Quali lezioni possiamo imparare da uno dei peggiori periodi della storia dei mercati finanziari. E cosa possiamo fare per proteggere i nostri risparmi anche in questa fase storica.
Quello che sta per concludersi è stato uno dei peggiori anni della storia dei mercati finanziari, un vero e proprio anno, cambiando prospettiva, da cui trarre insegnamento.
Mia figlia Matilde, 2 anni e 4 mesi, mi spiazza per quanto velocemente impara cose nuove ogni giorno che passa. Parole, dettagli, giochi diventano piano piano degli automatismi consolidati.
Imboccandola nelle frasi di questi ultimi giorni “Matilde chi arriva tra poco Babbo…?” “Natale” “e cosa porta?” “i regalini ai bimbi buoni” “e tu sei buona?” “no, io bella!”. Babbo Natale è arrivato ovviamente lo stesso e le ha portato i doni anche se, a detta sua, lei non è stata brava. Ovviamente mi aspetto che il prossimo anno, crescendo e capendo bene il senso di questa domanda risponda (e agisca) diversamente, altrimenti avremo un bel problema.
Questo per dire che anche noi possiamo imparare dai 5 insegnamenti che questo 2022 ci ha lasciato:
- Guerra: “La guerra non è guerra finché non è in casa tua”. L’inizio del 2022 è stato caratterizzato dall’invasione russa in Ucraina, che ha scatenato un conflitto in Europa che non vedevamo da decenni generando un disastro umanitario a cui non volevamo certamente assistere. Il rischio geopolitico è emerso con estrema chiarezza, con riflessi inevitabili sui mercati, sia per l’incertezza che una guerra crea, sia per il fatto che coinvolge uno dei principali esportatori di materie prime e gas. Il risultato? Non possiamo più dipendere energeticamente da Paesi rischiosi e dovremmo andare incontro ad una transizione energetica importante, trend strutturale di lungo periodo nel quale poter investire.
- Inflazione: “Ritorno al futuro”. Gli ultimi 10 anni ci avevano abituati a un’inflazione ben al di sotto del fantomatico obiettivo annuo dichiarato dalle banche centrali del 2%. Già sul finire del 2021 avevamo iniziato a vedere una crescita dell’inflazione causata dalla ripartenza post Covid, accentuata quest’anno dalla guerra in Ucraina, che ha portato l’inflazione a sfuggire dalle mani delle banche centrali. In Italia nel mese di novembre è cresciuta dell’11,8% rispetto all’anno precedente, catapultandoci indietro negli anni ’70. Se tenere risparmi sul conto corrente negli ultimi anni voleva dire “soltanto” perdere delle opportunità che si erano create nei mercati, oggi vuol dire perdere potere d’acquisto in modo significativo e non può essere una soluzione.
- I rischi del mercato obbligazionario: “Combatteremo l’inflazione ad ogni costo!” Senza considerare i diversi rischi del comprare una singola obbligazione ci concentriamo su quello che ha causato il peggior anno obbligazionario dal 1870: il rischio tasso. Le banche centrali quando l’inflazione sale aumentano i tassi di interesse per combatterla. Spiegata in maniera poco esaustiva, ma di sostanza, se aumentano i tassi, il tasso dei mutui (nuovi o a tassi variabili) salirà e si pagherà una rata più alta avendo meno soldi da spendere per fare altro. L’inflazione, che è l’aumento dei costi, dovrebbe così calare. Per lo stesso principio, se salgono i tassi salgono i rendimenti delle obbligazioni, ma i prezzi di quelli in essere scendono. Per esempio un Btp italiano a 10 anni a dicembre 2021 rendeva l’1,20% contro il 4,30% di novembre 2022. Questo rialzo ha causato a chi ha investito a dicembre 2021 una perdita ad oggi del -24%. Negli ultimi anni ci eravamo abituati a rendimenti vicino allo zero se non negativi, oggi invece con tassi di interesse intorno al 4% possiamo ricostruire quella parte difensiva di portafoglio che le obbligazioni (di qualità) possono dare.
- Importanza della (vera) diversificazione: nel 2022 abbiamo avuto i soldi sul conto in perdita, le obbligazioni in perdita, le azioni in perdita. In pochi si sono salvati quest’anno: le valute rifugio come dollaro e franco svizzero (come sempre in momenti di crisi) e le materie prime, dimenticate negli ultimi anni. Una giusta dose potrà essere considerata nei portafogli per il futuro, per ridurre i rischi e affrontare il mercato in un mondo cambiato per l’ennesima volta.
- Occhio alle previsioni: “L’inflazione è transitoria, scenderà nel 2022” Bce e Fed nel corso del 2021 sbagliarono la loro previsione (e se sbagliano loro figuriamoci gli altri). L’inflazione, ormai l’abbiamo capito, è stata il grosso problema di quest’anno. Le banche centrali l’avevano sottovalutata e ora la stanno rincorrendo, accompagnando i risparmi con il segno meno davanti. Cosa fare? Dare un nome ai propri soldi, definire obiettivi di vita da raggiungere con degli orizzonti temporali ben precisi, scegliere di investire nell’economia reale, su temi strutturali di lungo periodo. Un cocktail perfetto per far sì che, nel tempo, questo 2022 potrà rimanere semplicemente parte di un ingranaggio chiamato crescita.
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