Dispositivi di monitoraggio e analisi dell’aria che si possono installare ovunque, anche indossare, che condividono i dati in un sistema di blockchain e di Intelligenza Artificiale per creare le condizioni di una governance uniforme e coerente.
Aria, elemento basilare per la vita. E in questi giorni di canicola, non proprio naturale, ce ne stiamo rendendo conto sempre di più. L’inquinamento comincia ad essere tangibile e chiaro. Il caldo torrido, gli incendi, le piogge torrenziali e il clima tropicale non sono mai stati così violenti come in questa estate.
C’è quindi chi ha deciso di mettere in campo la propria competenza, creare rete e avviare un sistema che possa aiutare a fermare tutto questo.
PlanetWatch, la start up per il monitoraggio dell’aria
PlanetWatch è una start up innovativa che valuta la qualità dell’aria attraverso reti capillari e tecnologicamente avanzate. Grazie all’intuizione e alla competenza di un gruppo di tecnici i “controllori del pianeta” vigilano sui livelli di inquinamento dell’aria.
L’idea di base parte da un principio molto semplice: richiedere la collaborazione di associazioni, istituzioni, singoli cittadini per creare una rete pubblica.
La prima di questo genere, disseminata ovunque grazie ad una dotazione di sensori molto performanti e, soprattutto, assolutamente portatili, anche indossabili. Un contingente di “planetwatcher” reclutati su tutto il territorio nazionale, e anche oltre confine.
Perché funziona
I dati generati da quattro tipi di sensori ambientali, indoor e outdoor, vengono scritti, convalidati e tracciati grazie alla tecnologia blockchain.
Successivamente gli stessi dati vengono analizzati da una suite software che utilizza algoritmi di Intelligenza Artificiale e infine condivisi, nel rispetto del GDPR, su interfacce web e mobile come dashboard personalizzate, mappe interattive, registri delle transazioni, app.
Un mix efficace tra dispositivi IoT (Internet of Things), big data, Intelligenza Artificiale e blockchain che permettono una gestione dei dati finalizzata ad un monitoraggio costante e, soprattutto, puntuale della qualità dell’aria. La peculiarità riguarda proprio la “puntualità” della sua presenza sul territorio che può essere circoscritta a singoli edifici o siti produttivi.
Come creare la comunità di planetwatcher
“Il coinvolgimento di organizzazioni o singoli cittadini non è del tutto volontaristico” sottolinea Claudio Parrinello, fondatore e CEO della start up innovativa, fisico e ricercatore, consulente internazionale ed ex manager presso il CERN di Ginevra.
“Nei confronti dei cosiddetti ‘planetwatcher’ la nostra azienda emette sia token non fungibili come certificati di proprietà del sensore, sia token fungibili, chiamati Planets, per ricompensare gli utenti e farli accedere ad ulteriori prodotti e servizi”.
“Si crea così una vera community per la qualità dell’aria, pensata per avere una governance distribuita”.
“La nostra rete è in costante espansione – sottolinea Parrinello – testata inizialmente a Taranto e Milano, ad oggi PlanetWatch conta una rete di oltre 2.000 sensori, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti”.
Nel 2021 potrebbe diventare uno strumento di analisi mondiale
Sono oltre 60 milioni le transazioni già registrate in blockchain. Il 2021 potrebbe essere l’anno decisivo per la scalabilità mondiale del progetto. Il token è stato recentemente listato su una piattaforma di exchange internazionale. Inoltre PlanetWatch ha annunciato di aver concluso una partnership strategica con EMRIT, società statunitense che sta realizzando il più grande IoT Wireless Network. L’accordo prevede che EMRIT finanzi l’utilizzo di migliaia di misuratori della qualità dell’aria, per il rafforzamento della rete PlanetWatch in Europa, Stati Uniti e Asia.
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