aprendo. Il legislatore, infatti, ha imposto anche ad altri settori di farsi carico del fine vita dei loro prodotti: tessile, arredo, materassi, reti da pesca e così via”, sottolinea Carriera. E, con la spinta sempre più forte verso la sostenibilità, le possibilità sono destinate ad ampliarsi ancora di più.

Libero Quotidiano, 29 aprile 2023.

Leggi le storie di tutti i Geni Lombardi.

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