Scegliere un luogo poco battuto per decidere di passare una vacanza, o per fuggire, o per fare un week end all’insegna del godimento culinario. Qualsiasi sia il motivo, vale sempre la pena sbarcare sull’Altopiano di Asiago, una bolla di felicità che ancora si conserva pura e intatta
Arancione, rossa, gialla. Di che colore è la vostra Regione? Questo nuovo sistema di reclusione democratica sta creando un po’ di confusione tra la gente. Non si sa più se si può andare a lavorare coi mezzi o se si deve prendere la macchina, se il parrucchiere è aperto, o se era il fruttivendolo a poter fare orario continuato. I ristoranti sono chiusi, ma solo in quelle rosse, o forse anche nelle arancioni, sicuramente non in quelle gialle, ma fino alle 18. E il coprifuoco a che ora è?!
Le vacanze, poi: si potrà festeggiare il Natale in famiglia? E si potrà andare a sciare? Risolviamoci la vita. Un consiglio? Fuggite! E scegliete un luogo per cui valga veramente la pena farlo.
Fuggire su su ad Est
Prendete l’auto e attraversate il confine veneto sulla A4 in direzione Venezia. Prendete la Valdastico e seguite le indicazioni per l’Altopiano di Asiago. Arriverete a inerpicarvi su per un muro. Tornante dopo tornante vi sembrerà di salire sulla pianta dei fagioli di Giacomino.
Un muro che vi separerà dal resto del mondo, portandovi in un luogo incantato, paradisiaco, i cui colori sono più brillanti, i profumi più intensi, l’aria più pulita, ma tranquilli, non state andando al castello dell’Orco. Perché dopo aver girato, girato, girato su su verso il Paradiso, entrerete in un bosco di abeti altissimi, di quelli che si immaginano nelle fiabe tedesche, fino ad incontrare una rotonda, quella di Canove, frazione di Roana, uno dei Sette Comuni dell’Altopiano, che subito dopo porta verso una discesa. Siete ad Asiago.
Se avete figli, cani, mogli e mariti, o anche una famiglia allargata, siete amanti del buon cibo e vi incuriosiscono i luoghi della Grande Guerra, non vi resta che fermarvi, sbarcare e restare il più a lungo possibile. Appena si oltrepassa la rotonda di Canove e si arriva a Kaberlaba, la vostra mandibola si aprirà involontariamente in un’espressione di stupore, sorpresa e gioia per cotanta bellezza.
Qui c’è tutto: storia, cultura, gastronomia, sport. Manca solo un piccolo particolare: la lingua. Ecco, se non parlate l’asiaghese, o al limite il dialetto vicentino, difficilmente riuscirete a comprendere a pieno la gente di queste montagne.
La Grande Guerra
Qui è dove giovani soldati passarono gelidi inverni nel ’15-’18 per combattere contro gli austriaci e liberare l’Italia. E infatti sono numerose le testimonianze di trincee e rifugi che si incontrano passeggiando nei boschi.
Ma la cosa più suggestiva è il Sentiero del silenzio, a fianco del rifugio di Campomuletto, oltre Gallio, uno dei Sette Comuni, quello più a Est. Un sentiero immerso in un bosco con diverse opere d’arte che ricordano quegli eroi, un cammino che inizia con le testimonianze scritte di diciottenni che sopravvivevano nel freddo e nella fame e la cui unica preoccupazione era quella di far sapere a casa che stavano bene e che erano vivi e che dovevano essere fieri di loro.
Quanta diversità con oggi, quando la nostra guerra contro un nemico invisibile arrivato dalla Cina la dobbiamo combattere dentro le nostre case, al caldo, seduti sul divano, a suon di Netflix e pane fatto in casa. Ma questa è un’altra storia.
La semplicità è la chiave della felicità
La gente di questo luogo è semplice, ma ama il buono e il bello e ama goderselo, con un po’ di gelosia verso il forestiero che arriva e scopre questo luogo incantato, a dir poco geniale nella sua semplicità.
Nel centro della cittadina che dà il nome all’Altopiano troverete il forno Keple, famoso per il suo pane e le sue brioches, ma la cosa in assoluto più buona è il suo gelato al fior di latte che viene mantecato per tutto il giorno.
Qui anche la carne è tra le migliori al mondo e da Pane e Ciccia, sempre nel centro città, ci sono delle polpette di manzo che se le provate non le scorderete mai. La carne è quella delle bestie di Roana, uno dei Sette Comuni, il primo che si incontra arrivando sull’Altopiano.
Poi, solo per fare un nome, Rigoni, quello delle marmellate senza zucchero, dovrebbe far capire la filosofia culinaria e non solo di questo popolo.
Il formaggio
Ma l’Altopiano di Asiago è famoso innanzitutto per il formaggio, da cui prende il nome. Il genio è scovare la malga che produca quello migliore, tra fresco, mezzano, vecchio e stravecchio. Ce ne sono a decine.
Secondo la nostra umile, ma esperta, opinione, il migliore è quello della Malga Busa Fonda, lungo la strada che da Gallio porta a Campomuletto. L’Asiago fresco, quello più giovane, deve sapere di latte, deve avere dei buchi e deve essere cremoso. Quello della Malga Busa Fonda ha tutte queste caratteristiche e in più, se lo si prende d’estate, sa anche di erba, quella delle montagne, quella che le mucche al pascolo hanno brucato per tutta la stagione. L’estasi! Ma il top di gamma è il mezzano, con profumi già intensi e non ancora piccante.
Se non si vuole andar per malghe, c’è sempre una soluzione e qui ha il nome del Caseificio Pennar, il magnate dei pascoli, del latte e della produzione locale. Una sola parola per cui si deve comunque andare: yogurt.
Lo sci, qui si può (anche se di fondo)
A poca distanza dalla malga Brusa Fonda, percorrendo l’unica strada presente, c’è il Rifugio Campomulo, dove partono tutte le piste invernali del Centro Fondo. E pazienza se per quest’anno non si potrà sciare sulle Dolomiti, perché qui il fondo è garantito e allora perché non iniziare con qualcosa di nuovo? Il richiamo dei boschi dei Sette Comuni è veramente irresistibile.
I Sette Comuni sono anche meta per ciclisti da Mountain bike che qui troveranno lo spettacolare giro delle malghe, raccomandato nelle notti di luna piena. Partenza dal bar Alpino di Clatrano. A strapiombo sul muro che divide dalla pianura, si pedala tra i pascoli di Busa Carriola, i panorami di Bocchetta Paù e le magie notturne del bosco, fino ad arrivare sopra le luci di Vicenza, Padova e Treviso, in una vista che nelle giornate più terse arriva fino alla laguna di Venezia.
Stelle Michelin
Fame? Di quella fame che si ha voglia di qualcosa di buono? In questa zona ci sono ben due ristoranti stellati: La Tana Gourmet e la Stube Gourmet. Ma a dire la verità, ovunque si vada, qui difficilmente si capita male, perché tra materia prima di prim’ordine – la carne di Roana, come già detto, è tra le migliori mai mangiate, da animali allevati all’aperto e senza antibiotici – e perché la cultura culinaria è tra le più antiche di tutto il Veneto, con la sapiente capacità di accostare sapori montanari, innovazione e tradizione popolare povera.
L’offerta è ampia, per tutte le età e per tutti i generi. Questo si è capito. Ma prima di fare le valige e caricare tutta la famiglia in macchina, è doveroso cercare di capire dove si sta andando.
Gli asiaghesi, un modo di essere, gelosamente custodito
Questa è una terra di gente testarda, caparbia, tenace, umile e orgogliosa. Questa è la terra di atleti del calibro di Lucio Topatigh, il più forte giocatore di hockey che l’Italia abbia mai saputo esprimere, che ha reso grande l’Asiago Hockey e che potreste anche incontrare nella panetteria di famiglia a Gallio. È la terra di Stefania Berton (pattinaggio artistico), Bruno Caneva (saltatore di sci) e di Enrico Fabris, doppio oro olimpico nel pattinaggio di velocità a Torino 2006, giusto per fare alcuni nomi.
Ma non solo. Questa è la terra di Mario Rigoni Stern, che Primo Levi definì “uno dei più grandi scrittori italiani”.
Questa è un terra di confine, dove ci si sente un po’ come in un pianeta parallelo, come se qui ci fosse l’essenza di come la Terra dovrebbe essere. Il muro sul quale ci si arrampica per arrivare fin qui separa dal resto del mondo, creando una sorta di bolla emozionale ricca di tutto quello che di meglio può esistere. Ed è per questo che quella bolla non la si vorrebbe far scoppiare mai.
Questo è il luogo ideale dove rifugiarsi, e non solo in caso di lockdown, perché questo è dove si può anche riscoprire un po’ se stessi, l’essenziale e la bellezza della vita.