Powerchair Hockey: quello sport nato nelle scuole del Nord Europa, ancora poco noto nel nostro Paese, ma in cui l’Italia è superpotenza a livello europeo
II Powerchair Hockey è nato negli anni ’70 in alcune scuole del Nord Europa grazie all’intuizione e alla volontà di alcuni professori di Educazione Fisica di coinvolgere i propri studenti con disabilità, ed è approdato in Italia grazie all’attività del gruppo giovani dell’Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare (U.I.L.D.M.).
La prima esperienza di campionato si realizzò grazie alla Wheelchair Hockey Federation, rendendo possibile il primo esperimento federale che si trasformò nel 2003 in FIWH (Federazione Italiana Wheelchair Hockey). Nel 2020, FIWH cambiò nome in FIPPS accogliendo la disciplina del PowerchairFootball.
Grazie alla scelta di usare materiali e attrezzature innovativi come la pallina bucata e le mazze in plastica leggera, tipiche del Floorball, lo sport ha coinvolto sempre più ragazzi diffondendosi pian piano in tutta Europa e raggiungendo perfino l’Australia e il Nord America.
Davide Sciuva, un atleta in maglia azzurra
Una disciplina che sarà anche poco nota al grande pubblico, ma nella quale l’Italia eccelle, al punto da essere arrivata quarta ai recenti Campionati Europei che si sono disputati in Danimarca a Musholm.
Un quarto posto che, peraltro, ha lasciato non pochi rammarichi, come conferma Davide Sciuva, classe 2001 e atleta della nazionale Powerchair Hockey, scelto dal CT Massimo Della Torre che lo aveva già allenato nella squadra brianzola degli Sharks Monza.
“Io sono una persona molto autocritica, e critica in generale, per cui penso che masticherei amaro per qualsiasi posizione che non sia la prima. Poi perdere la finale 3/4° posto per demeriti nostri… abbiamo lasciato il pallino del gioco ai nostri avversari e questo mi lascia ancora di più l’amaro in bocca, ma ci fa capire che a questi livelli o dai tutto per quei 40 minuti, o non riesci a vincere la partite”, spiega Davide, facendo riferimento alla finale per il bronzo.
Davide ci racconta come ha scoperto il Powerchair Hockey a Genova sua città natale.
“Ho scoperto il mondo paralimpico quando ho iniziato a praticare hockey; prima non vivevo molto la mia disabilità, per cui non mi ero mai affacciato ad uno sport”.
Uno sport, tante emozioni
Successivamente ci ha raccontato il legame che lo lega alla sua mazza che incrocia con gli avversari a ogni partita. “La passione è nata sin da subito, dal primo allenamento ho capito che era lo sport per me, è stato tutto molto naturale ed immediato”.
Davide ci ha poi confidato le emozioni vissute nell’indossare la casacca azzurra dei nostri colori:
“Indossare la maglia azzurra è sempre un privilegio ed un onore. Poterla indossare con compagni di squadra a cui si vuole bene ha un valore ancora più grande. Mi dispiace di non aver potuto dare il mio contributo per la nazionale, ma sarò pronto se e quando sarò chiamato in causa, perché per me la maglia azzurra ha un valore inquantificabile e indescrivibile a parole”.
La mazza brianzola ha voluto dare alcuni consigli ai nuovi atleti che intendono approcciarsi al Powerchair Hockey: “Direi loro di vivere la bellezza e la semplicità di questo sport e, solo successivamente, capire che contributo possono dare come persone. Può essere solo uno svago oppure diventare tanto altro, l’importante è viverlo bene.”
Sfide importanti nel Powerchair Hockey e non solo
Il bomber Sciuva ci racconta le sensazioni prima del Derby lombardo contro i Macron Viadana.
“Sicuramente la partita contro Viadana, oltre ad essere sentita per molte persone nel mondo hockeystico, è sempre una sfida ostica. A maggior ragione adesso che sono campioni d’Italia. E con giocatori/amici di altissimo livello come Ion Jignea e Leonardo Catania, sarà una bella sfida, sicuramente sarà bella da vedere dall’esterno. L’obiettivo per questa stagione è quello di cercare di andare più avanti possibile in ogni competizione, coppa Italia e Campionato, poi a fine anno vedremo cosa saremo riusciti a fare.”
Oltre agli impegni in palestra, Davide si dedica anche agli studi accademici presso il DAMS di Torino.
“A volte è difficile equilibrare le due cose: penso, ad esempio, alle due settimane in cui sono stato via per l’Europeo. Cerco di organizzare sempre tutto, ma a volte è necessario fare dei sacrifici”
Infine Davide ci ha raccontato le difficoltà che affronta, vivendo molto lontano, per riuscire ad allenarsi con i compagni brianzoli.
“Riesco ad allenarmi abbastanza spesso con i miei compagni, nonostante la distanza, e facciamo anche amichevoli ogni tanto. Ma da quest’anno, avendo spostato gli orari per agevolarmi, potrò allenarmi anche di più.”
Ringraziamo Davide per la disponibilità e faremo il tifo per lui e i suoi Sharks Monza, già vincitori dello scudetto nel 2021.
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