Adesso c’è chi tira in ballo Elvis Presley. Sentite Burioni: “Criticate Conte per Fedez? Nel 1956 l’America si salvò con il vaccino di Elvis in diretta tv, la copertura vaccinale Usa contro la poliomielite balzò dallo 0,5% a oltre l’80%”. Forse ha ragione lui, cioè lui Roberto Burioni. Da sempre, ma in verità mai come oggi, la gente famosa (certo sessant’anni fa manco immaginavano cosa fossero gli influencer) ha un potere di sensibilizzazione decisamente maggiore di qualsiasi politico o immunologo.
Eppure, piovono le critiche al premier perché ha chiesto ai Ferragnez un aiuto per promuovere tra i ragazzi l’uso della mascherina. L’ha fatto con una telefonata e Fedez non ha perso tempo per spifferarlo al mondo. Da qui altre polemiche, con Selvaggia Lucarelli che punta il dito: il marito di Chiara Ferragni avrebbe fatto meglio a stare zitto perché ora la notizia è Conte che chiama Fedez e al diavolo giovani e mascherine. E vai di pro e contro sui social e di opinionisti scatenati nei salotti più trash della tv.
Comunque la si guardi, tutta questa storia è geniale, non trovate? Significa che mentre il Covid è tornato, colpisce e fa paura, c’è chi non riesce a fare a meno della insostenibile leggerezza del pettegolezzo. Materia strana, a suo modo sublime (Dagospia insegna), sia chiaro, specchio di un paese che non vuole morire e si crogiola nella sua sempiterna superficialità.
È il gossip, bellezza. Immune a qualsiasi virus. Perché, del resto, i giornaloni non hanno esitato a sbattere in prima pagina una Federica Pellegrini in lacrime perché positiva al contagio? Perché fanno tanto notizia i vari Ronaldo, Rossi e campioni vip colpiti dal virus? La risposta è ovvia: tira di più un famoso malato di un migliaio di poveri cristi reduci da infausti tamponi. È nella logica dei media, vecchi e nuovi: roba da aprirci un notiziario o un sito, un Berlusconi o un Trump ricoverato.
Non c’è da stupirsi dunque, se anche il Covid fa spettacolo, alla faccia certo di reali emergenze che toccano scuole, luoghi di lavoro, trasporti e case di normalissimi cittadini. E allora, o sono sbagliati i media o siamo sbagliati noi. Resta il dubbio, anzi la speranza: forse una terza via è possibile (qualcuno ci sta provando) per fare un’informazione meno becera. Per il momento, la situazione è questa: come diceva Flaiano, grave ma non seria.
A proposito, test finale: è più accattivante sapere che il presidente del Consiglio ha atteso la fine del primo tempo di Roma-Benevento per parlare alla nazione in conferenza stampa, o è più importante analizzare il contenuto di ciò che ha detto? Bella domanda. Concedeteci però, visto che stiamo parlando di gossip, un po’ della superficialità di cui sopra: assodato che il casino è grande e il dramma incombe, indovinate un po’ quale delle due opzioni finirebbe tra “le più lette” della settimana.
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