Nonostante gli applausi finti in un’atmosfera un po’ glaciale, Amadeus si porta a casa ascolti non male e lascia a Fiorello il compito di sdrammatizzare (forse troppo) sulle poltrone vuote
Sanremo: l’Ariston blindato. Il pubblico vero è morto? Viva il pubblico a casa. Così, in una bolla artificiale che pare una galassia lontana lontana, nell’interminabile serata d’apertura il Festival di Sanremo ha schivato il meteorite più temuto. Sulle vuotissime poltrone rosse dell’Ariston Fiorello ci ha pure scherzato sopra. Perché la parola d’ordine è sdrammatizzare. Anzi, riderci su.
Ed ecco che sul palco trasformato in astronave (mancavano solo i robot per portare i fiori), tra applausi finti e rigide regole sanitarie l’esordio di questo 71° Festival in versione pandemia alla fine (e per fine s’intende l’una e mezzo di notte) ha passato l’esame. Non quello degli ascolti, ma quasi: 11,1 milioni di spettatori e 46,4% di share, contro i 12 milioni e il 51,2% del 2020. Però, visti i timori della vigilia, Amadeus e Fiorello possono essere soddisfatti, anche perché sui social è un boom con un 30% in più di contatti.
Ma, aspettando il seguito (ne avremo fino a sabato, prepariamo termos di caffè forte), che c’è finora da segnalare? Vediamo.
I presentatori. Più sciolto Amadeus (toh, sa anche cantare), strabordante Fiorello che da spalla si allarga e ruba la scena appena può. È il suo ruolo, d’accordo, e se non ci fosse bisognerebbe inventarlo, soprattutto in questa edizione che ha ridotto la città dei fiori nella città dei tamponi. Ma a volte esagera. La battuta sui “culi” non era delle migliori, il monologo sulle dita dei piedi neanche. Può fare di più, e lo vedremo.
A proposito, la vestaglia fiorita dal peso di venti chili attribuita al guardaroba di Achille Lauro in realtà è stata giustamente rivendicata su Facebook da Filippo Timi: la indossava nel suo memorabile spettacolo “Il Don Giovanni”.
I cantanti. Giovani a parte, tra i primi tredici “big” in gara poche le belle sorprese: sicuramente Madame, unica, fresca e originale, poi i Maneskin, che con un pezzo hard rock scaldano un Ariston che pare congelato, i Coma Cose, quasi alieni e quindi in sintonia con l’atmosfera, infine Ghemon e soprattutto il duo Colapesce e Dimartino con una canzone orecchiabile e vagamente vintage tra Battisti e Alan Sorrenti. C’è da giurarci che se non vincerà Sanremo (e noi puntiamo su di loro), la sentiremo comunque tutta estate. Ovviamente nessuno dei cantanti citati è tra i primi cinque posti nella classifica provvisoria. In compenso spaccano già in radio e su Spotify. Un classico.
Gli ospiti. C’è poco da dire: la rivelazione è Matilda De Angelis, ormai star internazionale dopo l’acclamata serie Undoing con Nicole Kidman e Hugh Grant. Spigliata, ironica e piena di talenti: canta pure benissimo. Peccato che la sua avventura all’Ariston sia già finita.
Chi resta, invece, è Achille Lauro: mascherato da gallo cedrone dello spazio, capelli blu e lacrime rosse artificiali sul viso truccatissimo. Diciamolo: ha un po’ deluso. Forse perché l’effetto shock dell’anno scorso è acqua passata. Ci si abitua a tutto, già. E poi Renato Zero aveva fatto di meglio.
Rivedremo anche Zlatan Ibrahimovic, guascone con ironia non capita da tutti. Che dire? È un po’ come Loredana Bertè (grande nella carrellata dei suoi successi, un po’ meno nella nuova canzone con problemi di playback): può piacere o no, ma il personaggio non si discute.
Non poteva mancare poi Diodato, trionfatore dell’edizione 2020, l’ultima immagine felice che ha fatto rumore prima della serrata generale causa Covid. Sarà stata l’emozione di tornare su quel palco, ma, per la prima volta, ha pure steccato. E comunque la sua ultima hit “Fino a farci scomparire” è così bella che gli si perdona tutto.
I social si sono scatenati: avrebbe rivinto lui, anche quest’anno.
Comunque, il ghiaccio è rotto. Salvo sorprese, non resta che arrivare, sfiniti, alla finale di sabato.
Rivedi la prima serata di Sanremo 2021 su Raiplay.