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Crisi Evergrande: che cos’è e quali rischi comporta (anche per l’Inter)

La vicenda Evergrande: le possibili conseguenze, anche per l’Inter, della crisi del colosso cinese del settore immobiliare.

Nelle ultime settimane uno dei temi di maggiore discussione negli ambienti finanziari internazionali è stata la crisi della società cinese Evergrande. Gli addetti ai lavori hanno drizzato le orecchie su questa vicenda già a maggio, quando la testata Caixin Media ha riferito che i regolatori Cinesi stavano esaminando le transazioni tra Evergrande e Shengjing Bank. All’inizio di giugno, Bloomberg ha riferito che le autorità di regolamentazione cinesi avevano chiesto ai principali creditori di Evergrande di condurre una nuova serie di stress test sulla loro esposizione alla società.

Stessa richiesta è stata fatta a China Chengxin International Credit Rating Co. La situazione col tempo è andata peggiorando, spingendo Evergrande a iniziare trattative con gli investitori per vendere alcune delle sue attività, come le partecipazioni in China Evergrande New Energy Vehicle Group Ltd e Evergrande Property Services Group Ltd. Forse non basterà, visto che la fiducia del mercato nei suoi confronti è stata significativamente minata e, di conseguenza, l’accesso a tutti i canali di finanziamento è stato notevolmente compromesso.

Le difficoltà del gruppo e i possibili effetti a catena

Non solo. Evergrande ha difficoltà a rifinanziare, ma anche il business è stato colpito, con alcuni progetti di costruzione sospesi a causa di pagamenti arretrati a fornitori e appaltatori. Man mano che le notizie negative si diffondono l’andamento delle vendite potrebbe risentirne, compromettendo la sua unica fonte residua di entrate di cassa. Senza un intervento del Governo, l’azienda potrebbe quindi essere inadempiente sulle sue obbligazioni in dollari.

I non addetti ai lavori hanno iniziato a interessarsene quando è rimbalzata la notizia che anche Zhang Jindong, attuale proprietario dell’Inter Campione d’Italia attraverso Suning Holdings Group e già in difficoltà finanziarie per vicende proprie, potrebbe risentire della crisi di Evergrande con cui è esposto per oltre 2,5 miliardi di euro.

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Simone Inzaghi e Giuseppe Marotta, allenatore e Ceo Sport dell’Inter

Ma chi è Evergrande?

Evergrande è una realtà strategica in Cina, con numeri importanti. Solo per citarne alcuni: oltre 160 mila dipendenti, più di 100 miliardi di dollari di immobili venduti in un solo anno, complessivamente ha gestito il 4,6% delle vendite nazionali. Evergrande è il più grande emittente di obbligazioni in dollari high yield in Asia, con 54 miliardi di RMB (7 mld EUR) di obbligazioni societarie in circolazione con passività finanziarie totali di oltre 300 miliardi di dollari.

Possibili scenari futuri

Fare una previsione sulle possibili conseguenze non è facile. Gli analisti pensano e sperano che il Governo cinese intervenga per gestire la crisi, vista l’importanza dell’azienda. “Evergrande è un costruttore immobiliare così importante, e sarebbe un segnale forte se gli succedesse qualcosa”, ha sottolineato Dan Wang, un economista della Hang Seng Bank. “Credo che ci saranno alcune misure di sostegno da parte del Governo centrale, o anche la Banca centrale, che proveranno a salvare Evergrande”. La banca d’investimento Natixis ha ribadito che il governo cinese eviterà “rischi sistemici” in vista del Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese del 2022, data la sua importanza storica, aggiungendo che la crescita economica non mitigherà le perdite finanziarie come è stato il caso in passato.

Il Wall Street Journal ha riportato però rumour che il Governo cinese abbia avvisato i suoi Governi provinciali a prepararsi per una possibile tempesta. In caso di default, quali potrebbero essere le conseguenze?

L’esperto: conseguenze imprevedibili

Massimo Maria Gionso, Consigliere Delegato di CFO Sim – società specializzata nei servizi di Wealth Advisory – spiega che “con un default delle obbligazioni senza intervento del governo, è prevedibile che non passi molto tempo prima che la società sia inadempiente sulle sue obbligazioni, finendo per dichiarare bancarotta”.

Massimo Maria Gionso

“Le conseguenze immediate sarebbero gravi ritardi nel completamento dei progetti in Cina e potenziale perdita di posti di lavoro per i 160 mila impiegati dall’azienda e per quei lavoratori edili che sono assunti dagli appaltatori di costruzioni per l’azienda. Inoltre, ci sarebbe un forte impatto sui mercati finanziari, con picchi nel tasso di default e nel rapporto NPL. Insomma, non una crisi qualsiasi per il mercato cinese che non riuscirebbe a gestire con facilità e che porterebbe ripercussioni anche ad altre società in Cina e a livello mondiale, visti gli stretti collegamenti economici e finanziari con molti Paesi Occidentali. Un effetto a catena, a oggi imprevedibile”.

Leggi anche Borsa: la corsa delle PMI più forte anche della pandemia.

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