Il 2021 dovrebbe essere l’anno decisivo per la riforma del Terzo settore, un ambito che riguarda tantissime persone in Italia, oltre 350 mila realtà no profit e oltre 850 mila dipendenti, con una crescita costante negli ultimi anni. Andrea Da Ponte, partner di BCD Commercialisti ed esperto del settore, ci spiega cosa cambierà in pratica per le organizzazioni e per il sistema.
Riforma del Terzo settore. Il 2021 dovrebbe essere l’anno della svolta perché è previsto diventi pienamente operativo il RUNTS, il Registro unico del Terzo settore, un elenco dove inserire tutte le organizzazioni di volontariato (ODV) e le Associazioni di Promozione Sociale (APS), con regole e procedure univoche. Il legislatore sta intervenendo anche con decreti attuativi, come quelli emanati lo scorso 28 febbraio, i numeri 36, 37, 38, 39 e 40, tutti pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 19.03.2021 n. 68.
Novità e cambiamenti
“Il momento chiave della riforma è indubbiamente la partenza del RUNTS” spiega Andrea Da Ponte, partner di BCD Commercialisti ed esperto del settore. “Da quel momento le organizzazioni di volontariato (ODV), le Associazioni di Promozione Sociale (APS) iscritte ad oggi ai registri regionali e provinciali, oltre a quella delle APS nazionali e dei circoli affiliati ad APS nazionali, non potranno più iscriversi agli attuali registri di settore. Sarà in pratica solamente con l’iscrizione nel registro unico che le organizzazioni potranno acquisire, con effetto costitutivo, qualifica di soggetto del Terzo settore, presupposto fondamentale per fruire delle agevolazioni fiscali previste dalla riforma”.
La riforma prevede anche fra le “attività di interesse generale” quella sportiva dilettantistica. Un ambito molto diffuso nel nostro Paese, che ci coinvolge tutti e tutti i giorni, visto che sono proprio le Associazioni Sportive Dilettantistiche (ASD) le strutture che usiamo per fare attività sportiva, come le palestre, le piscine, le squadre amatoriali di calcio dei nostri figli. Il legislatore, sulla carta, non ha imposto nessun cambiamento a queste realtà, ma offerto, come alternativa, anche la possibilità di qualificarsi come associazioni di promozione sociale (le APS di cui si parlava precedentemente) ed entrare nel nuovo registro unico del Terzo settore (RUNTS), pur potendo rimanere iscritte nel registro CONI per svolgere normalmente la propria attività sportiva istituzionale.
Ma quali sono le differenze tra una scelta e l’altra?
“La decisione di essere iscritti solamente al registro CONI o anche al nuovo Registro unico del Terzo settore (RUNTS) comporterà alcune distinzioni, in particolare fiscali, che sono forse l’aspetto che interessa di più”, prosegue Andrea Da Ponte. “In termini di defiscalizzazione dei corrispettivi incassati dai soci, questa è prevista in entrambi i casi, mentre quella dei corrispettivi dai tesserati alla federazione o ente di promozione o di disciplina sportiva a cui la ASD è affiliata è prevista completamente solo per l’iscrizione al CONI. Per gli iscritti al RUNTS vale solo se il tesserato è socio di altra associazione affiliata”.
Capitolo detrazione e deduzione
“Per le ASD iscritte solamente al CONI è prevista la detrazione al 19% fino a 1.500 euro per erogazioni liberali e la detrazione al 19% fino a 210 euro per spese relative a corsi sportivi dedicati ai minori. Per le ASD – APS iscritte al registro CONI ed al RUNTS è, invece, prevista la detrazione al 30% fino a 30.000 euro, fino ad un massimo del 10% del reddito dichiarato, per erogazioni liberali e deduzione fino ad un massimo del 10% del reddito dichiarato. Inoltre, per le ASD – APS iscritte al registro CONI e al RUNTS, affiliate ad un ente le cui finalità sono riconosciute dal Ministero dell’Interno, è prevista la defiscalizzazione dei corrispettivi per somministrazione di alimenti e bevande a soci o tesserati in caso di Bar circolo. Infine, il 5% è applicabile in entrambe le situazioni”.
L’augurio, in conclusione, è che questa riforma entri presto pienamente in vigore e non rimanga solo sulla carta. Oggi più che mai, visto il blocco di molte attività per il Covid-19, il mondo del Terzo settore ha bisogno di regole certe e di poter programmare il futuro.