Il bresciano Cristiano Luzzago è stato il pioniere italiano delle vetture d’epoca e negli anni Settanta ha avviato quello che per l’Italia rappresentava un mercato nuovo. Oggi nel suo salone propone pezzi unici, come la Lancia Aurelia B24 spider, ma anche veicoli a prezzi accessibili
Più che un semplice lampo di genio, una vera e propria magia. Si potrebbe descrivere così l’avventura di Cristiano Luzzago, sessantaduenne imprenditore bresciano che è riuscito a trasformare una passione coltivata fin da bambino, quella per il collezionismo d’auto (prima modellini e poi automobili vere), in una professione di successo. E a diventare il re del collezionismo di auto d’epoca.
I primi passi, mossi dalla passione
Nel corso degli anni Settanta, insieme al fratello maggiore, Cristiano aveva infatti cominciato a collezionare auto d’epoca, perlopiù scovandole in Inghilterra nel corso di viaggi oltre Manica. “Le compravamo per poche sterline, tanto che spesso il costo del trasporto incideva più di quello di acquisto, e poi le sistemavamo”, racconta. “All’inizio io studiavo ancora, per cui mi ci dedicavo nel tempo libero, nei fine settimana e in estate. Poi, una volta finito il liceo classico, nel 1978 abbiamo cominciato a trasformare quella passione in un vero e proprio lavoro, anche perché le richieste da parte di amici e conoscenti non mancavano”.
Fu così che cominciarono a delinearsi i contorni di quello che in poco tempo sarebbe diventato un mercato molto vivace. E che, grazie ai fratelli Luzzago, le cui strade professionali si sono poi separate una decina di anni fa, prese vita a una nuova nicchia di mercato che, almeno in italia, ancora non esisteva: quella legata al collezionismo di auto d’epoca.
La motorizzazione del Paese
“In realtà quello del collezionismo è un fenomeno che di fatto nasce con le auto, perché in Inghilterra già negli anni Cinquanta c’erano collezionisti che acquistavano vetture degli anni Venti e Trenta”, spiega Cristiano. “L’italia, però, si è motorizzata molto più tardi, nel secondo dopoguerra, e visto che il collezionismo è legato a una memoria, da noi è nato molto più tardi che in altri Paesi”.
Oggi che il mercato è sviluppato, e che anche in piena pandemia continua a registrare vendite e acquisti senza essere toccato dalla pesante flessione che ha invece registrato il settore delle auto nuove, entrare nella sede della Cristiano Luzzago è come immergersi in un piccolo mondo magico. Che si sia o meno appassionati di quattro ruote, poter osservare da vicino auto che sfiorano il secolo di vita, che hanno fatto la storia della motorizzazione in Italia e nel mondo, che hanno affrontato strade e percorsi epici regala un’emozione unica. Come se le avventure vissute da questi mezzi si fossero trasformate in un’energia che emana da ruote, pistoni e carrozzeria. E lo stesso fa quel lieve odore di olio e di motori, che le auto di oggi hanno praticamente dimenticato, ma che si è fissato nella memoria olfattiva di chiunque abbia più di quarant’anni, evocando ricordi e nostalgie di epoche ormai passate.
Il collezionismo? Un “gioco” per tutti
D’altra parte, il collezionismo si basa proprio su questo: la capacità di rievocare forti emozioni legate a un periodo precedente delle nostre vite. “Per questo le auto d’epoca non rappresentano un gioco solo per ricchi”, sottolinea Cristiano, “ma una passione alla portata di tutti: si può provare una forte emozione anche per la Fiat 500, perché ce l’aveva il papà, lo zio o un amico di famiglia. Certo, poi, la disponibilità economica determina che tipo di acquisto uno può fare. Ma il grosso del mercato, il 70%, è fatto da auto con un valore entro i 50 mila euro”.
Nel caso di Cristiano Luzzago, la cui sede è a Castel Mella, piccolo comune a una manciata di chilometri da Brescia, il pezzo più costoso della “collezione” è una Lancia Aurelia B24 spider, che vale intorno ai 900 mila euro. “Si tratta della prima serie del modello dell’auto che vediamo nel film Il Sorpasso”, spiega Cristiano, sottolineando che quella della pellicola è la seconda serie, resa un po’ più confortevole. Il pezzo più a buon mercato, che trova posto accanto a una Rolls Royce del 1930, a una Ferrari Dino del 1973 e a una serie di altre auto rare di produzione italiana, tedesca e inglese, è invece una Daimler del 1969, in vendita a poco meno di 17 mila euro.
Clienti in tutto il mondo
Il re del collezionismo di auto d’epoca. “In tutto abbiamo una settantina di pezzi, che vendiamo perlopiù in Italia”, spiega il titolare, che ha clienti in tutto il mondo, ma che preferisce di gran lunga il mercato interno: “Le auto che vanno all’estero non tornano più. Quelle che vendo in Italia, invece, restano parte del nostro patrimonio storico. E talvolta le vedo anche tornare”.
Uno spirito e una passione che rappresentano il segreto del successo di Cristiano Luzzago. E che spiegano perché per gli appassionati di auto d’epoca il suo nome rappresenti da sempre un punto di riferimento assoluto.
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