Pechino sta già traendo beneficio delle tensioni in atto e ora sta giocando una doppia partita sul fronte internazionale e su quello interno. Una prova che anche l’Europa deve affrontare con maturità per non uscirne ulteriormente indebolita.
Un ponte potrebbe unire Pechino a Kiev; non stiamo parlando di un’infrastruttura intercontinentale, ma della prova che nello scontro tra Russia e Nato proprio la Cina potrebbe essere l’attore – non formalmente in campo – a vincere.
Descritta con gli schemi – vetusti – da guerra fredda, la partita a Risiko che si gioca al confine russo-ucraino potrebbe infatti diventare presto globale, coinvolgendo un altro key player: la Cina. Quest’ultima non al fianco di Mosca, ma in libera contrapposizione alla Russia. Come abbiamo già ampiamente descritto in passato il tandem russo-cinese non è altro che un’alleanza strategica settoriale di breve/medio periodo. Gli interessi contrapposti e le frizioni e fobie irrisolte non hanno mai dato modo ai due alleati di fidarsi pienamente l’uno dell’altro.
La strategia diplomatica di Pechino
In questo contesto, terminata la fase iniziale della “checkbook diplomacy” cinese – arrivata alle porte d’Europa come dimostra il caso del Montenegro – Pechino sta cercando di espandere la propria sfera di influenza attraverso una politica più muscolare.
Nonostante la retorica più volte sottolineata da altri che vedrebbe Mosca cadere nelle braccia di Xi Jinping qualora la pressione del blocco Nato dovesse salire, queste non rappresentano le reali intenzioni del Cremlino, poco disposto a cedere ulteriore terreno alle mire cinesi. Vedasi a tal proposito la rapida risposta in Kazakistan.
Certo gli interessi di Pechino nelle repubbliche centro-asiatiche sono più forti che quelli in Ucraina, ma anche qui proprio grazie alla crisi tra Kiev e Mosca, il governo di Xi è riuscito a mettere nel suo portafoglio una serie di asset strategici, sia dal punto di vista dell’approvvigionamento di commodities indispensabili (in primis grano), sia dal punto di vista logistico finanziario, che gli permetteranno di bypassare facilmente la Russia.
La partita doppia della Cina
La Cina sta giocando una partita doppia. La prima in Europa, sparigliando le carte e mettendo ancora più confusione – lo scontro con la Lituania, investimenti in Spagna a scapito anche della Russia – in un contesto già frammentato. E la cosa sa infastidendo non poco Bruxelles.
La seconda la gioca in casa, dove all’ombra mediatica delle tensioni in Ucraina il governo cinese ha intensificato “scorribande” aeree e provocazioni ai danni di Taiwan.
L’epilogo della crisi ucraina potrebbe essere il vero banco di prova per Pechino per capire sino a dove potrà spingersi in entrambi le direzioni.
L’indebolimento della Russia
Al netto delle dichiarazioni rilasciate da Xi nell’incontro con Putin a margine della sua visita per la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali, una Russia indebolita ma non sconfitta sarebbe lo scenario migliore per Pechino.
Il vero rischio per l’Europa e la sua integrità è quello di mantenere la stabilità sull’attuale scacchiere. Mosca ferita sarebbe, infatti, il vero ventre debole d’Europa con tutte le conseguenze del caso.
Questo è il momento per l’Europa di dimostrare di essere diventata adulta ed emancipata. La partita della mediazione è nelle sue mani, fallita questa non resterà ancora una volta altro che il conto da pagare.