Intervista a Bloomberg del Ceo dell’Azienda di Sesto San Giovanni. Difficoltà nella logistica e incremento dei costi delle materie prime. Queste le cause che porteranno a un Bitter più caro.
Una notizia che non ha fatto il giro del mondo, né dell’Italia, né di Milano, né di Sesto San Giovanni, ma che potrebbe sconvolgere gli equilibri delle società occidentali. Sesto si chiama così perché è proprio a sei chilometri dal centro di Milano ed è quel luogo ritenuto famoso per assomigliare a Leningrado. Ma lo è molto di più per un’altra cosa: aver dato i natali al Campari.
Dopo mesi chiusi in casa in attesa dell’ora dell’aperitivo, dopo aver respirato la libertà estiva di uno spritz, ecco che arriva la nuova tegola: il Bitter più famoso al mondo aumenterà il prezzo e non di poco, trasformando la Red Passion in un conto salato.
Ad annunciarlo è stato Bob Kunze-Conchewitz, Ceo di Campari, alla tv americana Bloomberg durante una intervista in cui si analizzava la progressiva inflazione che colpisce le economie mondiali.
Il costo delle materie prime aumenta
Il costo delle materie prime e l’aumento dei prezzi della logistica sono le prime reali conseguenza che il blocco delle economie degli ultimi due anni hanno prodotto.
Perché proprio ora questo incremento? Perché la risposta della produzione non è immediata. I materiali, anche dopo i lockdown, erano quelli prodotti nel periodo pre-pandemia. Così come nei magazzini delle imprese giacevano ancora molte riserve. Oggi invece stiamo pagando la conseguenza di uno stop totale della produzione di almeno due mesi nel 2020 e di un forte rallentamento tra il 2020 e il 2021.
Il prezzo aumenta in particolare per Aperol e Campari
Zucchero, vetro, alcol quindi costano di più e su chi ricadrà questo aumento? Naturalmente sui consumatori, quindi sugli amanti del Negroni, dello Spritz, del Bitter e di tutti i cocktail a base di Aperol o di Campari.
“Siamo costretti a dare una risposta aggressiva, perché le pressioni sono davvero alte” ha detto il Ceo di Campari, specificando anche che l’operazione partirà nel 2022 e riguarderà tutti i Paesi. Ha spiegato, infatti, che i contratti in atto sono solidi e di lungo periodo, e che fino ad oggi hanno consentito di mettere al sicuro la produzione. Ma ora la faccenda è diversa e ci si vuole proteggere.
Il prezzo salirà in particolare per Aperol e Campari, due bevande molto amate che non hanno veri competitor sul mercato. Mentre ad esempio per la Vodka, bevanda che ha un pubblico più ampio e una concorrenza più serrata, l’aumento potrebbe essere meno sentito.
Campari group, vendite e utile a gonfie vele
Le previsioni per l’azienda di Sesto San Giovanni sono comunque ottimistiche, anche perché il 2021 è stato un anno positivo, in particolare per il consumo in Italia. Qui, più che in altri luoghi, nella fase post-lockdown le persone hanno espresso immediatamente la necessità di convivialità. E cosa c’è di meglio di un bel Bitter per siglare una rinnovata amicizia?
Quest’anno Campari ha registrato un aumento del 15,5% delle vendite durante il terzo trimestre (luglio-settembre). L’utile di questo periodo, EBIT, è di ben 137 milioni di euro, in crescita del 16% rispetto al 2020.
Un successo mondiale
Ma le soddisfazioni non arrivano solo dal Belpaese. Per fare un esempio, in UK il marchio è cresciuto del 40% negli ultimi due anni. Idee di espansione anche in Asia, con strategia di posizionamento e di vendita molto diverse rispetto a Usa ed Europa, dove il bar la fa da padrone. Per ora però sono solo idee.
Numeri da capogiro, ma che sono minacciati, in particolare negli Usa, da problemi legati proprio alla logistica. “Abbiamo avuto problemi con le consegne nei porti e a terra”, ha rivelato Kunze. “Stiamo facendo tutto il possibile per ridurre i problemi nella catena di approvvigionamento”.
Un rimedio, o meglio, un antidoto? C’è solo da andare al supermercato e svaligiare gli scaffali per crearsi la più grande cantina personale di Aperol e Campari. Mai più senza uno Spritz!
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