Domenica 11 ottobre si disputa il Moto GP di Le Mans, in Francia. Le Mans, terra di motori ma non solo: poco più sotto si trova anche la valle della Loira e l’autodromo di Le Mans è equidistante, circa un centinaio di chilometri, tra i due comuni di Angers e Tours che sono al centro delle due zone viticole Anjou-Saumur e Touraine.
Ma torniamo per un momento all’autodromo. Domenica si correrà la decima gara di campionato e ne mancheranno solo 5 alla fine, è possibile fare una sintesi di quanto fino ad ora accaduto con alcune descrizioni che appartengono al mondo del vino.
L’anno trascorso, a parità di gare disputate, Marquez aveva già rifilato oltre 40 punti al secondo; oggi, i primi dieci contendenti sono distaccati da meno di cinquanta punti tra il primo e il decimo; insomma, classifica “viscosa”.
Nessuno dei primi dieci in classifica ha mai vinto un titolo mondiale in MotoGp e allora, mancando il calice della vittoria, è possibile saggiare le caratteristiche dei primi cinque pretendenti seguendo lo stato di maturazione del vino in attesa che arrivi la vera gloria.
Quale calice per i cinque primi in classifica?
Primo in classifica Quaratararo. Il ragazzo sembra portare le stigmate del campione, è solo al secondo anno eppure ha già dieci podi alle spalle con sole 27 gare disputate. Attualmente è primo in classifica nonostante gli alti e bassi. Stato evolutivo: pronto.
Secondo posto in classifica Mir. Anche lui al secondo anno in MotoGp, non ha ancora vinto una gara ma per audacia, spensieratezza e sfrontatezza (si veda il sorpasso in danno di Rossi a Misano all’ultimo giro) lo rendono forse il pilota più fresco del lotto al quale attribuire le maggiori possibilità di vittoria per il titolo. Stato evolutivo: giovane.
Terzo in classifica Viῆales. Pilota dal 2015 in MotoGp dove alterna gare in cui è velocissimo ad altre in cui comodo, comodo, lotta nelle retrovie. Il suo andamento è simile a quello di un elettrocardiogramma e probabilmente la migliore descrizione è stata data da Luca Cadalora, campione di motociclismo tra gli anni ’80 e ’90: “Quando va forte nemmeno lui sa il perché”. Stato evolutivo: immaturo.
Quarto in classifica Dovizioso. Sembra essere arrivato alla fine di un ciclo, che poco centra con l’addio alla Ducati ma ha più a che fare con la capacità o forse meglio dire con la voglia di adattarsi ai cambiamenti dell’ambiente che gli sta attorno, dalle gomme alle gare ravvicinate per poi arrivare ai giovani che l’anno prossimo vorranno salire sulla sua moto. Forse, forse, non gli interessa più evolvere (si veda il meraviglioso e crudo documentario Undaunted quando ha fatto capire che la MotoGp in fin dei conti non è libertà) e allora viene da pensare che il lato migliore l’abbia già espresso negli anni trascorsi. Stato evolutivo: vecchio.
Quinto in classifica Morbidelli. Il ragazzo dà l’impressione che tutto quello che ha l’abbia ottenuto con fatica e sudore. Del lotto di piloti, visti i suoi trascorsi (ha perso il genitore fin da piccolo) ha forse capito molto presto che non poteva correre con la spensieratezza di chi va a caccia di farfalle nei prati e allora ha trasformato l’ambizione di vincere in ossessione per la vittoria ben riassunta dalle parole di Valentino Rossi “Lui guida la moto del resto non sa niente”. Stato evolutivo: maturo.
I prémiers crus del MotoGp
Infine, due note a margine, la prima su chi non c’è, Marc Marquez. In sua assenza il mondiale è come se fosse un ballo a cui non partecipa la più bella o il più bello della festa: si ha sempre la sensazione che il meglio debba ancora arrivare. Marquez è certamente un vino, uno dei prémiers crus di Bordeaux, l’ultimo arrivato tra questi, lo Château Mouton Rothschild.
La seconda nota è destinata a chi, invece, da venticinque anni c’è sempre. Valentino Rossi appartiene ai prémiers crus di Bordeaux, a uno degli storici quattro secondo la classificazione del 1885. In realtà, spostando il punto di attenzione, non solo su quello che ha fatto e fa ancora in pista, ma a tutto tondo Valentino Rossi è strabiliante come l’uva Moscato (ne avevamo già parlato qui), giramondo, seduttore, e la sua barca il Titilla 2 ne è la conferma, che nel suo lungo girovagare per il mondo, oltre alla gloria conquistata, ha anche generato, sportivamente parlando, dei figli che danno e daranno grandi gioie in futuro.
Le Mans, a uno schiocco da un patrimonio vitivinicolo
Per chi non fosse interessato ai motori e alla MotoGp, ecco allora due indicazioni di massima su cosa cercare in quelle zone. Se si volesse visitare la zona di Touraine allora sarebbe consigliato andare alla ricerca della denominazione Vouvray, a base di Chemin blanc, con la quale vengono fatte delle interessanti bollicine.
Se altrimenti si volesse conoscere la zona Anjou-Saumur sarebbe cosa intrigante andare alla scoperta della denominazione Quarts de Chaumée e dei suoi vini che nascono dall’incontro dell’acino con la muffa nobile (Botrytis Cinerea) giusto per scoprire qualcosa di molto distante dai soliti sapori.