La difficoltà nel reperire le materie prime costringe le aziende a ripensare il proprio business, avvicinando e ridimensionando i sistemi di approvvigionamento. Primo requisito: affidabilità dei partner e nuove politiche per gli acquisti.
Guerra e pandemia cambiano il mondo della supply chain. Dopo il pesante bilancio di vittime e le ricadute infauste sui sistemi sanitari di mezzo mondo, lo shortage, ovvero la profonda carenza di materie prime che sta interessando l’industria globale, è probabilmente una delle peggiori conseguenze ereditate dalla pandemia.
Unito alle difficoltà e ai costi lievitati esponenzialmente dei sistemi di logistica e shipping mondiale, alla carenza senza precedenti di microchip e, non ultimo, la guerra scoppiata in Ucraina, il fenomeno dello shortage sta incidendo notevolmente sulla ripresa economica mondiale, con altissimi costi derivati soprattutto per alcuni specifici settori, come l’automotive, ma non solo.
Nuove politiche per la supply chain
Infatti, tra i comparti più colpiti dalla carenza della componentistica e delle materie prime figurano l’industria chimica, quella farmaceutica e la cosmetica, e non si contano oramai le mancate o ritardate consegne di elettronica di consumo, monitor, PC e TV.
Un problema per nulla trascurabile che chiama le aziende ad una gestione più oculata e preventiva di tutto il sistema di procurement e supply chain.
Il procurement al centro della strategia aziendale
Le funzioni di acquisto e gestione dei fornitori, un tempo considerate scarsamente strategiche e prevalentemente oggetto di razionalizzazione economica, oggi costituiscono uno dei pilastri dei processi di innovazione e crescita aziendale.
“Le criticità del periodo che stiamo attraversando – commenta Andrea Pietrini, Chairman di YOURGroup – probabilmente non si esauriranno in breve tempo, e probabili strascichi potrebbero prolungarsi fino al prossimo anno”.
Infatti, le cause di questa crisi sono talmente profonde che disinnescarne gli effetti non sarà immediato. Basti considerare che molte delle aziende oggi in difficoltà contavano, prima della pandemia, su un sistema di approvvigionamento cosiddetto just-in-time, basato sulla domanda contingente, che generava poco magazzino, sia per chi comprava sia per chi vendeva.
L’affidabilità dei fornitori diventa il primo requisito
A fronte dell’attuale situazione diviene fondamentale importanza per le aziende procedere ad un’attenta selezione dei propri fornitori che devono garantire affidabilità, tempestività e capacità di problem solving.
“Nella scelta e nella relazione con propri interlocutori commerciali, oggi più di ieri – spiega Pietrini – vanno fatte considerazioni prima forse considerate marginali, come la dislocazione geografica e i sistemi di smistamento e trasferimento dei materiali per non trovarsi a dover gestire pericolosi colli di bottiglia, come sta succedendo attualmente, per esempio, con molti fornitori dell’Estremo Oriente dove negli anni scorsi sono state delocalizzate molte produzioni cruciali, come appunto i microchip”.
I mercati si stanno ridimensionando
Stiamo assistendo ad una polarizzazione e ad un ridimensionamento dei mercati, che derogano alle regole della globalizzazione per introdurre logiche di prezzo e disponibilità diversificate e circoscritte, rendendo ogni operazione commerciale molto più complicata.
“È un momento in cui contano alcune doti manageriali cruciali, come la capacità di agire sui mercati delle materie prime con strategie di diversificazione, magari grazie al supporto della digitalizzazione – sostiene Pietrini – per avere così la possibilità di muoversi velocemente, gestire in tempo reale gli approvvigionamenti, razionalizzare la produzione per preventivare con sufficiente anticipo le possibili carenze di materie prime o componentistica”.
“Quindi, è quantomai opportuno creare delle vere e proprie task force in azienda che uniscano forze e competenze diverse, tra commerciale, IT e HR, e magari introducendo figure specializzate anche attraverso la formula del fractional management. Parola d’ordine è programmazione strategica – continua Pietrini – per gestire i flussi di magazzino con razionalità ma anche lungimiranza, consolidando, quando necessario, la partnership con i propri fornitori e puntando ad aumentare i volumi ordinati e cogliendo, dove possibile, nuove e più propizie occasioni sui mercati al pronto”.
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