You Able ha scelto di concentrare le sue energie sul fronte internazionale in Giordania, dove realizza protesi ortopediche per chi ne ha bisogno, senza guardare la nazionalità
L’associazione You Able porta speranza in Medio Oriente. Lo fa in Giordania impegnandosi nella realizzazione di protesi per persone che, senza il suo intervento, non potrebbero permettersi un supporto per la propria disabilità.
La realizzazione delle protesi è una specialità profondamente d’impatto, che unisce competenze tecniche e umanità per migliorare la vita delle persone. Immaginate il potere di trasformazione della creazione di arti che ripristinano la mobilità e l’indipendenza a qualcuno che ha perso una gamba o un braccio: ogni protesi non è solo un pezzo di tecnologia; è una porta verso la libertà, la dignità e la speranza rinnovata.
Sono proprio questi i presupposti da cui, nel 2012, è nata You Able dall’incontro di persone che a diverso titolo hanno a cuore i diritti delle persone con disabilità, persone con diverse competenze e lavori negli ambiti di comunicazione, fundraising e sport.
Non solo protesi: You Able investe anche su ausili e allenatori
All’epoca non esistevano molti enti che sostenessero semplicemente il diritto ad avere l’ausilio necessario per la mobilità quotidiana e per praticare sport e c’era molta richiesta anche sul fronte della protesica di arto inferiore per camminare. “Oggi le cose sono cambiate”, spiega la referente Elena Bonacini. “You Able in questi 10 anni ha sempre cercato di rispondere a nuovi bisogni, ampliando l’attività a tutti gli sport, investendo anche su allenatori e percorsi e non solo su ausili, portando avanti attività di sensibilizzazione sulla diversità attraverso lo sport. Il progetto che sosteniamo in Giordania, un centro ortopedico non profit, è nato anch’esso da un incontro, con la Campagna Italiana Contro le Mine. You Able, dopo aver collaborato con diversi enti in diversi paesi, ha scelto di concentrare le sue energie sul fronte internazionale su un unico Paese, focalizzando le energie su un solo progetto, interamente gestito da personale locale qualificato.”
I due focus di You Able: in Italia le attività per lo sport e la mobilità quotidiana, in Giordania il centro ortopedico non profit
Così You Able porta avanti due macro-progetti: Insuperabili, in cui rientrano tutte le attività per lo sport e talvolta anche per la mobilità quotidiana in Italia, e il centro ortopedico non profit in Giordania.
I progetti vengono portati avanti in totale trasparenza. il progetto di cooperazione ha un sito dedicato www.paolabioccacenter.eu dal quale è possibile anche fare donazioni.
Inutile dire che le difficoltà non mancano. “Che siano barriere fisiche, politiche, amministrative e anche doganali, la You Able si impegna per le persone che ne richiedono il supporto secondo le risorse che è in grado di attivare”, prosegue Bonacini. “Le difficoltà sono tante, ma nella maggior parte dei casi sono state completamente superate e di questo siamo certamente orgogliosi.”
Il centro ortopedico di Amman assiste persone in stato di necessità che non possono trovare supporto altrove, la maggior parte delle quali non possono permettersi ortesi o protesi. “Giordani, yemeniti, siriani, palestinesi: qualsiasi sia la loro nazionalità, vengono accolti, 5 giorni su 7, dallo staff: tre tecniche ortopediche, un supervisore, un manager. Il workshop ha ad oggi pazienti che sono cresciuti con noi, vengono a fare la protesi da quando avevano 8 anni e oggi ne hanno 18. Sul sito pubblichiamo ogni anno dettaglio delle attività svolte, dei fondi raccolti e del loro utilizzo.”
Sono molte le aziende italiane a collaborare con You Able
Per portare avanti queste attività gravose a livello economico l’associazione si avvale di molti sostenitori fedeli. “Le aziende italiane sono da sempre delle “alleate”, il workshop in Giordania è stato allestito 10 anni fa con le macchine acquistate presso la Ginev di Pavia, un’azienda che esiste da 70 anni. Avremmo moltissimi altri esempi. Non si tratta di donazioni, ma di collaborazioni che prevedono forniture con grandi agevolazioni e – soprattutto – disponibilità e competenza di persone che possono seguirci nel tempo”.
Quello che non guasterebbe è un maggiore contributo da parte pubblica. E certamente anche la semplificazione delle procedure amministrative sarebbe d’aiuto. Gli accreditamenti per accedere ai bandi richiedono alcuni requisiti che sono i medesimi da molti anni, senza considerare quanto il no-profit e la cooperazione siano cambiati: “Vorremmo che la valutazione fosse relativa alle competenze e all’impatto piuttosto che a forme giuridiche e/o contrattuali”.
Quanto ai progetti futuri, “sul fronte italiano vorremmo collaborare di più con gli altri enti”, spiega la referente. ”Recentemente abbiamo vinto un bando di Tavola Valdese 8×1000 per l’allestimento di un laboratorio aptico in collaborazione con Oltre i Limiti e ne siamo molto felici. Certamente questo segnerà l’inizio di molti altri progetti che potremo fare insieme. Sul fronte giordano, la situazione attuale della guerra a Gaza e non solo ci porta solo a pensare che vogliamo essere d’aiuto a chi ha e chi avrà bisogno”.
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