Dal successo di Lol ai nuovi programmi che puntano sulla comicità. Ma i teatri e il cabaret dal vivo restano blindati. E Giancarlo Bozzo di Zelig lancia un appello: “C’è fame di allegria, torniamo sui palchi”. Il governo studia nuove aperture per maggio.
Vabbè, dai. E facciamola una risata. Oppressi dalla pandemia, chiusi in gabbia come polli, intristiti dai media che ci informano solo dell’andamento di contagi e vaccini. Ebbene diciamolo: mai come ora sentiamo il bisogno di un po’ di normalità leggera, anzi leggerissima per dirla come il tormentone vero trionfatore di Sanremo.
Non se ne può più di virologi e compagni che affollano i talk show. E scusate se è più di un anno che accendi la tv e ti appare la faccia poco allegra di Fabrizio Pregliasco.
Il governo studia le riaperture
Il ministro della cultura, Dario Franceschini, starebbe avviando un’interlocuzione con i membri del Cts per elaborare un nuovo protocollo in grado di far riprendere le attività del settore dello spettacolo, magari proprio a maggio.
E allora per il momento benvenga la comicità. Se le risate non possono ancora tornare a riempire teatri e cinema, ci pensa la tv a farla entrare nelle case. Il che è fare di necessità virtù, ma almeno qualcosa di geniale si muove.
Mission, stare senza pensieri: Lol-Chi ride è fuori
Se ci fate caso le varie reti e piattaforme in streaming stanno puntando allo stesso obiettivo: farci ridere. O almeno farci passare qualche ora senza pensieri.
Ovviamente la premessa è per arrivare (ma non solo) a Lol-Chi ride è fuori, la serie da poco conclusa su Amazon Prime Video. Tutti la osannano ed è vietato parlarne male.
Ci ha provato il critico televisivo Aldo Grasso (“Show molto puerile e assai forzato”) ed è stato sommerso da insulti dal mondo dei social e dalle repliche più civili e ironiche di Frank Matano e di Fedez. Il primo uno dei dieci comici protagonisti e l’altro conduttore con Mara Maionchi del reality.
Far ridere per forza fa ridere?
Comunque la si giudichi, la mini serie, ispirata ad un format giapponese, è stata la vera novità di questa seconda primavera pandemica. Comici che devono far ridere altri comici, ognuno pronto a tutto pur di scatenare anche solo un ghigno soffocato anticamera dell’eliminazione.
Ora, non tutto è stato perfetto. Se l’intento era scatenare le risate a crepapelle anche degli spettatori a casa forse ci sono riusciti bene solo quei geni di Elio e di Lillo, ma certamente il programma ha bucato lo schermo.
Peccato l’ultima fresca polemica che ha disorientato, ma mica poi tanto, i fan del comedy show, cioè l’avere scoperto che alcune gag (e tra l’altro soprattutto quelle di Elio travestito da Monna Lisa e di Lillo illusionista armato di metro) di originale abbiano ben poco perché copiate pari pari da comici delle versioni straniere del format.
Non solo Lol
Comunque, Lol a parte e a proposito di palinsesti televisivi, sono diversi i programmi che puntano sulla rinascita del cabaret, dopo gli anni gloriosi ma ormai lontani di Colorado e di Zelig.
Se su Rai 2 da martedì 20 aprile tutto è pronto per il ritorno della comicità surreale di Valerio Lundini, per noi unico vero genio della satira italiana (chissà, a proposito, se parteciperebbe come mosca bianca alla quasi certa seconda stagione di Lol), altri due personaggi meno di nicchia sono protagonisti, sempre di martedì su Rai 2, di uno show ad alto tasso di comicità.
Ale e Franz e Brignano
Si tratta di Ale e Franz e il loro programma nato per festeggiare i 25 anni di carriera si chiama Fuori tema.
Prima di loro è già in onda Enrico Brignano con Un’ora sola vi vorrei, staffetta tra comicità romana e milanese dal successo collaudato.
Rai due: un palinsesto per alleggerire gli animi
Una maratona di buonumore, insomma che ci fa capire come la seconda rete della Rai abbia deciso di rendere meno ansiogeno almeno il martedì, serata sulle altre reti dedicata ai contenitori politici come quelli di Floris e della Berlinguer.
Riassumendo, ce n’è per tutti i gusti, alle 21.20 Brignano, alle 22.40 Ale e Franz, alle 23.40 Valerio Lundini.
Anche Mediaset punta sulla comicità
Anche Mediaset comunque non vuole stare un passo indietro: da venerdì 16 aprile su Canale 5 a strapparci una risata saranno Pio e Amedeo con il loro Felicissima sera.
Mentre la domenica sera, estromesso il gossip trash di Barbara d’Urso, c’è ora Paolo Bonolis con il suo Avanti un altro a farsi paladino dell’operazione sorriso (e già con ottimi risultati di share).
La lista potrebbe allungarsi e non mancano trasmissioni cult che dedicano più spazio a intermezzi leggeri (vedi la parentesi dello scherzo a Le Iene) o che comunque puntano su personaggi che uniscono una vena comica al talento. Una su tutte Geppi Cucciari che tornerà dopo l’estate su Rai 3 con il suo fortunato Che succ3de?.
Si ride, ma per ora solo sul divano
E quindi? Tutto bene? Diciamo che dobbiamo accontentarci, visto il periodo. Perché ormai, tra chiusure e coprifuoco, si ride solo sul divano di casa.
Non è un caso che anche Netflix abbia riesumato i mitici film dei Monty Python, geni inglesi assoluti della comicità che a quarant’anni di distanza danno ancora punti a tutti.
I teatri restano chiusi
Quanto agli spettacoli e al cabaret dal vivo, nessuna illusione, le sale restano blindate. Lo stesso Angelo Pintus, tornato alla ribalta proprio come concorrente di Lol-Chi ride è fuori, pochi giorni fa ha dovuto annunciare via social ai suoi fan che il suo tour nei teatri salta ancora (e sta slittando da un anno) e a questo punto chissà fino a quando.
Resta l’amarezza di chi sul cabaret live vive, come Giancarlo Bozzo, direttore dello storico Zelig di Milano che da troppo tempo è fermo (leggi l’intervista geniale).
Unica sua consolazione è vedere almeno il ritorno di qualche faccia allegra sullo schermo: “Sì, ho visto Lol – ci confida Bozzo, scopritore di tanti talenti ora famosi – Un programma piacevole e pieno di amici bravissimi. Se poi serve per fare capire quanta fame c’è di comicità, tanto meglio”.
“Ma per come abbiamo sempre lavorato a Zelig la tv viene sempre dopo una bella esperienza sul palco. E se si potesse ricominciare a lavorare nei teatri come il nostro di Zelig sarebbe utile a tutti”.
Parole che fanno capire come tra realtà e reality ci sia ancora differenza.