Vincenzo Polidoro, amministratore delegato di First Capital, analizza l’effetto Draghi e i suoi benefici per l’economia italiana: “La stima e la credibilità di cui il presidente del Consiglio gode a livello mondiale hanno creato aspettative molto positive”. Tra calo dello Spread e Recovery Fund può valere più di un miliardo di euro all’anno.
Quando a inizio febbraio il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, decise di affidare a Mario Draghi, ex Presidente della Banca centrale europea ed ex governatore della Banca d’Italia, l’incarico di formare un governo di “alto profilo”, gli investitori hanno prontamente scommesso su di lui. In quei giorni la Borsa di Milano fece registrare la migliore performance tra le principali Borse europee. E il “famigerato” Spread tra i BTp italiani ed i Bund tedeschi scese a quota 90, segnando i minimi dal 2015.
L’effetto Draghi. Il cosiddetto Draghi Effect ha sicuramente entusiasmato gli animi in questo periodo, generando un forte aumento di acquisti sulla Borsa italiana. Tra questi spiccano i titoli bancari, finanziari e assicurativi. Sul fronte dei titoli di Stato, l’effetto Draghi ha invece prodotto una prospettiva di forte risparmio per le casse italiane. La stabilizzazione dello Spread al di sotto della soglia dei 100 punti base, che con i Governi Conte era sempre rimasta un obiettivo lontano e che con il nuovo Esecutivo sembra invece a portata di mano, potrebbe comportare un risparmio solo di interessi tra i 500 milioni e il miliardo di euro all’anno.
Fiducia e aspettative positive
L’ex Presidente della Bce ha, inoltre, generato nuova fiducia e aspettative anche sulla gestione dei fondi europei del Recovery Fund, spingendo ulteriormente i titoli che potrebbero essere favoriti dalla ripartenza dell’economia e dalla ripresa dei consumi. Resta da chiedersi quanto durerà questa crescita.
“L’effetto Draghi mi sembra si stia stabilizzando”, analizza Vincenzo Polidoro, amministratore delegato di First Capital. “Dopo il boom delle prime settimane c’è stata una leggera contrazione, legata principalmente alla terza ondata della pandemia da Covid-19 e all’incertezza dell’efficacia dei vaccini contro le nuove varianti del virus. Il mercato si muove sulla base delle aspettative che sono in grado di far schizzare o sprofondare i titoli azionari, ma alle speranze vanno sempre accompagnati anche i fatti, ed è forse per questo motivo che i forti entusiasmi iniziali si stanno man mano stabilizzando su livelli minori, ma comunque positivi”.
La corsa di Piazza Affari
Piazza Affari, infatti, sta continuando a registrare buone performance. Nell’ultima settimana ha registrato un rialzo del 5%. E l’indice FTSE MIB è praticamente risalito ai livelli pre Covid.
Un ulteriore forte stimolo per il mercato, in questi ultimi giorni, è stato l’approvazione da parte dell’Ema (l’Agenzia europea del farmaco) del vaccino monodose di Johnson&Johnson, che porta con sé grandi aspettative per l’accelerazione dei piani vaccinali, riversatesi anche sulla maggior parte delle borse europee come Francoforte, Parigi e Londra. Sul mercato italiano ne hanno beneficiato in particolar modo i settori bancari, industriali e petroliferi con rialzi generalizzati per i maggiori titoli.
La ritirata dello Spread
“In definitiva ritengo che il Draghi Effect non si sia ancora esaurito”, spiega Polidoro. “Le aspettative positive si fondano su una stabilità politica e una stima e credibilità di cui il presidente del Consiglio gode a livello mondiale per le cariche ricoperte durante la sua brillante carriera. Ci si attende, inoltre, un egregio lavoro nell’ambito del Recovery Fund, in grado di infondere fiducia e sicurezza ai mercati e accompagnato da un ulteriore calo dello Spread, che secondo Morgan Stanley potrebbe raggiungere quota 85 punti base a fine giugno 2021”.
Chiaramente, molto dipenderà dall’andamento della pandemia, dal controllo della diffusione del virus e dall’accelerazione dei piani vaccinali. Tutti elementi imprescindibili per la ripresa dell’economia. Non solo italiana, ma mondiale.
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