Pagare elettronicamente è sempre più diffuso. Covid e Cashback hanno accelerato notevolmente la diffusione del digitale. Roberto Scognamiglio, Program Manager di TAS Group
Pagare elettronicamente è sempre più diffuso. Il piano cashless varato dal Governo uscente potrebbe essere una delle poche cose azzeccate da questo esecutivo. Sta infatti avendo un enorme successo e potrebbe passare alla storia come uno dei migliori provvedimenti presi dal Conte 2.
Gli indicatori dell’apprezzamento sono numerosi. In primis che all’avvio l’applicazione IO, quella dedicata alla registrazione per ottenere il Cashback, ha avuto anche qualche problema, per l’alto numero di accessi.
Pagamenti digitali sempre più diffusi
Che sia la svolta verso una maggiore digitalizzazione, anche se gli italiani sono da sempre affezionati al sano e vecchio contante? Oppure un fuoco di paglia dovuto agli incentivi economici introdotti dal Governo?
Nel post lockdown, secondo la ricerca di settore di Nomisma-Assofin, emerge un significativo aumento dell’uso della carta di credito per i pagamenti: da 2,6 del 2019 operazioni al mese a 2,9. Nel 2018 erano 2,6. Pagare elettronicamente è sempre più diffuso.
E’ facile intuire che dall’introduzione del Cashback i numeri che ne emergeranno saranno ancora più sorprendenti.
I pagamenti contactless, una questione di abitudine
Ne abbiamo parlato con Roberto Scognamiglio, Program Manager di TAS Group, storica realtà italiana specializzata nella realizzazione di software per il mondo dei pagamenti digitali.
Proprio in questi giorni ha dato vita a TAS Academy per giovani neo-laureati STEM che aspirano a una carriera nell’ambito dei pagamenti digitali.
Infrastrutture tecnologiche pronte
“La prima cosa da sottolineare in tema di pagamenti contactless è che le infrastrutture tecnologiche su cui si basano garantiscono praticità e sicurezza”, dice Scognamiglio.
“Instant payments, web banking e in generale tutti i servizi digital legati ai pagamenti sono perfettamente funzionanti e soprattutto affidabili”. Pagare elettronicamente è sempre più diffuso.
Per digitalizzare i pagamenti deve cambiare l’approccio
“Il problema non è dunque la maturità delle tecnologie, bensì l’abitudine delle persone a forme di pagamento legate alla materialità del denaro”.
“Per far sì che i pagamenti digitali diventino il sistema più diffuso è necessario un cambiamento di approccio. Fortunatamente questo cambiamento è in corso da qualche anno, trainato dai comportamenti di Millennials”.
“Peraltro, il periodo di emergenza sanitaria ha sicuramente aiutato ad accelerare questo processo. Sono state tante le persone che hanno dovuto utilizzare l’home banking, e molte altre forme di pagamento digitale a distanza”.
Il cashless è più sicuro del contante
“In termini di sicurezza, la scelta del cashless è sicuramente superiore al contante: per le persone, ad esempio, si riduce drasticamente il rischio di essere rapinati”.
“A livello di esercenti, invece, aumentare gli incassi digitali significa ridurre le spese di raccolta di banconote, di controllo delle contraffazioni e di deposito presso le banche”.
“Altro aspetto da non dimenticare è che la tracciabilità dei pagamenti può essere di aiuto in un’ottica di lotta all’economia sommersa. Non solo sottrae risorse finanziarie al circuito legale, ma costituisce anche un serio ostacolo alla modernizzazione del Paese”.
L’evasione fiscale
“Per ciò che riguarda i rischi di evasione fiscale è indubbio che questi siano più alti in un’economia cash-based nella quale lo scambio monetario non è tracciato”.
“La digitalizzazione può anche abilitare l’implementazione di controlli antiriciclaggio ed antiterrorismo. Passando attraverso un potente presidio antifrode, danno un contributo per tendere ad un sistema socioeconomico più robusto, equo e trasparente”.
La cosa che emerge, per concludere, è che gli aspetti positivi nell’uso della moneta elettronica siano molti e per tutti, dai consumatori allo Stato. Quello che manca è quindi solo la consuetudine.