Il prigioniero dell’interno 7. Marco Presta ci fa rivivere il periodo più buio della pandemia , descrivendo la realtà che molti si sono trovati ad affrontare con ironia e schiettezza.
Con “Il prigioniero dell’interno 7” pubblicato da Einaudi, Marco Presta riporta i lettori a una fase delle nostre vite che ci accomuna e che sembra essere lontanissima nel tempo. Si tratta di quel periodo comunemente etichettato come “primo lockdown”, nel 2020, quando ancora non si era del tutto consapevoli di quanto stava avvenendo nel mondo e in Italia.
È tra queste pagine che incontriamo Vittorio un uomo perlopiù solitario, cinico quanto basta, scrittore e giornalista che redige articoli su notizie assurde pescate dal web per mantenersi. Il punto di rottura con la sua rassicurante routine avviene quando, suo malgrado, viene coinvolto nel microcosmo condominiale.
La pandemia che arriva in Italia
La pandemia sta facendo il suo ingresso in Italia e, poco a poco, le persone vengono confinate nelle proprie case, le attività che comportano il mettere piede fuori casa vengono ridotte al minimo indispensabile, i bar e i ristoranti vengono chiusi, il che comporta per tanti la perdita dell’unica fonte di reddito. Gli anziani restano spesso soli, senza la possibilità di ricevere aiuto o assistenza.
In questo scenario Vittorio, che tenta con tutte le sue forze di condurre una vita incondizionata dall’esterno, si ritrova catapultato senza desiderarlo, in una serie di buone azioni nei confronti di chi, fino a pochi giorni prima, non salutava neppure. Tutto questo grazie a Gloria, la sua vicina, veterinaria di professione, filantropa per vocazione. Il mondo di Vittorio, fatto da pareti che lo rinchiudono in un piccolo universo di abitudini e azioni meccaniche viene sconvolto. Ciliegina sulla torta: l’arrivo improvviso di Floriana, la sua fidanzata la quale, tra alti e bassi, si presenta alla sua porta, corredata di valige per poter passare il periodo di clausura forzata insieme.
Ironia e schiettezza per descrivere la realtà
La potenza di Presta sta nel creare immagini davvero reali di quanto è accaduto a molti di noi, situazioni e pensieri, labili escamotage per eludere regole troppo rigide per un popolo dotato di inventiva, che tutto sommato se la cava anche nelle situazioni più stressanti e quando sembra che non ci sia via di scampo.
La capacità di raccontare la realtà che ha accomunato italiani e non solo, in un periodo storico che stenta a finire, con una voce ironica e schietta, ma anche capace di far cogliere al lettore aspetti nascosti dietro facciate, quelle ombre lette tra le righe che solo un autore come il grande Presta è in grado di descrivere rendendo tutto talmente fluido da arrivare all’ultimo capitolo senza rendersene conto.
Un romanzo che è e resterà il simbolo di quello che siamo stati in un momento importante della storia dell’uomo e che ha dato nuove direzioni a ogni aspetto della nostra vita.
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