Il romanzo di Lorenzo Marone ci conduce lungo un viaggio che va a fondo nell’anima dei protagonisti e, attraverso le loro vicende, di tutti noi.
Leggere un libro di Lorenzo Marone significa attraversare le sue pagine ed essere proiettati verso temi, mondi e situazioni che si vogliono necessariamente approfondire. Le pagine di Lorenzo Marone non hanno un inizio o una fine, ma scatenano delle vibrazioni cerebrali, le cui ripercussioni si sentiranno per giorni.
È il caso di Le madri non dormono mai, romanzo edito da Einaudi che racconta senza giudizio il crocevia delle esistenze che possono accavallarsi in un ICAM, un centro di detenzione attenuata per madri che scontano la propria pena portando con sé i propri bambini. Tali strutture sono a tutti gli effetti delle carceri, tuttavia ogni cella è organizzata come un mini appartamento, le guardie non indossano divise e, grazie al lavoro di volontari e psicologi, i bambini vengono il più possibile tutelati dalla percezione di vivere in un carcere.
Detenzione e libertà a scandire l’esistenza
È qui che conosciamo Miriam, giovane madre di Diego che deve scontare una pena per detenzione illecita di armi, commessa a favore di un marito disgraziato che non ha mai garantito onestà e certezze. Miriam è abituata a difendersi da tutto e a non fidarsi di nessuno, non si abbandona mai a gesti troppo affettuosi, considerati da deboli, e la stessa cosa cerca di trasmettere al figlio, un bimbo ancora avvolto dalla sua innocenza e incapacità di vedere il male, nonostante le brutture della vita vissute quotidianamente.
I capitoli sono un susseguirsi di voci relative a personaggi non solo in detenzione, ma anche dal mondo libero come la psicologa Greta e la guardia penitenziaria Miki. La descrizione delle loro esistenze, ma soprattutto dei loro stati emotivi, delle origini legate a infanzie che ben presto hanno incontrato un cortocircuito, lascia emergere come l’ambiente esterno influenzi in maniera determinante l’attitudine, le scelte e le pieghe che la vita delle persone può prendere.
Un romanzo che scava nell’animo umano
“Gli venne il dubbio che forse dall’autorità materna non si sarebbe affrancato mai, manco da vecchio, e che con le donne sarebbe stato per sempre come era con lei, senza parole. Che se al potere genitoriale a un certo punto non rispondi con la disobbedienza, se non ti abitui a proteggerti col fucile spianato e ti fai comandato, dopo un po’ dentro non ti resta niente dell’essere umano, l’amore malato di chi ti vuole a una sola maniera alla fine ti scarnifica”.
La capacità di Lorenzo Marone di andare a fondo nell’animo umano e nelle curve che ha dovuto affrontare per diventare ciò che è consente al lettore quasi di intuirne le azioni future, o comunque di comprendere e accogliere i gesti e le evoluzioni che ogni personaggio decide di prendere.
Un romanzo che vi accompagnerà anche dopo aver divorato l’ultimo capitolo.
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